La fase 2 è iniziata. Le famiglie sono disorientate. La maggior parte delle persone apprezza le regole solo quando giocano a proprio vantaggio. In tutti gli altri casi si tende ad ignorarle affermando di ritenerle poco sensate, come se fosse questo un motivo più che valido per non prenderle in considerazione.

Prima della fase 2 era la paura

Durante l’emergenza, ciò che ha convinto tanti cittadini a rispettare l’isolamento stando chiusi in casa, è stata la paura. La paura di essere contagiati e morire, la paura di contagiare le persone che amiamo ed essere causa della loro sofferenza.

Ora, in piena fase 2, la paura è diminuita, in TV non si vedono più le immagini delle bare stipate, ed analogamente è cresciuto il desiderio di uscire, riprendere i contatti, tornare a vivere nella normalità.

La verità è che ancora per molto tempo non ci sarà il ritorno alla normalità per come la ricordavamo.

Le famiglie nella fase 2

Con le nuove regole per la fase 2, i nostri figli hanno potuto rimettere il naso fuori di casa e lo trovo un bellissimo segnale di ripresa della vita.

Credo tuttavia sia d’obbligo ricordare loro che l’emergenza non è terminata, i morti sono ancora molti, il virus potrebbe riprendere la sua furia cieca e tornare a imperversare.

Teniamo presente che per un adolescente, il proprio mondo gira attorno a 3 aspetti:

  1. La socializzazione: il bambino, crescendo, vede sempre meno i genitori come punti di riferimento sostituendoli con gli amici. Nell’adolescenza il loro mondo è amici-centrico e il trascorrere del tempo con loro diviene ragione di vita. Durante l’emergenza pandemica si sono visti privare di questa fetta fondamentale della loro esistenza. Hanno sopperito con le videochiamate e le chat, ma ricordiamo che erano strumenti che sapevano utilizzare, e bene, anche prima di tutto questo, quindi non è stato un “aggiungere”: hanno continuato la relazione a distanza di un tempo e si sono visti privare della relazione diretta.
  2. Il giudizio: da bambini il riferimento sono i genitori ed il loro giudizio è fondamentale, ma crescendo il riferimento sono gli amici, ed il giudizio degli amici diventa linea guida. Ci si veste, ci si pettina, si parla e ci si comporta ricercando la loro approvazione ed è più complicato che con papà e mamma, perché i coetanei sanno essere spietati.
  3. Le regole: con l’arrivo della pre-adolescenza emerge il desiderio di distacco dai genitori per poter creare un proprio mondo e potersi mettere alla prova. Violare e sfidare le regole diventa lo strumento più semplice per affermare la propria crescita.

Le mascherine

Perché ti parlo di questo? Mettiamo insieme tutto ciò che ho fin qui scritto: l’emergenza non è terminata, il rischio di contagio è ancora elevato e sarebbe un errore smettere con le precauzioni. I nostri figli non vedono l’ora di tornare ad incontrare i propri amici

La paura di contagio e morte è molto diminuita e con essa, il bisogno di rispettare le regole sembra essersi dissolto.

Il giudizio degli amici e la sottovalutazione della situazione porteranno a considerare l’uso della mascherina e dei guanti superflui, inadatti, antiestetici e quindi da accantonare.

Purtroppo non si è pensato a fare una campagna pubblicitaria per insinuare l’idea che la mascherina è bella, per dire che gli occhi possono far capire moltissimo dell’animo delle persone, per dire che il grande amore lo si potrebbe trovare in uno sguardo, per dire che i guanti e la mascherina si possono abbellire e coordinare per essere più trendy, tutto per evitare che chi indossi i dispositivi di protezione venga additato come “sfigato”, deriso e indotto a toglierli per essere accettato dal gruppo.

Gli adolescenti

In Italia dall’inizio della pandemia, i contagiati con età 0-19 anni sono meno dell’1%, ma non possiamo scordare che molti di loro possono aver contratto il virus senza riportare alcuna sintomatologia e quindi ne erano veicoli di diffusione.

Questo è il pericolo.

Occorre iniziare da subito a sensibilizzare sulla necessità che collaborino nel mantenere un comportamento sicuro anche quando si troveranno in “branco”. 

Occorre chiedere loro di tener testa a coloro che, prendendoli in giro, li inviteranno ad abbassare la guardia.

Occorrerà ricordare più e più volte che sono un possibile veicolo di trasmissione del virus e che, se non sono più in pericolo di vita, possono mettere in serio pericolo la vita dei genitori, nonni, zii e conoscenti vari.

Certo non sarà facile convincerli perché saranno indicazioni provenienti da adulti poco coerenti. Da un lato il timore che possano ammalarsi ed essere fonte di diffusione, dall’altro quegli stessi adulti stanno chiedendo a gran voce le riaperture e che le restrizioni siano inferiori. 

Come possiamo chiedere ai nostri figli di prendere sul serio le norme di sicurezza e distanziamento se noi adulti chiediamo il contrario per noi stessi?

Tutto cambierà

L’attacco alle torri gemelle ha lasciato degli strascichi di diffidenza e paura, e anche questa pandemia e la fase 2 lasceranno dei segni che rimarranno in noi e nelle nostre nuove abitudini per molto tempo. 

Tutto cambierà: se l’attacco terroristico ha portato gli scanner negli aeroporti e nuove misure di sicurezza, in questo caso vedremo cambiare le abitudini di come viaggiare sui mezzi pubblici, di come andare al ristorante, di come potersi divertire in compagnia di altre persone, di come potersi avvicinare ad altre persone senza il timore per la nostra incolumità.

I ragazzi hanno sin qui dimostrato grande spirito di adattamento, ora c’è da chiedersi se sapranno fare altrettanto gli adulti nei loro confronti: sapremo ricordarci che la loro vita e le loro abitudini sono state stravolte, oppure faremo finta di niente e chiederemo loro le stesse cose di un tempo come se nulla fosse accaduto? 

Cambierà come i nostri figli vivranno l’ingresso e l’uscita da scuola, come trascorreranno le ore di lezione e molti altri momenti delle loro giornate.

Un po’ come avviene per molti genitori che a volte vorrebbero i figli responsabili e assennati come fossero già grandi e contemporaneamente li vorrebbero ubbidienti, docili e remissivi come fossero ancora piccoli, generando confusione, allo stesso modo dobbiamo ricordare che se il mondo cambia, ogni regola e ogni aspettativa cambia con esso e non potremo chiedere loro le stesse cose che chiedevamo prima della pandemia.

 

Fabio Salomoni