Con dei figli adolescenti, che escono in modo autonomo utilizzando i mezzi pubblici, ci si deve imporre nel conoscere i loro amici, chi frequentano, oppure bisogna dar loro fiducia? I figli devono farci conoscere i loro amici?

Con l’aumentare della loro età, acquisiscono un’autonomia sempre maggiore e spesso, iniziando a frequentare le scuole superiori, allargano il proprio raggio d’azione, iniziano a spostarsi in altre zone o quartieri, in alcuni casi vanno in altre cittadine, e cambiano le loro frequentazioni. Diventa sempre più difficile esercitare un controllo sulle loro amicizie.

Dobbiamo chiedere che ci facciano conoscere i loro amici? Bah, è famoso il detto “chiedere è lecito e rispondere è cortesia” quindi chiedere è sempre possibile ma non è detto che i figli poi acconsentano di presentarteli.

In realtà, non sono in grado di dare un risposta precisa perché dipende dall’adolescente di cui si sta parlando, e dalla sua età. Diciamo che, tendenzialmente, con il mio metodo di cui abbiamo parlato molte volte “Regola – chiarezza di sanzione” dove le sanzioni vengono concordate prima, i ragazzi diventano sempre più consapevoli che si da loro fiducia ma, se commettono stupidaggini, la fiducia verrà meno e subiranno determinate conseguenze.

Dare fiducia agli adolescenti?

I figli devono farci conoscere i loro amici? Io sono tendenzialmente per la fiducia.
L’argomento fiducia è molto contrastato: alcuni dicono “la fiducia va guadagnata” e, in questo caso, i ragazzi devono, prima, dimostrare di meritarsi la fiducia dei loro genitori.

Altri dicono “la fiducia è qualcosa che si da prima; se te la do dopo non è fiducia ma è una constatazione di fatto”. In questo caso la fiducia viene data sin da subito e i ragazzi, attraverso il loro comportamento, devono confermare che era ben riposta.

Sono 2 modi di intendere la fiducia molto differenti tra loro e, poiché è un modo di pensare e non riguarda solo il rapporto genitori-figli, a seconda che si protenda per una linea di pensiero o l’altra, l’approccio a molte situazioni familiari sarà ben differente.

Io, per indole, preferisco il 2°.
Preferisco dare fiducia e dire “Ok, hai la mia fiducia. Occhio. Non giocarti male queste fiches”.

Con i miei figli ha funzionato, almeno fino ad ora, e per quel che posso verificare attraverso l’esperienza quotidiana con i genitori che si rivolgono a me.
Certamente è necessaria la precisazione, ben chiara, che la fiducia può essere data prima, in buona fede, ma è un oggetto raro che non può essere tradito.

Ognuno di noi ha un conto nella “banca della fiducia” dentro di noi: abbiamo il conto della fiducia riposta sui figli, nei confronti del marito o della moglie, nei confronti dei vari amici o colleghi. Ogni tanto, attraverso le loro azioni, le persone aggiungono una moneta di fiducia nel loro conto corrente dentro il tuo cuore: magari fanno quel gesto o dicono quella cosa che fa si che in noi accresca la fiducia nei loro confronti.

Per creare un gruzzolo fiducia cospicuo ci vuole tempo, moneta dopo moneta ma si perdono in una volta e tutto il “conto corrente fiducia” si azzera ed è necessario diverso tempo per ricreare il “capitale di fiducia”.

Tutto questo va spiegato bene, ci si deve sincerare che i figli lo abbiano compreso.

Detto questo, ce lo diciamo tra noi, si può e si deve anche perdonare. Non ci si può legare al dito ogni sbaglio per sempre, perché a forza di legarti strette le cose alle dita, le dita ti cadono. Le persone possono sbagliare, accade, è lecito, non possiamo tagliare i ponti con tutti coloro che sbagliano altrimenti rimarremmo soli e dopo un po’ taglieremo i ponti anche con noi stessi perché anche noi non siamo esenti da errori.

Conoscere gli amici dei propri figli?

Quando terminano le scuole medie, solitamente iniziano a frequentare le scuole superiori allargando il loro raggio d’azione. Potrebbero essere collocate in una diversa zona della città o addirittura potrebbero andare fuori comune.

Le vecchie amicizie vengono quasi sempre frammentate. Ognuno va per la propria strada, si formano nuovi interessi, si incontrano nuove persone e si creano nuovi gruppi di amici con i quali hanno in comune la nuova realtà che stanno vivendo.

In questo allargamento del loro mondo diventa difficile continuare ad avere un controllo su chi frequentano. I nuovi amici non sono più i figli dei vicini di casa o delle persone che incroci casualmente quando vai a fare la spesa. Per i tuoi figli si apre un nuovo mondo, totalmente staccato e distante dal tuo, sul quale è quasi impossibile mantenere un controllo.

Ecco perché è necessario lavorare sulla fiducia. Non puoi fare altrimenti.
Non puoi pensare di dire a un 15 enne di farti conoscere i suoi amici perché apparirebbe ai loro occhi come lo “sfigato” con la “mammina” che lo tratta ancora come un bambino piccolo.

Ad un certo punto devono poter aumentare le distanze da noi.
Con l’arrivo dell’adolescenza aumenta il loro “non detto”, aumenta il loro bisogno di mantenere una privacy sul proprio mondo per riuscire a staccarsi dal controllo genitoriale e riuscire ad effettuare i propri passi di crescita.

I figli devono farci conoscere i loro amici? Il bisogno di tutelare i figli

Capisco il bisogno di molti genitori di verificare le frequentazioni dei propri figli. È dovuto al bisogno di assicurare loro una sicurezza.

Quando sono piccini, i genitori mantengono un controllo continuo e costante e stanno attenti a chiunque si avvicini ai figli perché non hanno la capacità di difendersi e potrebbero far loro del male.

Mano a mano che crescono non puoi mantenere questo tipo di controllo continuo. Quando iniziano ad andare a scuola sono lontani dai tuoi occhi vigili per diverse ore e puoi solo sperare che tutto vada per il meglio.

Con l’arrivo dell’adolescenza, la tua possibilità di tutelare la loro incolumità diminuisce sensibilmente e, mano a mano che diminuisce la tua possibilità di esercitare un controllo sulla loro tutela, cresce la loro responsabilità nel provvedere da soli al proprio bene.

Da una parte il nostro amore smisurato vorrebbe farceli sapere sempre al sicuro, dall’altra parte, il nostro ruolo di genitori preparati, ci impone di lasciare che il testimone venga consegnato e che il controllo passi a loro.

 

Fabio Salomoni