Come fare a capire se il proprio partner è egoista o se semplicemente la relazione si sta dirigendo verso la fine.

Partiamo dal principio.

Se c’è Amore, non dovrebbe esserci egoismo.
Se ami il/la partner, desideri poter dare e l’egoismo si dissolve.
Ma, se si ama se stessi, un po’ di egoismo si materializza: è sbagliato? Se si è in coppia ci si deve annullare?

Il rimprovero che spesso sento quando ci si lamenta dei partner è: è un/a egoista (di solito sono le donne a dirlo dell’uomo, ma qualche volta, più raramente, sento anche il contrario).

Stabiliamo cosa significhi egoismo: avere un amore eccessivo di sé stesso/a, che porta alla ricerca permanente di propri vantaggi a discapito delle esigenze altrui.

Quando si è insoddisfatti del partner e si tende a criticare i suoi atteggiamenti, è facile notare tutti i casi in cui agisce per sé e non rilevare quando agisce andando incontro ad altri. Con questa visione viene naturale affermare: è un/a egoista, pensa solo a sé.

Tranne i casi di narcisismo patologico, il più delle volte non è così.
Certo, potrebbe mostrare maggiori premure nei confronti degli altri elementi della famiglia, ma il più delle volte, analizzando per bene la reale situazione, ci si accorge che è una descrizione dettata dalla frustrazione delle proprie aspettative.
Ci si aspetta che si comporti in un certo modo, e non avviene.

Partner egoista? Ma un partner deve essere sempre premuroso?

È corretto, quando si è coppia, essere sempre premurosi e attenti alle esigenze del/la partner mettendo sempre se stessi in secondo piano? È giusto annullare se stessi? Essere buoni partner significa dare sempre, darsi, darsi, darsi e non pensare mai a sé? Per non essere tacciati di egoismo occorre accantonare i propri sogni, i propri desideri, le proprie ambizioni, le proprie opinioni e agire sempre e solo per assecondare il/la partner? No.

Quindi, pensare a sé non è sbagliato ma, quando uno pensa a sé capita spesso che dall’altra parte lo si legga come egoismo perché, in quel momento, non sta dando e quindi è vissuto come egoismo dall’altra persona che non sta ricevendo.

Non è egoismo: è rispetto di se stessi.

È chiaro che in una coppia non ci si può concentrare solo su di sé: altrimenti sarebbe egoismo e se c’è egoismo non c’è amore per altri: c’è interesse solo per sé.

E se l’egoista non fosse il/la partner?

Non ci piace l’egoismo, detestiamo gli egoisti, ma quando siamo noi ad essere egoisti cerchiamo valide scuse per giustificarci e dire che era inevitabile.

Tutte le volte che mi dicono che il/la partner è egoista, mi dicono anche che il/la partner “dovrebbe fare così, o cosà” a seconda del proprio modo di vedere, delle proprie abitudini e delle proprie convinzioni. Cioè, il/la partner, se vuole essere giusto, corretto e a posto, dovrebbe lasciare sé stesso per essere come te… ma, questa richiesta, non è una forma di egoismo?

La pretesa che l’altro sia come vogliamo noi e se non lo è gli/le diciamo che è egoista… anche questo è egoismo.

Se osserviamo le coppie che “funzionano” (il che non significa coppie che sono sempre perfettamente d’accordo su tutto e vivono di bacetti e abbracci dalla mattina alla sera, ma coppie che vivono in armonia, con momenti migliori e altri peggiori, ma sapendo mantenere il tutto dentro parametri di “star bene”, di confronto, di “Io ti dico la mia non per convincerti ma per far capire il mio punto di vista”) si prendono cura l’uno dell’altro senza sostituirsi ad esso/a. Sono coppie che danno con il piacer di farlo, perché essere utili alla persona che si ama dà soddisfazione.

Qual è il vero problema delle coppie?

Il problema è: come dai? Uno dei problemi più importanti delle coppie è che si tende a credere che le proprie esigenze siano anche quelle di chi ci sta accanto. Se per me è importante l’automobile, ma a mia moglie non interessa granché, io potrei credere di mostrarle amore facendole il pieno o lavandole l’auto. Peccato che a mia moglie, quei gesti, non interesserebbero perché per lei sono cose inutili e di poco conto. Magari lei si aspetta che la sera, davanti al televisore sul divano, le massaggi i piedi, ma se io ritenessi il massaggio ai piedi un’inutile perdita di tempo non glielo farei e lei non si sentirebbe amata da me.

Alla fine cosa avverrebbe? Lei direbbe “Non mi ama, non si prende mai cura di me. È un egoista!”
Cosa direbbe Lui? “Le faccio sempre il pieno e le lavo persino l’auto, ma non le basta mai, pretende sempre di più e non si accorge di quello che faccio per lei. È una egoista!”
Sono tutti e due insoddisfatti ed entrambi affermano “il mio partner è egoista”, sono su due livelli diversi che non si incontrano. Come è necessario agire? Facendo meno ma facendo le cose giuste!

Ho anche visto persone molto generose che per una vita hanno poi accusato il/la partner di essersi spesi per anni e anni per loro.

Se ti spendi per qualcuno non lo fai per vantarti, per aspettarti una ricompensa, per far sentire l’altro/a in colpa o per vantarti di quanto tu sia stato/a generosa/o: non è generosità, è egoismo manipolatorio.
Se sei generoso/a non tieni il conto. Agisci, e il solo fatto di aver reso felici, ti dà gioia.
Ma, il fatto che tu abbia “dato” non deve trasformarsi in una pretesa di “ricevere”.

4 domande importanti per valutare la tua coppia

Occorre chiedersi delle cose, e sono domande che pongo a chi viene in consulenza da me:

  • Desideri il meglio per la persona che ti è accanto?
  • Vuoi che si senta amata/o da te?
  • Chi ti è accanto, ha la percezione che tu voglia il meglio per lui/lei?
  • Chi ti è accanto, ha la convinzione che pensi, come prima cosa, a te?

Sono domande importanti, ed è importante prendersi un attimo e dare risposte sincere.

La prima domanda è: “Desideri il meglio per la persona che ti è accanto?” Lo desideri realmente? Non tanto per dire, non tanto per essere i “buoni” agli occhi della società ma, nel silenzio delle pareti del tuo io, cosa senti sia la risposta giusta? È importante perché se la risposta fosse “Non desidero il meglio per l’altra persona perché non mi piace, non la sopporto, la detesto” eh, la situazione va affrontata diversamente e con grande impegno.

La seconda domanda è: “Vuoi che si senta amata/o da te?”  Lascia da parte per un momento il “MI ama” “non MI ama” “a me” “MI dà” “non MI dà”, rivolgi la tua attenzione, il tuo focus, sull’altra persona: vuoi che l’altra persona si senta amata da te? Se lo vuoi, occorre che ti dia da fare in tal senso, ma non con ciò che farebbe piacere a te, bensì con ciò che farebbe piacere all’altra persona e posso aiutarti a scoprire cos’è, realmente.

La terza domanda è: “Chi ti è accanto, ha la percezione che tu voglia il meglio per lui/lei?” Indipendentemente dal tuo impegno, da quello che fai o non fai, indipendentemente dalle tue intenzioni: quali risultati stai sortendo?

È come nella comunicazione: se comunichi bene ma non capiscono, significa che hai usato belle parole ma sei un pessimo comunicatore. Se ti impegni molto ma il/la partner non si sente amata/o, significa che stai facendo cose che “per l’altra persona” non sono segni d’amore. Quindi è un check doveroso da fare per capire se stai andando nella direzione giusta.

L’ultima domanda è: “Chi ti è accanto, ha la convinzione (il/la tuo/a partner) che pensi come prima cosa a te?”
Una cosa è se non sente il tuo amore, ma ancora diverso e peggio, è se addirittura pensa che tu agisca solo per te, che sei tu nel ruolo di egoista. Non importa se sia vero o falso, ma è necessario tener conto della percezione che l’altra persona ha.

Ci sono genitori che si danno molto da fare nei confronti dei propri figli e parlando con questi ultimi ti dicono, con convinzione: “I miei genitori non mi amano, non si prendono cura di me” significa che, indipendentemente da quello che hanno fatto quel padre e quella madre, hanno fatto cose sbagliate, hanno fatto molte cose di poco conto per quel figlio e non hanno fatto alcune azioni che per il figlio erano prioritarie come dimostrazione d’amore.

 

Fabio Salomoni