Quali sono gli strumenti che ci occorrono per avere un confronto sereno con l’adolescente?

Inizio con il dire che avere a che fare con un figlio adolescente significa mettersi nell’idea che dobbiamo permettere a nostro figlio di commettere degli errori e, quando avviene, dobbiamo riuscire a trattenerci dal dire “te l’avevo detto”.

Quindi dobbiamo entrare nell’ottica che un figlio adolescente si aspetta, ed è giusto che abbia, maggiore libertà e, avere maggiori libertà, significa dargli maggiori responsabilità.

Come puoi ben immaginare, lasciare più libertà avendo maggiori responsabilità comporta un incremento della possibilità che commettano errori.

Dobbiamo metterlo in conto e accettarlo.

Se, appena commettono degli sbagli, lo sottolineiamo con stizza e con toni accusatori, stiamo dando loro il messaggio di non credere nel loro “essere cresciuti”, di non avere fiducia, e di volerli tenere vincolati alle nostre scelte e decisioni.

Qual è la grande differenza dell’errore commesso da un bambino di 6 anni rispetto a uno di 16 o 17 anni? Le conseguenze dell’errore.

Gli errori dell’adolescente

A parte gravissimi e rarissimi casi dove il bimbo di 6 anni impugna un’arma e così, per gioco, spara e ammazza qualcuno, di solito i bambini quali errori irreparabili possono mai compiere? Quali terribili conseguenze potranno mai causarci?

  • Porta a casa un 3? Ok, non è una tragedia.
  • Rovescia la bibita sulla tovaglia nuova e appena messa? Si laverà, così come si può lavare la maglietta o il pantalone nuovo appena messo su chi ha fatto cadere il sugo.
  • Rompe la lampada sul comodino? Pazienza.
  • Non mette in ordine le sue cose? Ne esci pazza ma non è una questione da tragedia.

A 16-17 anni le cose cambiano. È più probabile che possano commettere errori con conseguenze importanti.

  • Inizia a fare uso di sostanze stupefacenti?
  • Inizia a bere alcolici?
  • Sente il desiderio di tagliarsi o tentare il suicidio?
  • Va a cercare il brivido rubando nei negozi?
  • Frequenta coetanei che metteresti in un container e li spediresti su Marte?
  • Rischia di fare un incidente con il motorino?
  • Inizia ad avere rapporti sessuali senza alcuna precauzione?

Capite che le conseguenze degli errori sono di altra entità rispetto a quelle che possono commettere i bambini.

Eppure, dobbiamo distogliere dai nostri occhi queste situazioni estreme, e permettere loro di poter commettere degli errori, perché la vita li pone continuamente di fronte alla tentazione e quand’è che iniziano a imparare com’è meglio agire, come fare scelte migliori, come decidere con giudizio?

Se non lo hanno imparato prima, dovranno farlo durante l’adolescenza perché, se non lo faranno neppure a quell’età, lo vivranno sulla propria pelle da adulti e, le possibili conseguenze, potrebbero essere ancora peggiori.

Genitore con atteggiamento psicotico

Permettimi di fare una forzatura per poterti spiegare quale sarebbe l’atteggiamento migliore per comunicare con un adolescente.

Dovresti avere un atteggiamento un po’ “psicotico”, manifestando contemporaneamente due differenti personalità.

Da una parte devi comunicare il tuo amore, la tua accoglienza, senza reagire con collera.

Contemporaneamente, dobbiamo pensare di parlare a un quasi adulto estraneo alla tua famiglia, da cui non ti aspetti nulla: potrebbe essere il tuo panettiere, oppure il tizio a cui porti a risuolare gli stivali, o una persona a cui stai sub-affittando la stanza che era del tuo bambino.

A queste persone parli da adulto ad adulto.

Con queste persone non parleresti con l’accondiscendenza di quando parli al tuo bambino-adolescente.

Non parleresti con queste figure, come parli con tuo figlio con il tono spazientito, offeso o deluso.

Avere un confronto sereno con l’adolescente – Parlargli da adulto

Molti degli strumenti che insegno derivano dalla PNL (Programmazione Neuro-Linguistica) e il fondatore Richard Bandler, afferma che le tecniche che si insegnano costituiscono il 5% della PNL. Il 95% è costituito dall’atteggiamento, il più è determinato da come ti poni: con comprensione o astio? Con saccenza o con curiosità? Con calma o spazientita?

Il tuo atteggiamento influisce enormemente sull’andamento della comunicazione e ti assicuro che, con l’adolescente, arriverai inevitabilmente allo scontro se ti porrai nel modo sbagliato.

Non sono uno sprovveduto, ho due figli adolescenti, e so già che vorresti dirmi che il tuo atteggiamento è una conseguenza di quanto ti sta facendo vivere, è la conseguenza della frustrazione, è il risultato della sua chiusura o dell’ostilità.

Ma, reagire alla rabbia con altrettanta rabbia, non può che portare all’allontanamento.
Reagire provocatoriamente in risposta alle provocazioni non può che creare un muro tra noi genitori e i nostri figli e non è ciò che vuoi.

Ritrovare una comunicazione con l’adolescente in rotta

Quando tengo il corso di “Negoziazione familiare” (uno dei 7 argomenti che tratto nel percorso in Dinamiche Familiari) spiego anche la tecnica del “tira una riga con il passato”.

Questo strumento è fondamentale con l’adolescente con il quale si va spesso allo scontro.

Consiste in una serie di frasi che permettono di ritrovare un riavvicinamento con i figli.

Serve per ripartire, per ricominciare, per dire ai figli “Ok, tiriamo una riga con il passato, mi scuso per i miei errori (naturale averne commessi) e ripartiamo”

Certamente, un’affermazione non è sufficiente a trasformare un rapporto conflittuale in un rapporto amorevole.

Dovrai dare seguito alle parole attraverso il tuo lavoro personale (non dei tuoi figli; il tuo!) per mettere in atto i cambiamenti necessari ad avere un diverso approccio con loro e iniziando a creare un clima differente in casa.

Avere un confronto sereno con l’adolescente – Non c’è un trucco

Non c’è lo strumento risolutivo rapido.

Tutto dipende da come ti poni, da come parli, dal messaggio che invii ai tuoi figli quando ti relazioni con loro.

Passa rabbia? Tornerà la rabbia.

Passa delusione? Torna la delusione e, probabilmente, si allontaneranno da te.

Passa sfiducia? Torna altrettanta sfiducia. Così via.

Loro rispondono come ad una partita di tennis. A secondo di come indirizzi la pallina verso i ragazzi, risponderanno a te di conseguenza.

Chi aveva iniziato questo gioco disfunzionale? Non lo so e non mi interessa.
La colpa è la loro? Non è importante.

L’importante è sapere chi desidera cambiare la situazione e chi vuole iniziare a darsi da fare perché il rapporto migliori.

 

Fabio Salomoni