Figli che si scoprono artisti. Figli che ritrovano la gioia in piccole cose quotidiane. Figli che aiutano e sorprendono i genitori. Sono i ragazzi dopo la quarantena. Ecco cosa hanno appreso e cosa dovremmo imparare noi adulti.

Chi segue i miei articoli o i miei video lo sa: ho una predilezione per gli adolescenti e le nuove generazioni

Alcuni sono sconsiderati, qualcuno non ha senso civico, altri potrebbero essere considerati irresponsabili, ma guardando al numero complessivo dei ragazzi in quella fascia d’età, mi sento di affermare che la maggior parte di loro è in gamba. Del resto è normale che gli adolescenti siano impulsivi o incoscienti. Da sempre. La grande differenza rispetto al passato è che oggi, quei pochi, hanno estrema visibilità e le eccezioni le percepiamo come consuetudini.

Figli è difficoltà

Nei momenti di difficoltà possiamo scoprire di possedere capacità recondite che mai avremmo immaginato e questo è certamente un momento difficile, che ha scombinato ogni equilibrio, personale e famigliare.

Qualche settimana fa ho postato su Facebook un video nel quale invitavo a un momento di riflessione, perché ci si rendesse conto di quali risorse o caratteristiche abbiamo scoperto in noi stessi durante questa emergenza.

Oggi ti chiedo di indirizzare la tua attenzione su ciò che hanno mostrato i figli durante questo lungo periodo di convivenza forzata e continuativa.

Figli ed evoluzione

Consideriamo un aspetto: il bambino è genitori-centrico. Tutto il mondo del bambino ha come riferimento gli adulti che gli dicono cosa fare, come farlo, quando farlo.

Poi sopraggiunge l’età dell’adolescenza e il mondo diventa amici-centrico. I coetanei, i compagni di classe e gli amici del tempo libero sono i nuovi punti di riferimento.

Con questa premessa, possiamo immaginare quanto sia stato difficile per loro accettare le restrizioni e i blocchi. Gli è stato impedito di vivere ciò che sentono essere di vitale importanza, ciò che per loro è un bisogno fondamentale.

Con ogni probabilità, appena hanno avuto consapevolezza che la quarantena si sarebbe protratta per molti giorni, una parte dei ragazzi avrà tentato di trovare un modo per aggirare le regole.

Qualcuno avrà dato appuntamento agli amici per andare a fare la spesa insieme, altri avranno fatto coincidere gli orari di passeggiata con il cane, ed è altamente probabile che una parte degli adolescenti si sia mostrata oppositiva, sfidante, minimizzando quanto stava accadendo o adducendo motivazioni per poter uscire (“ma a noi ragazzi, il virus, non fa ammalare”). Fin qui nessuna novità o talento degno di nota.

Figli e flessibilità

Poi, la maggior parte di loro, ha mostrato incredibili capacità che vanno riconosciute.

In primo luogo, ad un certo punto si sono arresi all’inevitabile situazione. Ricevo ogni giorno centinaia di mail o messaggi da genitori che confermano (tranne sporadici casi) che i ragazzi hanno avuto la capacità di non voler pretendere di lottare contro i mulini a vento. 

Hanno compreso che la ribellione avrebbe comportato un maggior contagio ed una esposizione al pericolo per i propri genitori e per i loro nonni. Hanno così deciso di mostrare una seconda grande qualità: la flessibilità.

Hanno capito che non avrebbero potuto incontrare ed abbracciare i propri amici e hanno cercato un modo nuovo e alternativo per mantenere vivi i rapporti sociali. Organizzano meeting attraverso il Web e hanno persino imparato a parlare uno alla volta dopo aver scoperto che accavallandosi nel parlare, non ci si capiva.

Si sono adeguati ai nuovi metodi di lezione on-line (molto prima della maggior parte dei docenti), e hanno accettato di riorganizzare le giornate, trovando spazio per vecchi e nuovi interessi.

La capacità di essere flessibili così da potersi adeguare sfruttando al meglio le situazioni che si presentano, è una risorsa importantissima che molti adulti hanno scoperto di non possedere, cercando di reiterare vecchie abitudini.

Cosa hanno scoperto i nostri figli?

I ragazzi hanno anche avuto modo di scoprire e riscoprire. In qualche famiglia si è riscoperto il piacere di trascorrere del tempo insieme con dei vecchi giochi in scatola. Alcune famiglie hanno scoperto il piacere di condividere dei momenti di musica o hanno allestito delle maratone video, riguardando vecchie saghe di film.

Ed i genitori? I momenti di crisi non sono per la semina. I momenti di crisi sono quelli della raccolta. Se hai seminato poco o male negli anni precedenti, ora raccogli solo difficoltà.

In questa situazione, per tutti coloro che si sono impegnati negli anni precedenti, mantenendo una comunicazione aperta con i propri figli ed un clima familiare sereno, è più semplice far fronte alla situazione. Coloro che stanno incontrando difficoltà sono i genitori che negli anni precedenti hanno lasciato che le cose si trascinassero, hanno sperato che la situazione primo o poi migliorasse da sola, hanno accusato i figli per ciò che accadeva senza assumersi la responsabilità degli eventi, hanno minimizzato o sottovalutato.

Cosa possiamo fare?

Possiamo vivere al meglio questa opportunità. Quale opportunità? Quella di stare così tanto tempo in compagnia dei nostri figli. Se i tuoi figli sono degli adolescenti, sono certo che non ti capitava da molto tempo di averli a portata per così tante ore.

Stiamo sfruttando questa situazione per conoscerli meglio? Stiamo creando le condizioni per condividere dei momenti dove stare tutti insieme e con piacere? Come prima cosa occorre fare in modo che si mantenga aperta la porta della comunicazione. Quello che accade di solito è che, quando i figli espongono un proprio pensiero, un proprio punto di vista, un proprio parere, vengano da noi giudicati negativamente. Quello che accade è che, quando i nostri figli prendono una iniziativa e agiscono, ricevono critiche perché a nostro avviso non fanno abbastanza o avrebbero dovuto fare meglio.

Cosa comunicano i nostri figli?

I figli espongono sé stessi e si rivelano attraverso i pensieri e le azioni che condividono con noi, ma se il feedback che ricevono dai genitori è spesso di condanna, smettono di farlo.

Non si sentono accettati proprio da coloro che dovrebbero mostrare maggiore accoglienza, i genitori, e la conseguenza è che la comunicazione nei nostri confronti viene interrotta, alzano il muro, si chiudono nelle loro stanze, ascoltano solo attraverso le cuffie e guardano solo attraverso gli schermi. Il loro comportamento non è causa, è effetto.

Quindi in questo periodo è necessario aprirci maggiormente alla scoperta di chi sono diventati i nostri figli: cosa piace loro e perché, come la pensano, anche su ciò che a noi può sembrare insignificante, ascoltiamo il loro parere.

Proviamo a trattenerci dal giudicare le loro parole, permetteremo la riapertura di un corridoio comunicativo con noi e ci meraviglieremo di quanto possano essere profondi e creativi i nostri figli.

 

Fabio Salomoni