Genitore ripetitivo o riparativo? Ciò che abbiamo vissuto durante la nostra infanzia entra a far parte del nostro bagaglio di esperienze. I genitori sono stati un esempio.

Le loro decisioni e le loro azioni ci hanno dato momenti di gioia ed altri di delusione, ci hanno fatto sentire al sicuro e ci hanno fatto sentire incompresi.

Le considerazione che abbiamo fatto in relazione ad ogni evento hanno costruito chi siamo oggi, il nostro modo di pensare e di agire, i nostri atteggiamenti in ogni contesto.

Genitore ripetitivo o riparativo

Nell’approccio con i figli, ogni genitore pensa di agire per il meglio.

Qualcuno ritiene giusto essere più intransigente, altri pensano sia meglio essere più empatici, qualcuno fissa regole rigide e altri negoziano di volta in volta; tutti, agiscono in quel certo modo per delle valide ragioni, per assecondare personali considerazioni nate, in gran parte, dal proprio vissuto.

I genitori ripetitivi sono quelli che, più o meno inconsapevolmente, ripetono gli atteggiamenti, le frasi, le abitudini educative manifestate dai propri genitori e sperimentate su di sé durante l’infanzia e adolescenza.

Alcuni lo fanno consapevolmente ritenendo quello stile educativo corretto e adatto alla sana crescita dei figli. Altri non se ne accorgono e, semplicemente, riproducono gli stessi schemi e gli stessi atteggiamenti.

I genitori riparativi sono quelli che, più o meno inconsapevolmente, agiscono cercando di essere diversi da come sono stati i propri genitori. Il proprio genitore è stato troppo limitante e coercitivo e ha generato una sofferenza? Una volta divenuti genitori a loro volta agiscono con poche imposizioni per non generare nei figli quella sofferenza patita sulla propria pelle.

Molto spesso, consapevolmente ci si vorrebbe distanziare dal comportamento sperimentato su di sé ma, nei fatti, si ricasca nelle dinamiche conosciute riproducendole a malincuore.

Il passato influenza chi sei ma non lo determina

Quindi, sia che tu sia un genitore riparativo, sia che tu sia un genitore ripetitivo, le esperienze del passato influenzano il nostro operato.

Quando si parla di cosa significhi essere genitori ci si dimentica che si dovrebbe fare un passo indietro partendo da se stessi.

Quando si hanno ferite del passato, difficoltà del proprio animo non risolte (non necessariamente ferite aperte da traumi terribili perché, a volte, ci sono situazioni, frasi, avvenimenti apparentemente banali, apparentemente insignificanti, che assumono una inaspettata rilevanza) e, il nostro modo di essere genitore, viene inevitabilmente influenzato da tutto ciò che abbiamo vissuto e dalla nostra esperienza del passato.

Qualcuno afferma che noi siamo semplicemente il risultato delle nostre esperienze.
Molte delle cose che ci accadono ci pongono ad un crocevia, un bivio dove scegliamo se ripetere quella stessa azione, quell’atteggiamento, oppure scegliamo di andare nella direzione opposta e di non ripetere quell’approccio, quella strategia, quel comportamento o atteggiamento.

È importante perché, a mio avviso, un genitore è responsabile delle proprie azioni, ma con il suo comportamento non determina inesorabilmente le conseguenze che i figli vivranno.

Ci sono genitori che hanno molto amato i propri figli e, nonostante questo, loro non si sono sentiti amati e magari hanno covato nel proprio profondo una rabbia che poi è esplosa.

Al contrario ci sono genitori che hanno amato poco, spesso assenti, disinteressati e, nonostante questo, sono cresciuti dei figli a modo, amorevoli a loro volta con i propri figli.

Quindi il passato condiziona, ma non determina la tua vita.
Il passato condiziona ma non determina neppure la vita dei tuoi figli

Cosa significa essere genitori oggi?

Una volta acquisita la consapevolezza che il nostro operato non determinerà il futuro dei nostri figli, ma che lo influenzerà, come dobbiamo comportarci per agire al meglio?

Per comprendere cosa debba fare un genitore dobbiamo concentrarci su cosa significhi, al giorno d’oggi, essere genitori? Su cosa deve focalizzarsi un buon genitore?

Qualche settimana fa nel mio articolo “Cosa deve esserci in un rapporto di coppia?”  ho spiegato che le caratteristiche della coppia che SECONDO ME dovrebbero essere immancabili sono: amore, comprensione, autonomia, generosità, sostegno e divertimento ma, queste 6 caratteristiche, funzionano solo se sei in grado di esercitare la caratteristica più difficile, che rende l’essere genitore un compito assai arduo: la misura.

La vera grande difficoltà del genitore

La grande difficoltà del genitore è tracciare le linee di confine: fino a qui è poco, da qui in poi è troppo. Ecco, qui, tra le due scelte, c’è il confine del giusto e, sapere dove tracciare questa linea di demarcazione, è la vera difficoltà del ruolo genitoriale.

Di fatto, tutti i genitori che si rivolgono a me per una qualche difficoltà, lavorano per comprendere dove tracciare le linee di confine tra il troppo e il troppo poco e non sono uguali per tutti, perché cambiano a secondo di chi è il genitore e cambiano a secondo di chi sono i figli.

Queste linee di demarcazione ci sono, ci sono sempre:

Amare tanto o amare poco i figli?

  • se ami poco i tuoi figli si sentono rifiutati ma se ami troppo i tuoi figli possono approfittarsene della tua disponibilità, quindi devi trovare la giusta via di mezzo che permette loro di sentirsi accolti, amati, difesi, ma che li esorti anche a non essere dei parassiti che prosciugano il sangue e la linfa dei genitori per restare in vita a discapito di un altro essere vivente.

Rigorosi o accondiscendenti con i figli?

  • Devi avere comprensione perché non puoi mostrare ferma rigorosità su ogni cosa e ogni situazione, ma non puoi comprendere e accettare, e difendere tutto, sempre e a ogni costo, perché rischieresti di non mettere i tuoi figli di fronte alle proprie responsabilità.


Autonomia o controllo sui figli?

  • Che dire dell’autonomia, mio grande cavallo di battaglia. Anche in questo caso la grande difficoltà sta nel saper trovare la giusta misura tra il concedere autonomia perché imparino a fare le proprie scelte, assumersi le responsabilità, imparare dai propri errori e rafforzarsi con le proprie conquiste. Ma l’autonomia concessa ai figli non deve essere eccessiva, non deve lasciare che facciano e decidano tutto da soli perché verremmo meno al ruolo genitoriale. Occorre quindi capire fino a che punto lasciare che se la cavino da soli, esponendoli a un potenziale pericolo di errore, sofferenza o fallimento, ma non possono essere mandati allo sbaraglio.

Comprendi dove si trova la vera difficoltà del ruolo genitoriale? Consiste nel capire che fino a un certo punto è un dovere, e che da un certo punto in poi è un loro dovere e io, tu, ogni genitore, dobbiamo concedere che lo sperimentino.

I genitori devono essere generosi

I genitori devono essere generosi con i propri figli.

Non mi riferisco al dare loro una sostanziosa paghetta. Non intendo neppure con l’esaudire sempre ogni loro richiesta d’acquisto.

Dobbiamo essere generosi dando loro la cosa più preziosa al mondo: il tempo.

Occorre essere generosi dando loro un po’ del nostro tempo di qualità cioè, dando loro reale attenzione e ascolto.

Molti genitori amano tantissimo i propri figli ma “il lavoro viene prima” e quindi non ci sono mai e, quando sono a casa, sono con la testa al lavoro, alle mail da inviare, al cliente da contattare e, di fatto, ci sono ma sono distanti.

Anche in questo caso c’è un linea di demarcazione: la difficoltà sta nel tirare la linea di demarcazione tra generosità e “coglionaggine”, tra l’essere presenti e il farsi sfruttare. Significa esserci, ma fare anche in modo che muovano il loro sederino perché altrimenti quella autonomia di cui parlavo prima non si materializzerà mai.

Sostieni i tuoi figli

l sostegno di un genitore per i propri figli è fondamentale.

 I figli devono sapere che non li contesterai a prescindere.

Troppi genitori non riescono più ad avere un dialogo con i propri figli perché ogni cosa che dicono viene usata contro di loro. Chi agisce così insegna loro che stare zitti è meglio, è più saggio, crea meno problemi che condividere.

D’altro canto,  non puoi neppure essere sempre dalla parte dei tuoi figli e scrivere, tu, la nota alla maestra quando lui gli tira il libro dopo un’interrogazione andata male o dopo che ha cantato in classe durante tutta l’ora della lezione.

Anche in questo caso la difficoltà sta nel fatto che tu, genitore, devi dire a tuo figlio, sapendo dove tirare la riga “io sono con te. Qualunque cosa tu faccia io ti amo e sono con te… ma tu ti assumi le tue responsabilità e, le conseguenze, cadono su di te”.

Se non mandi questo messaggio crederà di poter fare qualunque cosa e di passarla sempre liscia, oppure penserà tu gli sia sempre contro e che sei un avversario, la controparte.

Il buon genitore cambia costantemente

È chiaro che per tutte queste caratteristiche del buon genitore, ci sono 2 difficoltà (come se non ne fosse stata già abbastanza una!)

  1. come già detto, la prima difficoltà consiste nel capire dove tirare la riga della giusta misura
  2. la seconda difficoltà sta nell’accorgersi di dover spostare questa linea mano a mano che i figli crescono, perché l’autonomia è diversa a 5 anni e a 16 anni, perché il tuo esser generosa/o e la tua disponibilità, saranno diversa a 10 anni e a 20 anni, le loro esigenze saranno diverse, cambierà il tuo modo di dimostrare il tuo amore, perché se a 5 anni lo abbracci, baci e lo riempi di carezze, quando ha 16 anni ed è nel pieno dell’adolescenza, è probabile che se lo vuoi abbracciare, baciare e riempire di carezze si ritragga.

Non significa che tu non debba più comunicare il tuo amore.
Significa che lo dovrai fare in modo diverso.

La 2ª grande difficoltà è il tuo cambiare mano a mano che i figli crescono e tutto quello che valeva fino a un mese o un anno prima, va ridefinito, i confini vanno ritracciati, riconsiderati e spostati poco a poco.

Per qualcuno trovare le giuste misure è naturale, per altri è assai complicato.
Il mio compito è aiutare in questo: far comprendere dove si trovano le linee di demarcazione e, una volta che si riesce in questo, essere genitori è appagante e pieno di soddisfazioni.

 

Fabio Salomoni