A volte ci si trova a vivere la vita che altri impongono. Una delle frasi che vengono maggiormente rivolta ai bambini è: “fai il bravo“.

Il messaggio che viene inviato è: “Per essere bravo devi fare ciò che dico“. Quindi se seguono le indicazioni SONO bravi, se non le seguono SONO cattivi. Ecco che si appiccica l’etichetta.

Il bambino che sente fortemente la necessità di avere l’amore dei genitori, nel timore di perderlo facendo il cattivo, seguirà le indicazioni.

Se è molto piccolo tutto apparentemente fila liscio ma… se crescendo, continuerà a sentire il bisogno di guadagnarsi l’amore altrui attraverso il “fare il bravo“, ecco che accetterà di fare, quella scuola che gli viene proposta, di frequentare quella persona per assecondare i desideri genitoriali, di praticare quel certo hobby, etc. e più sentirà addosso l’etichetta di non ESSERE bravo, più cercherà di guadagnarsi l’amore assecondando i desideri altrui.

Non vive la propria vita.

Molto probabilmente, queste persone saranno poi quegli adulti infelici, che hanno vissuto una vita che non era quella che desideravano loro, ma quella che volevano altri e che hanno accettato per quieto vivere e per restare tra i “bravi”.

Anche quando si accorgeranno di essere all’interno di una vita che non amano, non riusciranno a staccarsene per non deludere le aspettative altrui.

Temono che tradendo le aspettative, verranno respinti ed estromessi dal gruppo di appartenenza, sia esso famigliare, lavorativo o di amicizie.

Si trovano a vivere la vita che altri impongono.

Non credere che le imposizioni verso i bambini avvengano soltanto attraverso degli ordini; spesso sono più sottili, magari sotto forma di sporadiche battute che, come una goccia, giorno dopo giorno fanno filtrare l’idea nella mente, o magari affibbiando etichette attraverso il “tu sei…“; tutti meccanismi di manipolazione che subdolamente condizionano l’opinione che il bambino ha di sé.

Hai idea di quanti adulti abbiano vissuti di questo tipo?

Tutto viene riassunto con: se non faccio ciò che vogliono e che si aspettano da me, non mi ameranno e verrò accantonata.

Lo stesso comportamento lo mettono in atto i ragazzi che assecondano scelte e azioni del gruppo di appartenenza; da soli avrebbero agito diversamente, ma per evitare di poter essere estromessi dal gruppo, assecondano il volere altrui.

Se vale per gli adulti, figuriamoci sui ragazzi che ancora non hanno strutturato una propria personalità.

Per avere la forza di liberarsi da questi condizionamenti, si ha la necessità di acquisire nuovi strumenti; chi cerca di improvvisare, resta boccato come invischiato; sempre allo stesso punto.

 

Fabio Salomoni