È obbligatorio stare con qualcuno? Quando vengo contattato da persone che desiderano iniziare un percorso per migliorare il rapporto di coppia, pongo loro queste domande: “Ci tenete veramente? Pensate realmente che ne valga la pena?”.

Sono domande doverose, perché per ritrovare armonia e serenità come coppia, è necessario impegno e determinazione e, se non lo si desidera con sincera convinzione, alle prime difficoltà ci si arrende.

Il bisogno di stare con qualcuno

Secondo quanto afferma Maslow in relazione alla sua piramide dei bisogni umani, una volta soddisfatti i bisogni primari (bere, mangiare, dormire etc.) si avverte il bisogno di sentirsi al sicuro, di evitare situazioni ansiogene, di avere un tetto sotto il quale ripararsi, di avere un introito economico che metta al riparo dalla fame e povertà, quindi il sentire di essere protetti e tranquilli.

Poi, una volta soddisfatto anche questo bisogno, ecco nascere il bisogno di appartenenza, cioè il bisogno di far parte di un gruppo, di non essere esclusi, il piacere di far parte di una comunità potendo contribuire.

Una volta soddisfatto anche questo bisogno, ecco nascere il bisogno di stima o di essere rispettati e, ultimo, il bisogno di realizzazione, cioè il sentire di aver utilizzato il proprio potenziale.

Come avrai notato, i primi due livelli di bisogni sono legati alla sopravvivenza, è istintuale, è animalesco; il bisogno di procurarsi il cibo, fare sesso e riposare sono primordiali e, se ci si sente in qualche modo minacciati si reagisce, ci si attiva, proprio come qualunque animale farebbe istintivamente.

Ma dal 3° bisogno, ci si eleva al di sopra della pura sopravvivenza. Il bisogno d’amare e essere amati, il bisogno di avere una rete sociale, il bisogno di uno scambio. Perché ti parlo di questo? Perché, forse indotti da questo bisogno profondo, alcuni stanno con altre persone per il timore di solitudine. Per millenni si sono formate le coppie come “contratto commerciale”: quel matrimonio aveva uno scopo per le famiglie allacciando un accordo, uno scambio o un’alleanza. Da meno di 100 anni, le coppie si formano per amore, per affinità e per avere emozioni positive. Un cambiamento radicale.

Stare con qualcuno per stare bene

Oggi, questo dovrebbe essere lo scopo di un rapporto di coppia: lo stare bene, il sentirsi a proprio agio. Si dovrebbe decidere di formare una coppia e stare con qualcuno per amore, per avere la gioia di un bel rapporto, appagante.

Non si dovrebbe cercare qualcuno per la paura di restare soli.

Quando ci si accontenta, quando si accetta di frequentare e restare legati al “meno peggio” se non addirittura al “peggio” con l’idea che il peggio sia comunque meglio di niente, allora ci si mette nelle mani dell’infelicità.

Quando si accetta l’infelicità per non restare soli, significa che la propria identità non si è ancora formata a dovere. Significa che ci si sente incapaci di andare avanti da soli. Significa considerare se stessi non all’altezza e quindi ci si affida all’altra persona per compensare i propri limiti.

In poche parole è come se ci considerassimo senza degli organi e decidessimo di legarci a qualcuno per la vita, anche se non ci piace, anche se ci trasmette emozioni negative, sopportando tutto questo per poter sopravvivere alla mancanza dei propri organi.

La verità è che, le persone che accettano di restare con partner che detestano, gli organi li avrebbero, sarebbero in grado di reggere, di reggere da sole, non avrebbero realmente bisogno dell’altra persona.

L’insicurezza obbliga a stare con qualcuno

È la propria insicurezza, è la scarsa considerazione di sé, a far credere che non ci sia altra scelta.

Senza autostima non ci può essere una coppia con un rapporto sano. Chi non ha autostima delega la propria vita ad altri considerandoli fondamentali per compensare le proprie ipotetiche mancanze.

Se pensi di non essere abbastanza capace, di non essere abbastanza apprezzata/o, di non essere abbastanza carina/o, di non essere abbastanza interessante o attraente, ecco che la prima persona che si presenta come pretendente viene accolta a braccia aperte pensando che sia un’occasione irripetibile.

Meno una persona piace a se stessa e più ritiene che gli altri non possano trovare nulla di interessante in quella stessa creatura. Questo atteggiamento, fa si che gli altri si sentano in qualche modo respinti. Più ci si convince di non valere e più si ha un atteggiamento spento, di isolamento e questo non fa che allontanare le persone ma, più le persone restano a distanza e più si consolida la convinzione di non essere abbastanza interessante per gli altri. È un gatto che si morde la coda.

A questo punto si innescano 2 possibili scenari:

  1. Alcuni incolpano “il mondo” per la propria insofferenza e quindi attribuiscono la colpa della propria sofferenza agli uomini che “sono tutti degli stronzi” o alle donne che “mirano solo a quelli con i soldi”
  2. Alcuni decidono di fare un esame di coscienza e si chiedono se ci possa essere la possibilità che il proprio atteggiamento stia condizionando i risultati e la realtà che stanno vivendo

Se c’è autocritica, consapevolezza e una presa di coscienza, si può aprire lo scenario della rinascita e del cambiamento.

Perché stai con la persona sbagliata?

Il problema non è l’aver incontrato partner sbagliati. Il vero problema è capire perché hai accettato che facessero parte della tua vita.

Perché, una volta resisi conto che quel rapporto non era appagante, non si è deciso di cambiare pagina iniziando un capitolo nuovo? Perché si accetta di NON essere trattati come si desidererebbe? Perché si accetta di rinunciare alla felicità che dovremmo trovare in un rapporto di coppia? Perché si fa finta di niente cercando di anestetizzare ogni vocina che ci informa dell’insoddisfazione?

Queste sono domande dure, difficili e inevitabili che mettono in evidenza la propria responsabilità.

Il bisogno d’amare e essere amati da qualcuno

L’essere umano ha la necessità d’amare e di essere amato. Come abbiamo visto è tra i primi bisogni. Il bambino ha bisogno di sentirsi amato dai propri genitori e attraverso il loro amore crea le proprie certezze rispetto al mondo e forma la propria identità.

Ma avere il bisogno dell’amore non significa essere bisognosi d’amore, non significa implorare l’amore altrui. Nonostante il bisogno d’amore, l’amore non può essere mendicato.

Non è obbligatorio essere in coppia. Se lo stare con qualcuno ti appaga, perfetto, è magnifico, ma se c’è la coppia solo perché credi di aver bisogno di accontentarti pur di non restare nella solitudine, allora ci si sta svendendo.

Se ci si trova nella convinzione che nessun’altro potrà mai accorgersi di noi, si sarà imploranti d’amore, si accetterà qualunque cosa pur di ricevere uno scampolo d’affetto, si accetterà ogni sopruso, ogni mancanza di considerazione, ogni torto, pur di non perdere quel poco di calore di cui si ha visceralmente bisogno.

Nella vita, nella nostra vita vera, l’altra persona non è acqua per l’assetato, non è ossigeno per chi soffoca, non è cibo senza i quali la nostra vita non può continuare.

Nella vita reale l’altra persona non è la fonte della nostra sopravvivenza a meno che non siamo noi a trasformarli in questo. Non hai bisogno di “chiunque” pur di sopravvivere: in amore si può essere selettivi. È possibile fare in modo che la persona accanto a noi sia quella che ci permette di vivere felici.

Prima occorre amare se stessi

Attenzione: possiamo essere felici solo se riusciamo a bastarci, solo se acquisiamo quella sicurezza in noi stessi che ci permette di non essere imploranti dell’amore altrui. Se implori l’amore di qualcuno, gli stai dando un potere su di te e quello che si viene a creare è un equilibrio malsano, di dipendenza.

Se la persona accanto a te non ti appaga, non puoi pensare di vivere i prossimi 40, 50 o 60 anni nella sofferenza.

Il problema è che, interrompere una relazione tossica, significa essere single (per un tempo indefinito) e molti pensano che tornare ad essere single significhi non poter avere mai più qualcuno al proprio fianco; ma quel che sarà il futuro non possiamo prevederlo.

Magari tra un giorno, un mese o un anno, incontrerai la persona giusta, magari no, non lo puoi sapere. Molti credono che essere single significhi avere qualcosa che non va. E invece no: ha qualcosa che non va chi resta in una relazione inappagante, ma se te ne accorgi e ti ami a tal punto da non accettarlo, non solo non hai nulla che non vada, ma è un merito.

 

Fabio Salomoni