Tuo figlio adolescente non accetta i tuoi no?
Quando ha delle richieste non sopporta che tu gli neghi ciò che vuole?

Accade molto più spesso di quanto immagini e nell’articolo di oggi ti spiego il perché e quale atteggiamento è meglio avere.

Cosa pensa un adolescente?

Mettiamoci nei panni di un adolescente: siamo nel periodo dell’adolescenza, siamo nel periodo dove l’unica cosa che conta sono gli amici, conta solo l’essere accettati da loro, il far parte del gruppo, perché il gruppo dà comprensione e sostegno.

Secondo aspetto, siamo nel periodo dell’adolescenza il che vuol dire più o meno pensano così:

“Non sono più un bambino. Mi sento cresciuto. Ho molti timori e insicurezze che cerco di nascondere, ma non sono più piccino. Quando ero bambino i miei genitori mi dicevano cosa dovevo fare ed ero costretto a farlo ma ora sono adolescente, non sono più bambino, quindi sono ormai grande e non mi va bene che mi dicano quello che devo fare.

Se mi dicono ancora quello che devo fare mi trattano da bambino, mi stanno sminuendo, non si stanno accorgendo che sto crescendo, mi svalutano continuando a vedermi e trattarmi come un bambino.
Inoltre, gli adulti non hanno limiti (dal loro punto di vista è così), fanno ciò che vogliono e, poiché ormai sono un quasi adulto, anch’io non ho limiti”.

Questo è il loro pensiero, è la sensazione che hanno dentro di sé, oltre alla netta sensazione che i loro genitori siano ormai passati, un po’ vecchi, un tantino rincitrulliti, fuori dal tempo e sti “quasi anziani” non capiscono un accidente di niente pur continuando a credere di sapere tutto, il che infastidisce enormemente gli adolescenti quando ci opponiamo alle loro richieste.

Cosa fare quando l’adolescente non accetta i no

Come è meglio comportarsi quando i figli non accettano i “no” come risposta? Non è possibile dare una risposta unica.
Non posso dirti “fai così e tutto si risolve” perché dipende da che tipo di richiesta stiano facendo i tuoi figli, dipende da situazione a situazione.

È chiaro che ci sono delle situazioni dove la loro rabbia non ci deve impedire di porre dei limiti.
Di fatto ci stanno mettendo alla prova e stanno testando se sia possibile o meno forzare la regola.

Cercano di stabilire chi abbia il controllo, chi definisce le regole, chi determina i limiti.

Quando i figli in risposta ad un “no” reagiscono costantemente con rabbia è molto probabile che abbiano avuto qualche esempio di chi si impone, di chi pretende, un adulto che, spesso o occasionalmente, attraverso l’urlo e la pretesa forzata, ottenga ciò che vuole e quindi, i figli, hanno imparato che quella strategia funziona ed è lecita; hanno appreso che vince chi grida di più, vince chi è più forte, vince chi si impone sull’altro.

Qualora la situazione fosse questa è chiaro che innanzi tutto c’è da fare un cambio di rotta come adulti perché è difficile dire ai figli di non arrabbiarsi se noi ci arrabbiamo, e non possiamo dire loro di non alzare la voce gridando a nostra volta.

Sarà dura, sarà difficile, ma il cambiamento spesso deve partire da noi, altrimenti non siamo coerenti e quindi non siamo credibili.

Nel caso in cui i figli stiano testando gli adulti per capire dove sono realmente i margini del NO, è altamente probabile che cerchino di forzare la mano con ogni mezzo ma, noi genitori, dobbiamo tenere duro (il che non significa che dobbiamo usare lo stesso loro metodo comunicativo).

Comprendi lo stato d’animo dell’adolescente

Ogni volta che i figli reagiscono con foga e rabbia ai “no” genitoriali consiglio sempre, innanzitutto, di comunicare che riconosciamo e accettiamo il loro stato d’animo: “Mi rendo conto che per te questa cosa è davvero molto importante, altrimenti non urleresti e non ti arrabbieresti così…” il tutto detto con calma, con sincera empatia per la delusione che i ragazzi provano.

Il loro stato d’animo non va demonizzato.

Una volta mostrata sincera comprensione del loro sentire, sarebbe bene dire “Se vuoi ne parliamo con calma e cerchiamo di capire. Se non vuoi parlarne e vuoi solo pretendere, allora il no è un no secco e irremovibile, ma se vuoi che ne parliamo con calma, ci sono. Quindi vedi tu; fai un po’ come preferisci”.

Come sapete io adoro mettere sempre la responsabilità delle conseguenze in mano a loro.

Dopo aver detto questo occorre davvero ascoltarli, perché ci si potrebbe accorgere che il “no”, a volte, è una nostra presa di posizione senza validi motivi, altre volte i motivi sono più che validi ma non così insormontabili.

Se, dopo averli ascoltati con sincero interesse e dopo aver valutato con mente aperta le loro richieste, ci si dovesse accorgere che la richiesta è inaccettabile, occorre spiegare i motivi della tua decisione, con calma e senza sminuire il loro punto di vista.

Se non dovessero comprendere le tue ragioni e ricominciassero a gridare rifiutando la tua decisione, dovrai mantenere la tua posizione, con calma e con fermezza. Se retrocedessi sui tuoi passi daresti l’idea che ogni regola può essere infranta, che ogni decisione può essere ribaltata e tu perderesti totalmente il controllo della situazione.

Essere genitori significa anche saper dire no e accogliere la loro delusione.

 

Fabio Salomoni