Quanto fai sentire in colpa i tuoi figli? Quando vengo invitato nelle scuole per parlare con i ragazzi e gli insegnanti, una delle lamentele che i ragazzi esprimono più spesso è che i genitori, quando parlano con loro, in gran parte lo fanno per accusarli o colpevolizzarli o rimproverarli di qualcosa.

Se, da una parte, i genitori lamentano il poco dialogo con i propri figli che tendono a rifiutarlo, dall’altra parte i figli affermano che il muro comunicativo viene eretto per evitare di sentirsi spesso sotto accusa.

Non possiamo dimenticare che per molti secoli il senso di colpa è stato adottato dai genitori come strumento per avere il controllo sulle azioni dei propri figli e veniva esercitato attraverso frasi come: “Metti in ordine, se mi vuoi bene”, oppure “Smetti di fare i capricci, che mi stai facendo soffrire”, ma anche il più sottile “Mangia tutto, che c’è chi muore di fame”, senza dimenticare “Mi sono privato di tante cose per te” oppure “Con tutto quel che ho fatto per te”. Sono frasi che ancora oggi vengono molto utilizzate e hanno lo scopo di esercitare una pressione sui figli attraverso il senso di colpa.

Il senso di colpa è culturale

Il senso di colpa fa parte dell’essere umano, ma l’utilizzo che se ne fa è culturale. La religione cattolica nella quale la maggior parte di noi è intriso sin dalla nascita, usa spesso come leva “la colpa”; il peccato originale è una colpa che i fedeli portano in sé fin dalla nascita, i peccatori hanno sulla coscienza la morte di Cristo che si è fatto crocefiggere per la “nostra” salvezza, etc.

Se i messaggi sono stati di questo tipo sin dal primo giorno, è naturale che molti genitori utilizzino questo metodo quando cercano di parlare, educare e comunicare con i propri figli e, come conseguenza, è molto probabile che loro la utilizzino con noi genitori; sempre più genitori mi contattano perché si sentono in colpa nei confronti dei propri figli.

La colpa funziona

Il problema è che il senso di colpa è una strategia che funziona.

Il senso di colpa è una strategia che funziona in particolare nelle brave persone, nelle persone che hanno una coscienza, che si fanno scrupolo: sulla stragrande maggioranza delle persone ha effetto perché sono rarissimi gli individui che si considerano deprecabili.

Il senso di colpa è efficace perché fa leva sul desiderio di essere accettati, amati, accolti e, se si è colpevoli, si è sbagliati, inadatti, inaccettabili. Ecco che il bambino, ed in seguito l’adulto, per evitare di sentirsi escluso ed isolato accetta di comportarsi come gli altri si aspettano da lui, evitando di essere colpevole.

Possiamo dire che il bisogno di essere amati viene messo a repentaglio dalla possibile colpa e, nel tentativo di conservare l’amore, chi utilizza il senso di colpa è in grado di manovrare e manipolare esercitando un controllo. È una sorta di ricatto: “Se fai come dico io sei bravo e ti voglio bene, altrimenti sei colpevole e non ti voglio più perché non mi vai più bene”.

Elimina la colpa da casa tua

Io ho da anni introdotto un cambiamento in casa mia: qui non c’è colpa, qui c’è responsabilità.
Ognuno di noi non è colpevole, ma è responsabile. Non è la stessa cosa.
La colpa è inesorabile. La colpa è statica. La colpa è immodificabile, ricade sulla persona e la porta con sé senza poter fare nulla al riguardo.

La responsabilità no. La responsabilità è un prendere le redini della propria esistenza: posso aver sbagliato e mi assumo la responsabilità, dandomi da fare, se possibile, perché le cose cambino o non si ripetano ed è diverso rispetto alla colpa perché, la colpa per ciò che hai fatto resta indelebile anche se ti attivi per porre rimedio.

La colpa è un’onta che non si cancella. Diversamente, la responsabilità è un considerarsi protagonisti delle proprie azioni con la convinzione che si possa agire per cambiare o rimediare; la colpa no… la colpa è come una tatuaggio, una marchiatura che ti segna per sempre, al punto che non occorre neppure porvi rimedio.

La colpa, a differenza della responsabilità, prevede un’espiazione, la colpa prevede una punizione.

In verità il senso di colpa stesso è già una punizione: il rimorso, mentre la responsabilità non ha nulla a che vedere con la punizione e si orienta sui risultati.

La colpa macera dentro gli individui; la responsabilità permette di vedere la luce in fondo al tunnel, sta solo a te decidere di attraversarlo.

Quindi, potrebbe essere una buona idea bandire dalla propria abitudine comunicativa la parola colpa sostituendola con la parola responsabilità.

La ricerca del colpevole

Wayne W. Dyer è un conferenziere motivazionale e dice che: “Nella vita, le due emozioni più futili sono il senso di colpa per ciò che è accaduto, e l’inquietudine per ciò che potrebbe accadere. Eccoli qui, i grandi sprechi! Inquietudine e Colpa — Colpa e Inquietudine.”

Nella colpa c’è spesso l’errata convinzione che trovare il colpevole aiuti anche se in realtà, il più delle volte trovare il colpevole non serve a nulla… “chi ha rovesciato lo zucchero?” scoprirlo non farà tornare lo zucchero nel suo contenitore, “chi ha finito il prosciutto e non lo ha scritto nella lista della spesa?” ma dopo che sai chi non lo ha scritto nella lista non è che il prosciutto si materializza sulla tua tavola.

La mia docente di psichiatria diceva: “Quando scoppia un incendio, chiedere chi è stato ad appiccarlo non serve a niente: devi solo spegnere il fuoco o portare in salvo i pazienti”.

Perché i genitori usano il senso di colpa?

Alcuni genitori, come già detto, utilizzano il senso di colpa come metodo comunicativo ed educativo senza neppure rendersene conto e per abitudine. Sono quei genitori che hanno subito a loro volta una educazione basata su questo metodo e la reiterano sui propri figli considerandola l’unico mezzo educativo e comunicativo possibile.

Altri genitori utilizzano il senso di colpa per provare una sommessa soddisfazione d’onnipotenza.

Rivolgendosi ai propri figli attraverso il senso di colpa c’è il tentativo di farli sentire inadatti, incapaci, inefficaci e questo fa sentire alcuni genitori di maggior valore. Un comportamento di questo tipo è spesso adottato da genitori con una bassa autostima che cercano una rivalsa e la trovano nello sminuire i propri figli i quali risulteranno essere ignare vittime.

Il senso di colpa non è un buon metodo educativo e ogni genitore dovrebbe impegnarsi non utilizzandolo mai più.

 

Fabio Salomoni