I figli crescono. Sto affermando una banalità ma non del tutto, perché molti genitori si comportano con i figli come se fossero sempre piccoli e questo crea le difficoltà quando sono adolescenti e crea enormi difficoltà quando sono adulti.

I tuoi figli vivono ancora con te?

Ovviamente dovremo fare un distinguo tra:

  1. adulti che sono usciti di casa ed hanno avviato una vita propria
  2. figli che sono ormai divenuti adulti ma che ancora vivono in casa o che sono tornati a vivere in casa, magari dopo una separazione o un divorzio o una crisi lavorativa.

Il problema è che i figli, molte persone continuano a considerarli come quei piccoli pulcini che per molti anni hanno vissuto in casa tua, quelle tenere creature bisognose d’amore e protezione.

Se tutto è stato fatto nel migliore dei modi, ad un certo punto, i figli dovrebbero sentire il desiderio di uscire di casa. 

Il grande cambiamento consiste nel fatto che il rapporto, ad un certo punto, non può più essere quello di un genitore con un figlio bambino ma si trasforma in un rapporto tra adulto e adulto: “Sei ancora mio figlio, ma non ti tratto più come se ci fosse una scala gerarchica, perché ora siamo adulti entrambi, quindi quasi alla pari”.

Questa evoluzione del rapporto comporta maggiore libertà, ma anche maggiori oneri e maggiore responsabilità.

I figli ormai adulti

Il problema è che quando hanno 26, 27, 30 anni, non hai più a che fare con dei figli. Sì, sono i tuoi figli, ma non sono più bambini e non sono più ragazzi; sono adulti, uomini, o donne, e fino a che li tratti da bambini o ragazzi, loro continueranno a stare in questa situazione perché, diciamocelo, finita l’adolescenza, un po’ vogliono la loro autonomia, ma si rendono anche conto che la ribellione è faticosa e che a casa dei propri genitori, tutto sommato, si sta bene: ti lavano le cose, fanno la spesa, pagano le bollette, preparano da mangiare, e magari allungano anche i soldi per gli svaghi. Per molti neo-adulti, significa rendersi conto che si è in una sorta di villaggio turistico dove ti pagano per restarci.

I figli adulti devono imparare che tutto ha un costo

Questa situazione va evitata a tutti i costi: “In questa casa trovi amore, rispetto, un tetto, i confort di cui hai bisogno… ma tutto ha un costo…”

I figli ad un certo punto devono capire questo grandissimo insegnamento della vita: “tutto ha un costo”.

Non si può avere nulla per nulla. Ogni cosa magnifica ha un costo:

vuoi delle grandi amicizie? Le devi coltivare, devi spenderci il tempo, perché se non lo fai le grandi amicizie si raffreddano e ci si perde di vista.

Vuoi il grande amore? Devi lavorarci, devi fare lo sforzo, anche se sei stanco quando torni dal lavoro, di dedicare attenzioni e interesse per la persona che ami, altrimenti cercherà interesse e attenzioni altrove.

Vuoi un lavoro meraviglioso e molto ben retribuito? Ottimo, ma dovrai dedicargli molto tempo e per farlo dovrai togliere tempo ad altre cose come, magari, la famiglia o il tempo libero.

Vuoi bei voti a scuola? Devi dedicarti allo studio anche se è noioso e faticoso.

Tutto ha un costo e questa lezione di vita dobbiamo insegnarla ai nostri figli. Se non lo hai insegnato attraverso l’esempio e le parole, hai fatto un pessimo servizio ai tuoi figli che prima o poi si ritroveranno a scontrarsi, in modo doloroso, con la realtà.

Quando i figli si approfittano dell’amore dei genitori

Cosa fare quando si ha un figlio in casa che fa i comodi propri? Cosa fare quando hai in casa un figlio adulto che non si comporta da tale e che si approfitta del tuo amore?

So di aver usato una parola forte: si APPROFITTA di te, del tuo amore, della situazione, traendo tutto il meglio e dando poco o nulla in cambio.

Perché dico questo? Perché se fosse un figlio adulto che sta in casa tua e ti dà tutto il rispetto che vuoi, se cerca di contribuire con quel che può, se rispetta le regole che per te sono di umana convivenza, non avresti bisogno di leggere questo articolo.

Non avresti problemi e tutto, in casa tua, scorrerebbe liscio. Ma spesso, ad un certo punto, ci si accorge di avere in casa un adulto, che crede di poter fare il bello e il cattivo tempo, imponendoti le sue regole in casa tua e che pretende anche di avere ragione.

Se è così hai un problema.

Cosa occorre fare in questi casi?

Ora ti darò la risposta peggiore che tu possa ricevere, ma è la sola che a mio avviso funziona, e forse è una risposta che sai già, a cui hai già pensato, ma che non hai voluto fin qui prendere in considerazione: bisogna che tu corra il rischio di perderli.

Per il bene loro, occorre che parli ai tuoi figli ormai grandi da adulta/o ad adulto/a ponendo delle regole, ben precise, le tue, a cui, se vuole sottostare, benissimo, se non gli sta bene può andare altrove ed essere felice. E ci vuole una data dell’accettazione di una delle 2 scelte.

È una comunicazione che fa fatta da adulta/o ad adulta/o, senza isterismi, senza fare drammi. Regole chiare, situazioni chiare, come se stessi parlando con uno sconosciuto a cui affitti una stanza del tuo appartamento. Non c’è bisogno di urlare, non c’è bisogno di drammatizzare: arriva un tizio, un signore, una signora, uno sconosciuto e tu gli dici che lo accogli volentieri e che queste sono le regole di quella casa. Se le accetta può soggiornare li, se non le accetta cercherà un altro alloggio con regole diverse e non è un tuo problema.

La reazione dei figli adulti a cui dai un ultimatum

Loro, il figlio o la figlia, ti criticheranno, forse ti odieranno, non capiranno perché li tratti così e ti diranno che non sei un genitore (nonostante tutti gli sforzi che hai fin qui fatto per loro).

Ma, quando si è costretti a camminare, quando non si ha altra possibilità, scoprirai che i figli sanno camminare da soli.

Presumo vivano con te, magari lavorano, magari no: se lavorano dovrebbero iniziare a pensare ad uscire di casa, magari in affitto. Anche un piccolo monolocale è meglio che stare a vivere da ADULTI con genitori e, se lavorano e restano in casa, dovrebbero, almeno in minima parte, contribuire alle spese di mantenimento (anche se non ne hai bisogno! Puoi accantonare ciò che ti versa, puoi mettere da parte ciò che ti danno e un giorno glieli restituirai nel momento in cui prenderà il volo per suo conto…).

Gli equilibri con i figli adulti

Anche se non lavorano è certo che abbiano delle esigenze (benzina, magari le sigarette, uscite con gli amici ogni tanto, perché i figli adulti non vivono come un bambino di 5 anni che sta li a giocare con la macchina tutto il giorno nel tuo soggiorno). Tutto questo lo possono fare perché tu glielo permetti ma fino a che glielo permetti, finché gli permetti di stare in un albergo All Inclusive, loro ci staranno perché è la scelta più comoda: non lo migliore per loro, ma la più comoda.

In ogni rapporto ci sono degli equilibri tra chi dà e chi riceve: tra partner, tra amici, tra genitori e figli, se tu dai molto senza chiedere nulla, senza pretendere che ti venga dato qualcosa (come comportamento, rispetto, etc) ti prenderanno molto e ti daranno ben poco. Il problema è che devi obbligarli a prendere in mano la loro vita.

Si troveranno ad andare a vivere da un amico che li ospita? Andranno a vivere dal padre da cui ti sei separata? Ok, lo facciano e poi vedremo. Facciano e poi vedremo quando gli amici gli diranno “ok, adesso basta perché io non sono la tua mamma”. Cambieranno città? Ok, facciano se è necessario per obbligarli a prendere in mano la loro vita.

Questo è il compito di un genitore: accompagnare i figli a prendere in mano la loro vita.

So che è una scelta dolorosa, difficile, triste, ma è per il loro bene e dovremmo essere disposti a prenderla anche se ci fa soffrire.

Non è una decisione che prendi per te, lo fai per loro, come quando ero piccino e mio padre doveva farmi le iniezioni di antibiotico che facevano un male bestia, e io gridavo di non farmele e cercavo di divincolarmi e scappare e mi brancavano, mi trattenevano e me le facevano, volente o nolente: per loro era straziante infliggermi qual dolore ma era ciò che dovevano fare per la mia polmonite o per qualunque altra malattia. Oggi, a distanza di anni, sono lieto per la loro scelta perché i genitori, come i leader, non agiscono in base a ciò che è più tranquillo e comodo ma in base a ciò che occorre fare per ottenere i risultati giusti.

La difficoltà di molti genitori con figli adulti

Ad un figlio non più adolescente che vive in casa tua, non gli prepari la “pastasciuttina buona” per quando arriva a casa: arriva, è adulto, e se la prepara e quando l’ha preparata non ti lascia le pentole e i piatti sul tavolo o nel lavello: li ha usati, ha mangiato, li sistema, perché è ormai adulto, perché non è più un bambino, e quindi deve comportarsi da tale.

Perché ad un certo punto il figlio, pur se con amore ma diventa affittuario, devi trattarlo come tale. Non è l’ospite che gli fai tutto per farlo sentire accolto e coccolato.

Sai qual è la difficoltà per molti genitori (in particolare per le mamme)? Che significa rinunciare al ruolo di MAMMA. Quelle cose le facevi per lui/lei quando era piccolo ed era il tuo modo per comunicare il tuo amore. Attraverso quei gesti d’amore ti prendevi cura e gli dimostravi il tuo affetto.

Ogni volta che gli prepari la bistecchina buona con il pane caldo, ti senti una mamma straordinaria che sta facendo delle cose, per amore, al proprio figlio o figlia. La verità è che lo stai facendo per sentirti utile e importante come mamma ma non stai facendo la cosa migliore come genitore, per il bene di quei figli.

Figli adulti ormai usciti di casa

E se la difficoltà è con i figli ormai adulti che sono usciti di casa ed hanno iniziato la propria vita? Di solito, la grande difficoltà in questi casi è che i genitori si impicciano della vita dei figli.

So di essere “cattivo” e di dire le cose in modo forse fin troppo diretto.  Scusami, ma chi fa i percorsi con me di “miglioramento genitoriale” sa che sono una persona diretta che, per ottenere risultati, non usa i guanti di velluto e dico le cose come stanno.

Se abbiamo detto che quel figlio o quella figlia è ormai grande e adulto/a ed è fuori dalla tua casa, se è uscito/a dal tuo raggio d’azione, il tuo controllo sulla sua vita deve essere pari a zero.

Secondo te sta sbagliando?

Gli puoi dire che secondo te non ha valutato la situazione in modo completo ma devi anche affermare con convinzione che è libero di prendere le proprie decisioni. Se prende le proprie decisioni e sbaglia ritrovandosi proprio in quelle situazioni che avevi previsto non gli dici “ecco, vedi, se mi davi retta…” perché gli adulti scelgono, decidono e agiscono e a volte sbagliano: la vita è cosparsa di errori e dobbiamo accettarlo.

Questa cosa è difficile da comprendere per la maggior parte dei genitori che hanno a che fare con figli ormai grandi: ad un certo punto bisogna guardare in faccia la realtà del fatto che sono persone che possono scegliere e a volte fanno scelte sbagliate o poco affini a noi. Anche se li amiamo tantissimo e vediamo quel che sta succedendo in negativo, possiamo solo stargli vicino e continuare ad amarli.

Auguro a tutti i genitori di vivere altri 100 anni ma, con ogni probabilità, ad un certo punto, si troveranno senza il tuo supporto e saranno costretti a darsi da fare, a prendere in mano la propria vita. Davvero vogliamo fare in modo che sino alla dipartita dei genitori non siano autonomi e restino sotto al controllo genitoriale?

La consapevolezza che i figli sono ormai grandi

Quando parlo di figli adulti intendo persone non più adolescenti.

Sintetizzo quanto detto fino a qui per essere ancora più chiaro e diretto: nel tuo modo di fare e nel tuo atteggiamento, se tuo figlio è un adulto, non hai a che fare con tuo figlio ma con un adulto.

So che sono i tuoi figli, che li hai lavati, vestiti e imboccati, che li hai protetti, che gli hai curato le sbucciature sulle ginocchia, che gli hai preparato i biscottini caldi e il suo piatto preferito, gli hai comprato l’astuccio che voleva tanto e gli hai insegnato a temperare le matite, so tutto, bravi, ma ora non è più un bambino e non è più un/a ragazzino/a.

Ora hai a che fare con un adulto che vive in casa tua… e se non vive più neppure in casa tua, ancora di più.

E quindi?

L’adulto ha bisogno di dimostrare a se stesso di essere in grado di provvedere alla propria vita.

Se la mammina è piena d’amore e glielo riversa tutto addosso preparandogli la colazioncina calda al mattino, i vestitini già stirati la sera prima, e ogni altra forma di accudimento, non hai a che fare con un adulto ma con un bambino in un corpo da adulto e, il più delle volte, in queste condizioni i figli vivono un forte conflitto: da una parte hanno dei vantaggi a cui non vogliono rinunciare (mammoni) ma dall’altra sono imbestialiti con te perché non riescono ad emanciparsi, a staccarsi, non hanno autonomia.  

È chiaro che i figli adulti hanno delle esigenze e la mamma deve rispettare questi bisogni. La mamma non dice loro cosa devono fare della propria vita. Ogni volta che la mamma interviene nelle loro decisioni di vita, dà il messaggio “sei ancora troppo piccolo per decidere in autonomia; hai ancora bisogno della mammina che ti dice cosa fare”. Questo tipo di atteggiamento porta i figli a vivere un’enorme frustrazione e lo scontro è inevitabile.

Il distacco dai figli adulti

Se quando è piccolo la tua vita è lui/lei, mano a mano che cresce la tua vita sei tu perché i figli si devono occupare della propria vita da soli.

Lo sforzo è del genitore che deve smettete di vedere in quel corpo di adulto il bambino che lo amava tanto e che dipendeva da lui, che gli si affidava.

Una volta un amico con una situazione difficile sia di salute che economica mi disse: “Credi sia il caso che ne parli a mio figlio?” e il figlio aveva 30 anni. Ne avesse avuti 25 sarebbe stata la stessa cosa. Certo che doveva parlargliene, perché un figlio di 30 anni non va tutelato come se ne avesse 10. È un adulto, digli le cose come stanno e farà i suoi pensieri e trarrà le sue conclusioni, come ogni adulto.

I figli non sono lo strumento per avere l’amore che si desidera

Concludo con questo concetto: spesso le mamme riversano l’amore nei figli, anche adulti, l’amore che non riescono a trovare nel partner. Non ricevono l’amore che vorrebbero e smettono di cercare di dare amore al partner ma quell’amore c’è, è lì, è nel cuore e a qualcuno sentono il bisogno di darlo. Ecco che i figli vengono inondati di tonnellate e tonnellate di amore, e attenzioni, e cure, troppe, fastidiose, inutili. Non è amore che dai per loro bisogno, ma è amore che dai per tuo bisogno e non va bene.

 

Fabio Salomoni