Perché i bambini fanno i capricci? Perché mio figlio adolescente non mi considera più?

Ricevendo numerose mail da genitori preoccupati, mi sono accorto che ci sono alcune tematiche che si ripetono.

Nell’articolo di oggi desidero affrontare alcuni di questi aspetti riguardanti i bambini e, in seguito, intendo spiegare il perché di alcuni comportamenti tipici che riguardano gli adolescenti.

Perché i bambini fanno i capricci?

Quando mi viene chiesto perché i figli si comportano così e si sta parlando di bambini, il più delle volte mi si chiede “perché fa così… quando fa i capricci?”.

Scoprirlo può esserci utile per comprendere alcuni loro comportamenti e, se si comprende che dietro quel comportamento c’è un perché, forse ci arrabbiamo o ce la prendiamo un po’ di meno.

I bambini, e più sono piccoli più è così, non sanno parlare o comunicare, come farebbe un adulto. Ovvio. Quindi, sperimenta soluzioni per riuscire a comunicare le sue esigenze, le sue volontà, o il suo dissenso, attraverso la modalità che gli riesce più istintuale.

Quasi subito dopo la nascita, scopre che il pianto richiama l’attenzione degli adulti ed è un ottimo strumento per riuscire a soddisfare le proprie necessità.

Quando era nei primi mesi di vita e aveva fame, non era in grado di dire “maaaammmaaaaaa, ho fame. Per cortesia, potresti portarmi un po’ di latte alla giusta temperatura?” No, nei primi mesi di vita, se ha fame, se ha sonno, se è sporco, piange a squarciagola. È la strategia comunicativa che ha istintivamente imparato per dire “Ho un bisogno… occupatene, aiutami”.

I figli crescono, ma ha imparato che quella cosa del “piangi e il tuo bisogno verrà esaudito”, ha funzionato per un bel po’ di tempo. Quindi i bambini, istintivamente (non per cattiveria, non per dispetto) comunicano i propri bisogni attraverso una modalità di richiesta che non è uguale a quella che adotterebbero degli adulti.

Il pianto è un prezioso strumento

Capisco che il pianto dei bambini sia fastidioso. È stato creato così apposta. Il pianto del neonato ha le sonorità perfette per lacerare i timpani dei genitori perché non possano fare a meno di correre in suo aiuto.

Allo stesso modo il capriccio è una strategia ideata e attuata perché i genitori si accorgano che c’è un bisogno del bambino che vorrebbe fosse soddisfatto.

Se il capriccio fosse fatto con una strizzatina dell’occhio destro il bambino scoprirebbe prestissimo che nessuno se ne accorge, quindi, non lo usa.

Al contrario, il capriccio fa in modo che tutti si accorgano di lui e del fatto che ha una volontà da esprimere.

Il solo fatto che lui faccia un capriccio non obbliga i genitori ad assecondarlo. Quando soddisfare le richieste e quando frustrarle è una valutazione e scelta che dipende dal genitore di volta in volta.

Chi fa i capricci è viziato?

Chi fa i capricci è viziato? No. Chi fa i capricci, comunica.

Se urla e strepita in continuazione, in ogni momento, ogni giorno, non è viziato ma, con ogni probabilità, ha imparato che è un ottimo strumento per ottenere ciò che vuole.

Da tutto ciò che è stato fin qui detto emerge una grande verità: più assecondi il capriccio per farlo smettere e più userà il capriccio.

Molti genitori, esasperati dalle urla e dalle pretese dei bambini, decidono di accontentarli non perché le richieste sono coerenti ma per il solo fatto di far cessare l’estenuante modalità dell’assillo. È la strategia migliore per insegnare ai figli che il capriccio funziona a meraviglia.

Il fastidio dei capricci

E ora dirò una cosa che non ti farà piacere. Forse sono un po’ troppo diretto e schietto e ti chiedo scusa: quando un adulto decide di avere dei figli deve mettere in conto che non avrà più la tranquillità che aveva prima di essere genitore, perché la tranquillità viene stravolta dall’arrivo dei figli.

Se decidi di prendere un cane, non puoi meravigliarti di doverlo portare fuori per i suoi bisogni. Non ti sorprendi, lo sai: il cane ha bisogno di essere portato fuori, e se non lo porti fuori è un disastro perché farà i suoi bisogni in casa e poi non ci si può arrabbiare e prendersela con lui, perché si sapeva che il cane deve essere portato fuori più volte al giorno.

Se decidi di acquistare un’automobile non ti meravigli di doverci mettere il carburante per poterla utilizzare. Se non lo metti resti a piedi e non puoi arrabbiarti con la tua automobile.

Con i figli è la stessa cosa: i figli fanno baccano, ridono, scherzano, ti prendono in giro, schiamazzano, rompono qualche oggetto inavvertitamente, litigano tra loro e fanno i capricci. Dov’è il problema? Di cosa ti meravigli? Perché vi coglie impreparati? Perché sembra che ne siate sorpresi? I bambini comunicano di avere i bisogni e desideri anche attraverso una richiesta fatta di grida e pianti. Il cane abbaia, il gatto miagola e il bambino quando vuole una cosa e non la ottiene, fa i capricci. È il suo linguaggio.

Con il bambino devi imparare a parlare per mantenere una tua leadership ed evitare che prenda lui, bambino di 3-4-5 anni il controllo della situazione. Devi imparare a gestire la tua rabbia che monta quando sei sul limite della sopportazione e devi imparare a parlare con tono calmo e deciso restando fermi sull’applicazione delle regole che per te sono importanti.

Fa i capricci per un bisogno di attenzione

Se i bambini tendono a fare i capricci per comunicare (in modo fastidioso) che hanno un bisogno da soddisfare, quali sono i bisogni che solitamente manifestano?

Il primo è il bisogno di attenzione.

Non importa che tu dia o meno le tue attenzioni ai tuoi figli; potrebbe accadere che per quanto tu ti stia occupando di loro, essi avvertano il bisogno di maggiore attenzione oppure hanno il timore di non essere “visti”, di non contare abbastanza, di venire dimenticati.

In questo caso è importante dedicare del tempo di qualità ogni giorno, per ascoltarli e giocare insieme. Il genitore deve valutare dove si trova il confine del tempo da dedicargli perché potrebbe accadere che il bambino non ne abbia mai abbastanza, più attenzioni riceve e più sente il bisogno di averne altre. In questo caso occorre mettere dei “limiti”, dei “bordi” perché il bambino impari anche a bastare a se stesso.

È anche importante utilizzare spesso con il bambino parole di incoraggiamento e affetto per farlo sentire amato e riconosciuto.

Quando il bambino fa i capricci per attirare l’attenzione, evitiamo di ignorarli. Non farebbe che acuire il senso di bisogno di attenzione. Rispondendo con calma e affetto, è necessario comunicare che ci siamo accorti del suo bisogno e che gli verrà dedicato tempo al più presto.

Se è possibile, può essere una buona idea creare routine quotidiane che prevedano momenti di condivisione e attenzione esclusiva.

Infine, è importante mostrare il massimo interesse per le loro attività e passioni, rafforzando il legame.

Fa i capricci per una frustrazione

Come agire se il motivo alla base del capriccio è una frustrazione? Come prima cosa è necessario aiutare il bambino ad esprimere le proprie emozioni, usando parole semplici come “sei arrabbiato” o “sei triste” (man mano che il bambino cresce è indispensabile che il vocabolario delle emozioni venga arricchito).

Dopo che si è accolta la frustrazione del bambino, cioè dopo che si è comunicato che abbiamo compreso il suo bisogno, è necessario offrire alternative o soluzioni pratiche per risolvere il problema che lo infastidisce.

Quando ci si accorge che il capriccio è una espressione di una frustrazione o di una insoddisfazione è importante che il genitore mantenga la calma e sia paziente per non aggravare la frustrazione e, con l’atteggiamento di calma e pazienza il genitore starà mostrandosi esempio di gestione delle emozioni.

Ogni volta che il capriccio è dovuto ad una insoddisfazione è importante spiegare in modo semplice perché non possono sempre ottenere tutto ciò che vogliono.

Fa i capricci per un bisogno di autonomia

Si potrebbe scoprire che i capricci sono la strategia per esprimere un bisogno di autonomia.

In questo caso può essere d’aiuto dare loro piccole responsabilità e decisioni appropriate alla loro età.

Approvo sempre quando i genitori incoraggiano i propri figli a provare a fare le cose da soli, offrendo supporto senza intervenire subito.

Quando i tuoi figli, in autonomia, portano a termine i loro impegni, ricorda di riconoscere e celebrare i loro sforzi e successi, anche i più piccoli.

Fa i capricci perché è stanco

Potrebbe anche accadere che, semplicemente, il tuo bambino faccia i capricci perché è stanco e, la modalità del capriccio, è semplicemente una richiesta di riposo.

In questi casi è bene assicurarsi che i figli abbiano un orario di sonno regolare e sufficiente. Per quanto possibile, è spesso necessario creare un ambiente tranquillo e rilassante prima di andare a dormire. In questo modo il bambino “scivolerà” serenamente in un sonno ristoratore.

Durante il giorno è importante riconoscere eventuali segnali di stanchezza e, quando si evidenziano, sarebbe bene concedere loro delle pause o dei momenti di relax.

Qualunque sia il bisogno che si cela dietro il capriccio, è ben ricordare che, i capricci, sono spesso un modo per i bambini di comunicare bisogni o emozioni che ancora non sanno esprimere bene. Con pazienza e comprensione, puoi aiutarli a gestire meglio queste situazioni.

Sino a che non impara ad esprimersi in modo comprensibile, il bambino può e deve fare i capricci. Così come il cane può abbaiare e il gatto può miagolare. Un bambino ha il diritto di piangere e frignare.

Non sta facendo l’irragionevole, ma siamo noi adulti che non siamo ragionevoli con il suo linguaggio e siamo noi che non possiamo pretendere che un bambino piccolo ragioni, dialoghi, faccia richieste come un adulto.

Un buon genitore deve occuparsi di meno del linguaggio “capriccio” e occuparsi di più del motivo del capriccio.

Adolescente: perché non mi considera più?

Quando vengo contattato da genitori di figli adolescenti, le domande più frequenti sono: perché non mi considera? Perché non mi parla? Perché mi taglia fuori dalla sua vita?

La risposta è semplicemente: perché deve fare a meno di te.

L’adolescente cerca di allontanare i genitori perché deve capire e scoprire se è in grado di fare a meno di loro. Deve dimostrare a se stesso/a di essere in un processo di sempre maggiore autonomia che lo porterà a riuscire a fare a meno dei genitori.

Perché l’adolescente non mi parla più?

Gli adolescenti tendono a interrompere la comunicazione con i genitori: perché?

Perché ora hanno nella testa argomenti che i genitori considerano inappropriati.

Era facile parlare di macchinine, soldatini e bambole, ma quando nella testa hai il primo bacio, il primo amore, o il sesso, quando nella testa hai il saltare l’ora di scuola, quando nella testa hai lo stare con gli amici invece che stare con la mamma, è molto probabile che i genitori rispondano alzando il sopracciglio.

I figli scoprono che ci sono argomenti che è meglio tenere per sé perché quei genitori non la stanno prendendo benissimo, e per benissimo intendo dire: non comprendono dal punto di vista adolescenziale.

Quando i figli ci parlano di qualcosa, la maggior parte dei genitori, istintivamente, ascoltano quelle informazioni dal punto di vista “dell’adulto” e la giudicano in base ai propri parametri.

Questo crea un non apprezzamento, una contrarietà, un’accusa, un giudizio negativo che fa si che i figli decidano di tenere le cose per sé per non andare incontro a commenti sconvenienti.

Il giudizio interrompe la comunicazione

Più i genitori sono giudicanti e meno i figli desiderano comunicare con loro.

Prima o poi i genitori devono imparare ad esprimere giudizi sono quando sono i figli a chiederci un parere.

La loro musica non ti piace? Più lo esprimi e meno te ne parlerà. La miniserie che segue su netflix ti sembra un’imbecillità? Più lo esprimi e meno ti parlerà delle serie che lo appassionano. I suoi amici o ciò che fanno quando sono insieme non ti convincono del tutto? Più lo fai percepire e meno ti parlerà dei momenti che trascorrono insieme.

Ricorda che ogni adolescente pensa: “Se so che dicendo una cosa vado incontro a una critica, perché mai dovrei dirla?”

 

Fabio Salomoni