Crescere un adolescente è difficoltoso. Diversi genitori mi scrivono raccontandomi le difficoltà che provano.

Ci sono contesti familiari dove i figli, ad un certo punto, cercano di imporsi e pretendono che le cose vadano come dicono loro. Se gli si fa notare che sbagliano o che dovrebbero collaborare un po’ di più in casa, sembrano fregarsene. È sufficiente dire un “no” quando si aspettano un “sì” ed iniziano discussioni interminabili dove vengono pronunciate anche frasi di cui poi ci si pente, poi chiedono scusa, ma le scuse servono a poco perché la volta successiva si ripete tutto per l’ennesima volta.

Situazioni come queste vanno analizzate con attenzione perché ci si potrebbe accorgere che non tutto è come appare.

L’adolescente pretende d’aver sempre ragione

Se, da una parte, avere a che fare con un adolescente che pretende d’aver sempre ragione risulta essere faticoso ed estenuante, d’altra parte dico “bene, meno male” perché significa che ha una sua personalità, significa che non hai cresciuto un bamboccio, significa che sta cercando di costruire un’identità propria e staccata dalla mammina.

Tutto questo crea al genitore difficoltà e problemi? Sì, ma se i problemi e le difficoltà sono lo scotto da pagare perché i figli riescano a crescere al meglio, teniamo duro e andiamo avanti.

È un po’ come quando ai figli stanno spuntando i primi dentini e piangono, sono noiosi, non dormono, sono lamentosi etc.: è un problema per il genitore?

Certo che sì, perché abbiamo trascorso molte notti insonni, perché avremmo voluto vedere i nostri figli sereni, felici e sorridenti e invece lo stato d’animo sofferente del bambino porta spesso all’esasperazione molti genitori, ma lo sopporti, perché sai che è necessario al bambino per poter mettere i denti che gli saranno utili per nutrirsi.

Preferivi un bambino senza denti?

Quanto ti avrebbe preoccupato se non avesse messo neppure un dentino?

Quanto saresti corsa da pediatri e medici?

Quante più notti insonni avresti vissuto?

Partendo da questo esempio, paragoniamolo a ciò che fanno alcuni figli adolescenti e riconsideriamolo, non per il fastidio che da a te ma per l’utilità che ne ricava lui per la sua crescita. Ecco che la nostra percezione un po’ cambia.

Poi, ovviamente, ci sono dei limiti invalicabili, ma ti posso assicurare che nella maggior parte dei casi, la percezione di aver già varcato la soglia non è una realtà…

Crescere un adolescente è difficoltoso.

L’adolescente non aiuta in casa e se ne frega

Crescere un adolescente è difficoltoso? Invito tutti i genitori che compiono con me un percorso di coaching a non elencare le difficoltà e le problematiche tutte insieme perché danno la sensazione che il quadro generale sia ben peggiore di quanto non sia nella realtà.

Separando le situazioni di difficoltà, si possono trovare soluzioni adatte, ma quando si getta in un calderone ogni sorta di lamentela, probabilmente ci si sfoga, ma non si raggiunge alcuna miglioria effettiva.

Considera ogni situazione a sé stante.

Ad esempio, la frase “Se gli faccio notare che sbaglia o che potrebbe collaborare un po’ di più con me, sembra fregarsene” sono due aspetti differenti.

Una cosa è fargli notare che sbaglia in una certa situazione, altra cosa è chiedergli di darti una mano e collaborare con te.


Un adolescente vuole dimostrare al mondo e a sé stesso di essere più grande, di essere più indipendente e di essere ormai adulto.

Sapendo questo, è chiaro che, ogni volta che gli dici che sta sbagliando, lo stai limitando nel suo bisogno di autonomia e libertà personale perché ha bisogno dell’illusione di essere ormai in grado di fare tutto e meglio della propria mamma. Puoi evitare di dirgli che sbaglia? No! Vorrebbe dire non svolgere il tuo ruolo genitoriale.

Quindi continua a farlo senza troppi problemi, ma non puoi aspettarti che lui prenda le tue correzioni o i tuoi avvertimenti con gioia.

È naturale che lui vi si opponga o li prenda con sufficienza perché il tuo fargli degli appunti, lo riporta a quando era piccino e tu gli dicevi cosa poteva fare e cosa no.


Tu fai il tuo dovere per crescere un adolescente, ma non aspettarti che lui ne sia felice.

Quando dici a un figlio di fare i compiti e non ne ha voglia, glielo dici perché sai che deve farli, ma non puoi aspettarti che esulti ricolmo di felicità perché gli hai ricordato di fare i compiti.

Anche questo è crescere un adolescente.

Poi, c’è la questione della collaborazione in casa: l’idea che collaborino per loro iniziativa è una chimera. Avviene solo in rari casi.

Quindi glielo devi chiedere. Se è impegnato a chattare con i suoi amici considera questa occupazione come prioritaria e basilare per la conservazione del suo ruolo all’interno del suo mondo. In quei momenti, tu gli chiedi di smettere di chattare e di apparecchiare.

Nell’elenco delle priorità di tuo figlio, apparecchiare è in cima o arriva dopo una miriade di altre voci? Se rispondi che probabilmente non è una sua priorità, non aspettarti che scatti immediatamente ad eseguire.

Oltretutto, spesso chiediamo ai figli di fare qualcosa, loro non lo fanno, noi genitori ci lamentiamo e lo facciamo da soli. Questo avviene una, due, dieci volte, fino a che non scoppiamo e, oltre il limite di sopportazione, vomitiamo tutte le cose che avrebbero dovuto fare e non hanno fatto.

Un lungo elenco. Il lungo elenco di occupazioni che per tuo figlio sono di nessuna importanza e che gli richiedono un enorme dispendio di energia. È ovvio che faccia il possibile per evitarle.

Dobbiamo chiedere loro 1 cosa. Una soltanto e quando lo fai, devi ricordarti di premettere che sai che è “una barba” e che ha ragione a preferire di fare altro. Dopo di che chiedi loro di dirti quando pensano di farla, entro quando. In questo modo gli dai la percezione di avere una sua autonomia e libertà. Scoprirai che saranno molto più collaborativi.

Se dici di “no” l’adolescente si arrabbia

Se ad una richiesta di tuo figlio pensi sia giusto e opportuno dire di “no” lui può piantare i casini che vuole e tu fai comunque il tuo dovere di genitore.

Un genitore non dice di No per comodità. Un genitore dice No perché è giusto e doveroso, in quello specifico caso e momento, dare un limite.

Se la priorità per il genitore fosse la propria tranquillità, allora sarebbe bene dire sempre di “sì” per quieto vivere, ma verremmo meno al nostro dovere genitoriale.

Tu fai ciò che è tuo dovere e, se se ne lamenta, pazienza, un giorno capirà, magari quando sarà genitore a sua volta.

Il suo compito è lamentarsi per evitare i tuoi limiti e avere la libertà che ritiene ormai dovuta, il tuo compito è quello di fare il genitore.

È difficile? sì, perché con il loro crescere, sono sempre più indipendenti e sempre meno sotto il nostro controllo.

È facile guidare un’auto che risponde ai comandi. Un figlio adolescente è un’auto, potente, di grossa cilindrata, che risponde ai comandi secondo logiche diverse da quelle a cui eri abituata. Il bravo pilota conduce comunque l’auto a destinazione.

 

Fabio Salomoni