Vi siete mai chiesti cosa ci rimproverano i figli? Da tanti anni mi occupo di dinamiche genitori-figli e qualche volta vengo chiamato nelle scuole per parlare con gli studenti.
Spesso, pongo loro questa domanda: “I vostri genitori sono certamente straordinari (lungi da me dire il contrario) ma perché possano essere ancora meglio, in cosa dovrebbero migliorare?”.
Le osservazioni sono sempre le medesime, i figli fanno sempre le stesse critiche e i genitori non fanno molto al riguardo.
Oggi vorrei dirti quali sono i grandi rimproveri che i figli, adolescenti e pre-adolescenti, fanno ai propri genitori e, ti faccio una confidenza: non hanno tutti i torti.
Non tutte le lagnanze dei figli sono fuori luogo.
Considerare cosa ci rimproverano i figli permette di rivedere alcuni nostri approcci educativi e comportamenti.
Se sai di cosa ci rimproverano i figli, hai degli spunti utili su ciò che noi dovremmo fare ed essere e, correggendoci, potremmo essere genitori migliori.
Sei un genitore splendido
Attenzione, l’intento di questo articolo non è affermare che tu non sia un genitore valido e attento.
Se stai leggendo questo articolo significa che hai un interesse nel crescere, nel migliorare, nell’aggiungere competenze.
Purtroppo a volte non ci rendiamo conto di alcuni desideri, alcune aspettative che i nostri figli hanno nei nostri confronti e se le aspettative vengono deluse, ecco che si crea delusione, rancore o addirittura rabbia.
Una volta che sappiamo cosa ci rimproverano i figli e in cosa possiamo migliorare, mettendo in pratica possiamo evitare che si vengano a creare climi di discordia, rabbia, ostilità.
La causa-effetto dei rapporti familiari
Le dinamiche, le relazioni, la comunicazione, sono un botta e risposta. Sono una “causa-effetto”.
Quando i genitori mi dicono che i figli sono chiusi in se stessi e hanno alzato un muro, scambiando solo qualche grugnito, siamo sicuri che questo atteggiamento non sia la conseguenza di alcuni nostri involontari comportamenti?
Siamo sicuri che non siamo stati noi stessi a indurre la maggior parte dei ragazzi a decidere di interrompere la comunicazione?
Potrebbe essere che quando i ragazzi sono arrabbiati o infastiditi con noi genitori, quello che vediamo sia la conseguenza del fatto che non si sentono visti, ascoltati e capiti?
Non è ovvio, obbligatorio e inevitabile avere lo scontro generazionale con i propri figli; se avviene, un motivo c’è.
Il quiz per i figli
Ogni 2 o 3 anni, di solito sotto l’ombrellone in estate, facevamo con i nostri figli il gioco “come posso migliorare”?
Il gioco è semplice: un foglio di carta e una penna ai figli, i quali hanno la libertà di scrivere le osservazioni che vogliono sul nostro operato come genitori.
Abbiamo iniziato a fare questo gioco quando avevano 12-13 anni e le regole del gioco sono semplici:
- Si può dire tutto ma senza essere offensivi
- i genitori non si devono difendere, devono accettare il punto di vista dei figli
Di solito, quando i figli fanno una critica all’operato genitoriale, la maggior parte dei genitori sente il bisogno di perorare la propria causa e dire che quell’osservazione non è del tutto corretta perché non tiene in considerazione questo e quello.
No. Se agisci in questo modo, il gioco non serve a nulla.
L’esercizio non è pensato per far capire ai ragazzi che si sbagliano ma per far arrivare a noi genitori delle informazioni sul punto di vista dei figli e sul loro vissuto.
Occorre resistere alla tentazione di difendersi, di dire che si sbagliano, di colpevolizzarli a loro volta.
Ogni volta che lo abbiamo fatto sono emerse considerazioni interessanti che ci hanno fatto pensare
- è meglio scrivere un foglio per ogni genitore. All’inizio i figli scrivevano le proprie osservazioni su un solo foglio, e non sapevamo se riguardavano me o mia moglie. Magari mia moglie quella cosa li la faceva già e l’osservazione era nei miei confronti. Quando ci si esprime generalizzando dicendo “voi genitori”, ci siamo accorti che era meno utile.
La verità è la propria percezione
Quando un figlio ci dice (è un esempio) “sento di essere amato poco” non significa che tu non lo ami o che non gli dimostri il tuo amore. Ci sta però dicendo che non percepisce l’amore di cui sente il bisogno nella quantità e nella modalità che si aspetta.
Se i figli dicono “mi dedichi poco tempo”, non significa che non gli dedichi mai il tuo tempo. Stanno dicendo che DAL LORO PUNTO DI VISTA, per quelli che sono i loro bisogni e le loro aspettative, desidererebbero trascorrere con te più tempo o in modo diverso, con una partecipazione differente.
Tra poco leggerai cosa ci rimproverano i figli, il che non significa che tu non faccia queste cose ma è necessario porsi il dubbio se lo facciamo abbastanza da soddisfare il LORO bisogno, e se lo facciamo nel modo che permette a loro di essere soddisfatti.
Cosa ci rimproverano i figli più spesso?
1 – La nostra comunicazione è unidirezionale
Il primo rimprovero dei figli è che la comunicazione che vogliono i genitori tende ad essere unidirezionale.
La comunicazione che attuano la maggior parte dei genitori è “io (genitore) dico e tu (figlio/a) fai, ubbidisci, esegui”
I genitori ripetono in continuazione che i giovani non comunicano ma, dal loro punto di vista, non comunicano perché ai genitori non interessa ciò che i figli hanno da dire.
I genitori sanno già tutto e hanno già capito tutto.
Quando i figli raccontano qualcosa spesso li interrompiamo e iniziamo a dire il nostro parere e a dare i nostri consigli.
I genitori vogliono essere i maestri che parlano e i figli devono essere coloro che ascoltano e imparano.
2 – Sempre a criticare
La seconda critica che ci rimproverano i figli consiste nel fatto che i genitori criticano sempre e tutto.
Se i genitori parlano con i figli è solo per dire che non hanno fatto qualcosa, e se hanno agito i genitori dicono loro che non hanno fatto abbastanza o non abbastanza bene.
Al punto 1) abbiamo detto che molti genitori pare non siano interessati a ciò che i figli hanno da dire e, quelle poche volte che i figli condividono con noi genitori alcune cose che li riguardano, li critichiamo, li rimproveriamo, mostriamo di avere scarsa apertura, quindi, dal loro punto di vista: perché mai dovrebbero parlarci e condividere ciò che vivono e pensano?
Purtroppo molti genitori mirano ad avere figli perfetti. Non se ne rendono conto, ma se ogni cosa è degna di essere criticata significa che la voglio meglio di com’è. Se critico le amicizie significa che le voglio migliori, che non le ritengo all’altezza, poco stimolanti o poco adatte. Se critico un atteggiamento dei figli significa che non accetto quei suoi modi d’agire e ne vorrei un altro che considero migliore. E così via.
Dobbiamo essere consapevoli che ogni volta che facciamo una critica o esprimiamo un giudizio negativo, stiamo dicendo “così, non ti accetto perché ti vorrei diverso/a”.
Non sto dicendo che non si deve mai criticare i figli e che dobbiamo dire che va sempre tutto bene. Sto dicendo che dobbiamo centellinare le critiche, dobbiamo valutare se sono proprio indispensabili.
Si può criticare ma non può essere l’unica fonte di comunicazione. Una volta è una critica, una volta è un giudizio negativo, una volta è un rimprovero, una volta è una correzione, una volta è il far notare che le cose potevano essere fatte diversamente… alla fine è sempre quel piatto e a loro non va giù.
3 – Non c’è interesse ai loro interessi
Il terzo aspetto che ci rimproverano i figli è che i genitori non sono interessati alla loro vita. Starai pensando che è una falsità.
Secondo il loro punto di vista li vogliamo come per noi è giusto e corretto. Non li accettiamo per come sono o sentono di essere.
I loro gusti sono sbagliati, i loro interessi sono sbagliati, i loro hobby sono sbagliati, i loro amici sono sbagliati o come vivono le loro amicizie è sbagliato, i loro vestiti sono sbagliati, la loro musica è sbagliata.
Rispetto al punto precedente la lamentela va un po’ oltre: non siamo interessati al loro mondo, alle loro dinamiche, a ciò che succede nelle loro vite se non per avere lo spunto per una critica.
Non appena i ragazzi iniziano a raccontare vengono criticati per qualcosa e quindi (dal loro punto di vista) ritengono non ci sia interesse per la loro realtà.
Qualche giorno fa stavo facendo un incontro con una persona che vuole migliorare il suo rapporto con il figlio. Vivono negli Emirati Arabi ma i percorsi avvengono con Zoom quindi da ogni parte del mondo si può fare il percorso con me. Ad un certo punto la mamma inizia a criticare il fatto che il figlio trascorra ore davanti alla playstation e io le ho chiesto: “Ci hai mai giocato? Ti sei mai fatta insegnare da tuo figlio? Hai mai condiviso dei momenti di gioco con il gioco che lo appassiona?” No, mai, eppure sarebbe un ottimo strumento per avvicinarsi ed avere un argomento comune.
La madre ha giudicato quel “passatempo” come inutile e stupido e, invece di sfruttarlo come strumento di avvicinamento e condivisione, lo ha trasformato in un motivo di scontro.
4 – Siamo trattati come dei bambini
Il quarto rimprovero dei figli nei confronti dei genitori è che li trattiamo come dei bambini piccoli anche se sono cresciuti e, in particolare non li rendiamo partecipi dei processi decisionali.
Cosa significa? Che in questo momento della loro vita, dove stanno crescendo e si sentono sempre più grandi e maturi (che lo siano o meno) non vogliono più che ogni decisione gli cada dall’alto.
Quando erano piccini il padre e la madre decidevano e i figli non avevano voce in capitolo poiché erano troppo piccoli per valutare le cose e decidere.
Se quando sono più grandicelli continuiamo con lo stesso trattamento è come se dicessimo loro “sei ancora piccolo… sei ancora troppo piccolo”.
Questo crea in loro un enorme fastidio.
5 – Vogliamo avere il controllo su tutto
il quinto rimprovero dei figli consiste nel fatto che vogliamo avere il controllo totale sulle loro vite. Vogliamo decidere tutto noi per le loro vite, non li lasciamo respirare, crescere, mettersi alla prova.
Una cosa è lasciare che loro possano condividere la loro vita e i loro interessi che noi ascoltiamo con sincera curiosità e interesse, altra cosa è che noi li sottoponiamo ad un 3° grado facendoli sentire sotto accusa.
Molti genitori installano le App all’insaputa dei figli per sapere dove vanno tenendoli sotto controllo. Quando rincasano, chiedono loro con indifferenza “dove sei stato/a?” per verificare se dicono la verità o mentono e, se mentono, scatta la critica senza tener conto del fatto che più li controlli e più cercheranno di sfuggire al controllo.
Il problema è che siamo troppo iper-preoccupati, iper ansiosi, e abbiamo costantemente bisogno di tranquillizzarci sapendo che ogni cosa è sotto controllo.
6 – Non mostriamo fiducia
Il sesto rimprovero dei figli ai genitori, (strettamente collegato al punto precedente) è che non ci fidiamo di loro.
Non ci fidiamo abbastanza. Per i genitori, i figli sono sempre troppo piccoli, o troppo inesperti, o non ancora in grado.
Diciamo che è per tutelarli ma è, come ho già detto, per avere il controllo e mettere a bada la nostra ansia.
Se non mostri fiducia come possono costruire la loro autostima? Come possono credere in se stessi se in primis noi genitori non crediamo in loro?
7 – Poca coerenza
Il settimo rimprovero che muovono i figli nei confronti dei genitori è che ci trovano spesso poco coerenti.
Siamo bravissimi a dire ciò che è giusto fare e come è giusto essere ma poi, con le nostre azioni, mettiamo in atto comportamenti opposti.
“Non si usa il cellulare” e il genitore è sempre impegnato a guardare le mail o TikTok.
“Non devi urlare!” dice il genitore urlando al figlio.
Quando ci chiamano diciamo “un attimo e arrivo” perché siamo molto indaffarati ma quando sono loro a risponderci così ce la prendiamo perché li vorremmo a darci ascolto immediatamente.
Queste sono le lamentele ricorrenti.
Se le conosci, puoi evitarle.
Fabio Salomoni















