Da chi dipende l’educazione dei figli? Educare, deriva da educere: tirar fuori, conducendo.

Sostenere il bambino, nel suo crescere perché possa essere in grado, un domani, di essere autonomo, di definire e raggiungere i propri obiettivi, e di saper star bene con se stesso.

Credo sempre nella buona volontà dei genitori, anche se i risultati si rivelano pessimi.

Ognuno fa quel che può con quel che ha.

Ma, anche se possiedono buona volontà, i genitori a volte si sentono smarriti, in difficoltà, e magari si bloccano, non agiscono, non fanno.

Altre volte agiscono con sicurezza sulla base del proprio buon senso, ma i risultati dimostrano che le risposte non si sono rivelate ottimali e non hanno aiutato i figli per come ci si sarebbe aspettati.

Tuo figlio è ciò che è: In parte per fattori genetici ed in parte per il contatto con i genitori, amici, insegnanti ecc.

Nei primi anni, l’impatto dell’influenza che ricevono i figli, è costituita al 90% dei genitori ed al 10% da tutti gli altri, poi man mano crescono, le percentuali si invertono.

I genitori sono determinanti ed influenzano moltissimo. Nel Bene e nel Male.

È strano perché oggi i genitori hanno a disposizione opportunità e conoscenze fino a qualche anno fa impensabili; eppure un bambino su 9 entra in contatto con psicologi e/o psicofarmaci. Perché?

In parte perché le informazioni ci sono ma i genitori non le fanno proprie; per qualcuno è dovuto ad un pizzico di presunzione (“ma che vuoi che mi possano insegnare… so come si fa!”) per altri al timore di mettersi in discussione e doversi applicare con nuovi metodi e strategie (ed è faticoso ed impegnativo).

Oltre a questo, la maggior parte di noi genitori è certamente stritolata da una vita caotica, nevrotica, che lascia sempre meno tempo per educare.

Ma proprio perché hai meno tempo, devi imparare come farlo al meglio.

Quindi, da chi dipende l’educazione dei figli?

È strano perché questo concetto, in ambito lavorativo viene compreso immediatamente.

Si fanno continui corsi di aggiornamento alla ricerca di un miglioramento costante, si interpellano consulenti, si fanno riunioni, mentre con il bene più prezioso, i propri figli, pensiamo si possa lasciare il tutto alle abitudini, al buon senso ed alle intuizioni.

Il buon senso, le abitudini e le intuizioni sono importanti, ma bastano?

L’invito è a non gestire l’educazione dei figli come fosse un gioco d’azzardo, sperando di aver azzeccato i numeri giusti.

 

Fabio Salomoni