Cosa sono le regole? Qualche giorno fa stavo passeggiando con mia figlia. Ogni tanto mi accompagna per andare a trovare i miei genitori che vivono a 4-5 km da casa nostra e ci andiamo a piedi per smaltire un po’ di calorie.

Durante questi percorsi, di 30-40 minuti, abbiamo modo di chiacchierare e, attraverso l’articolo di oggi, desidero condividere con te l’argomento che abbiamo affrontato.

Mia figlia mi faceva notare che alcune sue amiche e amici hanno dei genitori che sono più repressivi dei suoi e non capiva perché fossero così limitanti.

Dal suo punto di vista lo fanno per mancanza di fiducia nei confronti dei propri figli.

Il punto di vista dei figli

L’argomento è iniziato dal fatto che volevano organizzare una serata tra 6-7 amici e amiche per andare in discoteca e, dopo la discoteca, volevano andare a dormire a casa di una di loro che aveva la casa libera.

Secondo mia figlia, l’iniziativa era benemerita perché evitava a noi genitori l’onere di andare a prendere i figli alle 2 di notte.

Si aspettava che le dicessi che anch’io non capivo il comportamento degl’altri genitori e invece ero contrario al fatto che stesse a dormire con altre 6-7 persone a casa dell’amica.


È capitato che trascorresse la notte da una compagna di classe ma 3-4 fanciulle e 3-4 fanciulli è diverso… e lei non ne comprendeva il motivo. Non capiva quale fosse la differenza.

Dal suo punto di vista diceva “siamo ragazzi a posto, che non hanno intenzioni brutte, vogliamo solo andare a dormire in un posto comodo vicino alla discoteca e ci permette di stare con persone con cui stiamo bene, con cui siamo felici. Perché dite di no? Non capisco il problema”.

Dal suo punto di vista non fa una piega.
Il suo pensiero è coerente, ha una logica.
Il suo pensiero mostra anche una certa ingenuità che mi piace, che mi fa sorridere e che me la fa trovare tenera…

Quindi ho dovuto spiegarle il concetto di regole e ve ne voglio parlare perché può essere un discorso che potreste anche voi condividere con i vostri figli.

Adolescenti: 2 tipi di regole

Ci sono 2 tipi di genitori che impongono le regole:

  1. genitori che fanno le regole per comodità propria
  2. genitori che fanno le regole per tutela dei figli.

Le regole sono importanti ma ancor di più, conta il fine che c’è dietro la regola.

Un genitore potrebbe dire “la tal sera rientri entro mezzanotte” perché non ha voglia di stare in pensiero fino al suo rientro o con la possibilità che arrivi la telefonata di doverlo andare a prendere da qualche parte della città come un taxi occasionale.

È una regola dettata da un fastidio personale.

Un altro genitore potrebbe mettere la stessa regola “la tal sera rientri entro mezzanotte” ma la decide perché teme che il figlio non dorma abbastanza, o che dopo una certa ora sia troppo stanco per stare attento durante gli spostamenti con i mezzi rendendo il rientro potenzialmente più pericoloso.

In questo caso, la regola è la stessa ma non è per un tornaconto personale, è per tutela e quindi è una regola che è pro-figlio ed è migliore.

Mi piace illudermi del fatto che coloro che leggono i miei articoli o che mi seguono sui social siano tutti genitori animati dal “bene dei figli”, quindi non prendiamo in considerazione la prima tipologia di padri e madri.

Diciamo che anche tra i genitori dei suoi amici non ci sono coloro che se ne fregano dei figli e che mettono regole a caso solo per non avere problemi e non avere rogne, quindi diciamo che i genitori dei suoi amici e i suoi, a volte fanno bene a volte fanno male, a volte sbagliano a volte no, ma sono sempre mossi da un fine giusto.

Certo, la regola può piacere o non piacere ma, almeno in teoria, ha lo scopo di essere una regola per il bene dei figli.

Come determina le regole un genitore a modo?

Come determina le regole un genitore che agisce a fin di bene?

Un genitore, più o meno consapevolmente, ipotizza, immagina, pre-vede, possibili scenari negativi e, sulla base di ciò che immagina, definisce le regole.

Sono giuste? Sono sbagliate? Non lo puoi sapere, non si può dire, perché avendo il fine di tutelare i ragazzi, non si ha la controprova del danno a cui sarebbero andati incontro se la regola non ci fisse stata.

Di fatto, sono limiti che il genitore determina per riuscire a mantenere un certo grado di sicurezza che ritiene utile e rassicurante.

Prendiamo il caso posto da mia figlia: perché quei genitori sono contrari a far andare i figli a dormire a casa dell’amica?

Perché si è formata nella loro testa la scena di una ammucchiata, magari qualcuno porta una bottiglia di vodka alla pesca che fresca fresca va giù che non ci si accorge e i freni inibitori vengono meno, oppure ipotizzano e temono il problema del gruppo, il branco, dove alcune cose che da soli non si farebbero, spinti dal gruppo vengono compiute, per non apparire deboli o per restare inclusi nel gruppo.

Quanto più un genitore immagina possibili scenari di pericolo tanto più definisce regole limitanti, astringenti con l’idea di impedire che si verifichino.

È corretto definire regole limitanti?

È giusto porre le regole per soddisfare il nostro bisogno di tutelarli?

Forse no, perché nella testa dei ragazzi c’era solo di andare a casa dell’amica e, stanchi dopo le ore di ballo e musica “a palla”, potersi accasciare a dormire fino al pomeriggio del giorno dopo.

Forse no, perché nella loro innocenza non c’era nessun intento “criminoso” o potenzialmente letale ma molte cose avvengono senza premeditazione, i genitori tendono a prevenire ogni possibile situazioni di pericolo e, sulla base di questo, determinano le regole.

Non sarà giusto, ma è a fin di bene.

Perché vogliamo che studino? Perché lo studio consente di avere conoscenze e attestati che permettono di avere un lavoro appagante.

Se non avessimo la convinzione che senza buoni voti rischiano di avere una vita di stenti, non staremmo a preoccuparci tanto se non studiano a dovere.

Perché vorremmo che i nostri figli fossero educati? Perché , entrando in contatto con le altre persone, se non sapranno comportarsi in modo accettabile potrebbero venir accantonati e vivere la delusione e l’amarezza della solitudine.

Perché ci si preoccupa se i figli non accettano di ammettere quando sbagliano? Perché immaginiamo che questo atteggiamento permetta loro di assumersi le responsabilità delle proprie azioni.

Se non immaginassimo questi comportamenti come potenziali pericoli per la loro vita, non ce ne cureremmo,  ma i genitori ipotizzano, a tutela dei propri figli, possibili scenari di difficoltà o pericolo futuri e sulla base di questo definiscono i limiti attraverso le regole.

A volte sono sbagliate o eccessive? Sì, è possibile.
La vera difficoltà con le regole sta proprio in questo: alcuni genitori sono così ansiosi che dicono di no a tutto. Non è per mancanza di fiducia nei figli come afferma mia figlia; è per amore dei figli, per timore e desiderio di tutelarli.

Ecco, questa è stata la chiacchierata tra me e Giada e nello scenario che ipotizziamo, spesso consideriamo come problema non i nostri figli ma gli altri, i pericoli, il più delle volte, pensiamo arrivino dall’esterno.

I pericoli per i nostri figli

Mio figlio ha la patente e quando esce in auto sono preoccupato, non perché non sappia guidare, anzi, so che è molto scrupoloso, attento e ligio, ma perché non so quanto attenti possano essere gli altri.

Questo per dire che a volte le regole non sono per mancanza di fiducia verso i figli ma perché temiamo che i figli possano entrare in contatto con potenziali pericoli loro malgrado.

Credo sia stato importante spiegare a mia figlia il perché di alcune regole, spiegare che le regole non sono mai CONTRO di loro, l’intendo non è limitare la loro libertà ma tutelarli, lo scopo è la loro tutela e spesso, nel tentativo di assicurare loro la sicurezza, siamo costretti a limitare la loro libertà.

Le regole sono un atto d’amore.

Messaggio per ogni genitore: discorsi come questi, sono semplici chiacchierate e vanno fatti mentre si passeggia amorevolmente. Mai affrontare questi temi durante situazioni di scontro dove voi definite le regole e i figli le contestano.

Le spiegazioni e i chiarimenti si danno sempre in tempo di pace.

 

Fabio Salomoni