Sembra incredibile, ma noi genitori, nella comunicazione con i figli, facciamo un po’ come quella situazione in cui, uno puntava il dito ad indicare la meravigliosa luna, e l’altro, non capendo, gli osservava il dito.

I nostri figli, specie quando sono ancora piccoli, comunicano le proprie esigenze in un linguaggio fatto di comportamenti.

Il bambino che tiene il pannolino fino a 4-5 anni, sta comunicando qualcosa ai propri genitori, i quali sono di fronte a una scelta:

  • Guardare “la luna” e quindi occuparsi di ciò che il figlio vuole dire attraverso quel comportamento
  • Guardare “il dito” correndo dalla pediatra perché il figlio ha un problema nel controllare gli sfinteri.

Molto probabilmente non ha alcun problema, anzi, il suo problema sono i genitori che non stanno traducendo la sua comunicazione, e quindi non capiscono la reale esigenza.

Perché tuo figlio sembra sempre insoddisfatto? Perché è spesso arrabbiato, o piagnucoloso? Perché dorme poco o fatica ad addormentarsi? Perché ti risponde con l’apparente disprezzo?

Puoi provare a ricorrere a quel certo espediente per farlo dormire di più, puoi porre la tua attenzione sul dirimere le continue discussioni con la sorella, puoi cercare una soluzione al problema della sua difficoltà a fare i compiti per più di 3 minuti.

Ma stai semplicemente agendo sul sintomo, invece che occuparti del messaggio che ti sta inviando.

Cosa vogliono i figli?

Amore e Sicurezza, il messaggio che vogliono è “Non ti giudico e ti amo, qualunque cosa accada, io ci sono per te”.

Quindi dedicagli il tuo tempo, perché la tua comunicazione dovrà essere verbale dicendogli questo messaggio direttamente, para-verbale attraverso il tono della tua voce, e non verbale, stando con lui, abbracciandolo, giocando insieme, coccolandolo.

Scoprirai che quando la sua esigenza verrà soddisfatta, quel suo modo di comunicare cesserà, perché non avrà più motivo per continuare.

Se invece agirai semplicemente sul sintomo, inizierà ad effettuare la sua richiesta con un altro comportamento ancora più eclatante.

Spesso come genitori viviamo nella pretesa che i figli pensino e si comportino come se fossero adulti, come faremmo noi.

Ma non hanno le nostre risorse e capacità e la nostra pretesa rende il loro bisogno ancora più impellente: non solo hanno una necessità, non solo non ce ne accorgiamo, ma oltretutto li rimproveriamo per non aver agito come avremmo desiderato.

Molti sostengono che avere figli sereni o tranquilli sia una questione di fortuna: non sono d’accordo.

I figli sono come sono a causa o per merito dei genitori che hanno.

E a coloro che mi fanno notare che con 2 figli hanno ottenuto risultati diametralmente opposti, rispondo semplicemente questo.

Con uno dei due è stato più congeniale, istintivo e naturale ascoltare ed andare incontro alle sue esigenze e necessità, mentre con l’altro, non ci si è accorti che parlava un linguaggio diverso e non lo si è tradotto nel modo dovuto, vivendolo come “bambino sbagliato e difficile” e pretendendo che si adeguasse, lui bambino piccolo, al linguaggio a noi più congeniale.

Amore e Sicurezza: tutto il resto sono fronzoli e merletti.

 

Fabio Salomoni