Il marito mammone, una delle problematiche di coppia che si verifica maggiormente.

Avviene sempre più spesso che, all’interno della coppia, vi siano momenti di tensione determinate da:

  1. Osservazioni dei suoceri che tendono a svalutare o colpevolizzare
  2. Partner che non prende posizione o, peggio, si schiera con la mamma contro la compagna.

Nel primo caso, le frasi che possono ferire la nuora sono innumerevoli e hanno un unico scopo: affermare la propria superiorità come donna e madre.

La suocera afferma la propria superiorità

Nel rapporto madre-figlio del marito mammone, la madre di Lui, vuole quindi dimostrare alla nuora di non essere una compagna all’altezza del proprio figlio.

Per attestare la propria superiorità come “donna di casa” ecco che pronuncia frasi come “Le mie lasagne sono le preferite da mio figlio. Mi dice sempre che sono imbattibili”, oppure “Non so come facciate a vivere in questo disordine” o anche “Io sì che ci tengo a Lui (il figlio)”.

L’aspetto singolare di queste frasi è che, se vengono prese in considerazione, risulta poi impossibile far notare che i tempi sono cambiati, che c’è un’emancipazione femminile e che ora, in casa, tutto dovrebbe essere condiviso e ci si dovrebbe aiutare: risulteranno essere solo alibi per confermare di non essere amorevoli nei confronti di quel “pover’uomo”.

Per affermare la propria superiorità come madre, ecco i continui riferimenti ai risultati eccellenti ottenuti grazie alle proprie capacità educative: “A casa mia, i tuoi figli, non si permettono di fare queste cose”, oppure “Ai miei tempi sì che si sapeva come crescere i figli”, per non dimenticare quelle frasi che cercano di far apparire la nuora come madre snaturata ed egoista: “Vai a Yoga? Invece che stare con i tuoi figli preferisci dedicarti a queste cose?”, o più semplicemente “Io mettevo sempre mio figlio al primo posto… noi abbiamo fatto mille sacrifici per i figli perché ci tenevamo!” e se il bambino porta a casa un brutto voto, ecco arrivare immancabile il commento: “Beh, io, quando tuo marito era piccolo, lo seguivo nei compiti” così ti ha appena detto che suo nipote prende le insufficienze perché la nuora è una cattiva madre.

Il marito mammone – La suocera utilizza il senso di colpa

Altre frasi che spesso vengono utilizzate per far nascere i sensi di colpa sono: “Fate pure come vi pare ma è giusto che sappiate che ne soffrirò molto se…” oppure “fate come preferite ma sappiate che mi fate rimanere male se…”. Il figlio è responsabile della sofferenza della madre, è l’artefice del suo dolore: proprio a lei, che lo ha partorito con dolore, che lo ha ricoperto di attenzioni attraverso innumerevoli privazioni, ora viene ripagata attraverso un’atroce sofferenza.

Se il figlio si fa “incastrare” da questo meccanismo, entra nei circoli viziosi dei ricatti emotivi dai quali riuscirà ad uscire con sempre maggiore difficoltà. La nuora, in questi casi assume il ruolo di arpia che, attraverso pratiche manipolatorie, costringe l’innocente adorato figlioletto ad infliggere la sofferenza alla madre e, quindi, le viene assegnato il ruolo di “perfida e malvagia”.

Perché nascono le discussioni di coppia?

In tutti questi casi, la partner si aspetta di essere tutelata e difesa dal proprio compagno.

Sa benissimo che è una posizione difficile e che non vuole far soffrire la propria mamma, ma è una situazione nella quale non può essere neutrale.

  • Se si schiera con la moglie: farà soffrire la propria madre
  • Si schiera con la madre: sta colpendo il proprio rapporto di coppia
  • Non dice nulla o minimizza? Sta comunque implicitamente schierandosi con la madre e quindi sta uccidendo il proprio rapporto di coppia

Non c’è la scelta perfetta. Non può credere di accontentare tutti restando al di fuori della disputa.
Deve scegliere con chi schierarsi.

Qual è la scelta giusta?

Prendere le parti della partner (a meno che non sia realmente un’arpia). Se la mamma è davvero così propensa al sacrificio come afferma, cercherà di comprendere la presa di posizione del figlio a tutela della compagna. Non le piacerà, ma per il bene del figlio cercherà di fare buon viso a cattivo gioco se realmente tiene al suo bene.

Se invece si mostrerà offesa all’inverosimile, significa che ha più a cuore il proprio ruolo ed il proprio bisogno di essere al centro della vita del figlio, piuttosto che il suo bene.

Di sicuro, la discussione che avviene all’interno del proprio rapporto di coppia è dato dall’aspettativa che il partner prenda le parti della compagna.

Non può essere la nuora a limitare le affermazioni della suocera. Non può essere lei a doversi assumere l’onere di demarcare il confine invalicabile per la mamma del partner. Se fosse lei a farlo e non avesse il supporto del compagno, verrebbe immediatamente accusata di essere una fomentatrice di odio e di avercela con la signora.

Una compagna che dice chiaramente alla suocera di non permettersi di fare quelle affermazioni, non sta cercando di “conquistare” terreno altrui; sta difendendo il proprio.

Allora ci tengo a dire questa cosa ai mariti e compagni: non è che la tua partner non sia in grado di dire alla suocera di stare al proprio posto; non lo fa per rispetto nei tuoi confronti, perché non vuole avere discussioni con una persona che sa essere importantissima per te.

In cambio di questo rispetto nei tuoi confronti, è doveroso che tu la tuteli schierandoti. In caso contrario devi essere consapevole che stai mettendo fortemente a rischio il tuo rapporto di coppia.

Il marito mammone – Vivere accanto ai suoceri

Ovviamente sto parlando di quelle situazioni dove c’è questo tipo di disputa.

Non sempre avviene e non tutte le mamme del partner sentono il bisogno di essere invadenti per mantenere il proprio ruolo prioritario.

Ma io non mi occupo delle situazioni idilliache per le quali non c’è che da gioire ed essere grati.

Molte coppie fanno la scelta di andare a vivere in prossimità dell’abitazione dei genitori di uno dei due.

Se da una parte è certamente una scelta di comodo, è altrettanto rischioso perché il loro influsso, la loro influenza, potrebbe essere invadente e deflagrante.

È bene sottolineare che nelle intenzioni dei suoceri non c’è cattiveria.

Anche quando si intromettono, quando fanno le proprie osservazioni, quando danno i propri consigli, sentono di farlo sempre per amore, sempre a fin di bene.
Noi sappiamo che lo scopo profondo è mantenere un controllo sul figlio, è mantenere il rapporto genitore-bambino anche con quel bambino che ora è diventato adulto e, magari, addirittura è diventato a sua volta padre, ma non sono consapevoli di questo bisogno profondo; dal loro punto di vista, stanno agendo per amore.

La difficoltà dei genitori di distaccarsi dal figlio

Molti genitori, che hanno avuto molto controllo sul proprio figlio, fanno fatica a distaccarsene e, se il figlio cerca di emanciparsi creando una vita propria, lo vivono come un rifiuto nei loro confronti.

Per questa tipologia di rapporto genitore-figlio, è tipica la seguente frase quando il figlio annuncia di voler andare a vivere per proprio conto: “Perché? Non ti andiamo bene? Non siamo stati buoni genitori? Ti abbiamo fatto mancare qualcosa? Ti abbiamo fatto qualcosa di male? Non ci vuoi più bene?” creando una sorta di ricatto emotivo: “Se vuoi allontanarti significa che non ci ami più” e poiché nessuno ha intenzione di dire ai propri genitori “non ti amo più” “vi ripudio”, ecco che molti uomini non ancora cresciuti, restano incastrati nel giogo del ricatto e del senso di colpa.

Ed è ecco che nasce il nostro problema, è proprio da queste frasi e da questa situazione che si genera il “Marito Mammone”.

Occorre decidere se si vuole stare con il cordone ombelicale attaccato ai genitori e quindi non costruire una famiglia propria, con una partner e dei figli oppure se recidere quel cordone, e quindi smettere di pensare sulla base di quello che vogliono i genitori.

Capisco il disappunto delle nuore che vivono una continua intromissione o velate accuse di incapacità, ma la frustrazione non è data dalla suocera; è data dal partner che non ha ancora scelto di stare con loro.

 

Fabio Salomoni