La critica: conoscete qualcuno al lavoro o in casa, genitori, figli, partner o amici, che criticano sempre?
Capita anche a te d’avere a che fare con i criticoni professionisti?

Perché sì, è vero, il mondo è pieno di criticoni professionisti ma fino a quando li incontri per caso, per strada o al centro commerciale, non importa, il problema arriva quando il criticone o la criticona professionista ce l’hai in casa, partner, figli, genitori, o sei tu.

Oggi voglio parlarti del potere distruttivo della critica sia con i figli che all’interno del rapporto di coppia.

Perché molti tendono a criticare tutto?

Perché così tante persone sono criticone? Perché così tante persone usano la critica come unica fonte di comunicazione con gli altri, di contatto con le persone che amano?

Per la maggior parte di queste persone è un’abitudine di cui non si rendono neppure conto.

Ricordiamo che per millenni il sacrificio, il penare, la sofferenza e la privazione, sono state le sole strade su cui si forgiava la sopravvivenza.

Criticare sempre, per ogni cosa, non ringraziare mai e non fare mai una lode, perché “se fai bene, è solo il tuo dovere e non devo darti nulla, nessuna pacca sulla spalla.

Però, se fai male, anche una cosa minima, te lo rinfaccio, te lo sottolineo subito…” perché si è sempre fatto così?
Perché era un’epoca dove occorreva forgiare persone che sapessero sopravvivere alla difficoltà della vita e, con questo metodo, o sopravvivi o perisci ma se perisci significa solo che non eri abbastanza forte.

La legge della jungla che per migliaia d’anni è stata la sola strategia, il solo approccio, conosciuto.

Ma ora quel modo di pensare è inadatto.

Adesso non dobbiamo agire in funzione della sopravvivenza, ora c’è spazio e c’è bisogno di nutrire emozioni positive, di riempire i serbatoi dell’amore e dell’accoglienza.

Quindi molte persone criticano in continuazione perché credono sia il solo modo per spingere e spronare al miglioramento.

La critica dell’insicuro

Altri, criticano sempre e tutti, per elevare se stessi.
Abbattono, mi auguro senza consapevolezza, criticano, sminuiscono gli altri per sentirsi migliori dei criticati.

Se vogliamo è un modo meschino di vivere, ma sarebbe meschino se fosse premeditato.

Per la maggior parte di coloro che vivono così, è semplicemente una strategia che hanno scoperto per non abbattersi, per nascondere le proprie lacune, per mascherare la propria bassa auto-stima.

Molti genitori agiscono in questo modo con i propri figli per mantenere un’egemonia, un controllo su di loro, per non vivere il disagio dei figli che crescono e che prendono in mano la propria vita potendosi permettere di far a meno del genitore.

Quei genitori che agiscono così desiderano restare degli Dei agli occhi dei figli, cercano di farlo facendo sentire i figli incapaci o inadatti.

Non è un gran approccio genitoriale.

Analogamente, all’interno del rapporto di coppia, ci sono anche partner, uomini o donne, che abbattono il compagno o la compagna per sentirsi leader, per aver il controllo dell’ambiente casa, fanno sentire il marito o la moglie degli inetti, ogni giorno, in ogni occasione, “non sei abbastanza” “non fai abbastanza” “lo hai fatto, MA male” “lascia, faccio io che è meglio” detto con un tono di disprezzo.

Donne e uomini uccisi dalla critica

È evidente che in un rapporto genitori-figli, o in un rapporto di coppia, la presenza di un criticatore professionista o una criticatrice professionista, rende l’ambiente casa molto pesante, teso e infelice.

L’uomo, il maschio, tendenzialmente, sente il bisogno di essere all’altezza e la critica abbatte questo bisogno. Il maschio che si sente spesso criticato reagisce malamente perché ha la sensazione che lo considerino incapace, non abile, non all’altezza, non abbastanza pronto e performante.

Al contrario, tendenzialmente, la donna quando viene criticata non si sente amata, non si sente considerata abbastanza ma non, “non sono abbastanza per essere all’altezza della performance”, per la donna è più un “non sono abbastanza per essere amata, per meritare l’amore (del partner o dei figli)”.

Quale critica colpisce maggiormente

Nell’elenco delle cose da evitare come genitori dovremmo ricordarci di inserire le ramanzine, i rimproveri, il dare messaggio di rifiuto, il messaggio “non vai bene”, perché non sono messaggi stimolanti.

Come già detto, molti genitori credono che la critica spinga al miglioramento ma la verità è che la critica spinge a convincersi di non essere abbastanza: non essere considerati abbastanza e non essere abbastanza all’altezza, in particolare con i figli che hanno una personalità e una autostima non ancora ben formata e solida.

Vuoi sapere la critica peggiore? Quando nella frase inserisci “Tu SEI”.

Vale tra partner, vale con i figli, vale con i colleghi o con gli amici, ogni volta che dici “sei…” e ci aggiungi qualcosa, stai dicendo che non è il suo comportamento ad essere sbagliato, ma che è la sua identità, che è proprio sbagliato/a come persona e non potrà mai fare nulla per cambiare perché quel difetto è nel suo DNA, è parte di quella persona, è fatta così.

Se molte critiche vanno a ledere l’identità di sé, cioè ciò che sentiamo di essere, è chiaro che ferisce moltissimo i bambini e incide sulla loro crescita.

I bambini vivono la critica come un rifiuto. Il loro cervello è ancora semplice e, così come fino ad una certa età non comprendono le battute e i doppi sensi, non sono in grado di capire neppure che la critica è, nelle intenzioni dell’adulto, un modo per spingere al miglioramento e, in qualche modo, potrebbe essere intesa come una dimostrazione d’amore.

Dal punto di vista di tanti adulti, c’è la convinzione che sino a che si occupano dell’altra persona, sino a che fanno critiche, fino a che fanno correzioni, significa che ci tengono, mentre se non criticano e non correggono più vorrebbe dire che c’è disinteresse (questo dal punto di vista di molti adulti ma non è quel che recepisce il bambino che vive quella critica come un possibile dis-amore).

È lecito criticare?

Alcuni potrebbero pensare: “Ma allora non si può criticare?”.

Si può fare tutto, ma nel dovuto modo.

La critica deve essere condita, ammorbidita, da cose positive e dalla spiegazione della critica tenendo in primo piano l’intenzione di salvaguardare l’identità dell’altra persona.

La critica e l’adolescente

La costante critica nell’adolescente è quel che fa interrompere la comunicazione, è quel che fa creare un muro tra noi e loro, un muro spesso invalicabile.

Gli adolescenti vorrebbero comunicare con i propri genitori.

Forse non desiderano dire tutto, tutto, tutto, ma vogliono poter condividere i loro interessi e il loro mondo. Ma se ogni volta che esprimono e raccontano il proprio mondo ricevono in cambio una critica, palese o velata, diretta o tra le righe, imparano rapidamente che è meglio non dire più nulla e tenersi le cose per sé.

Se leggendo stai pensando “ma come si può fare una critica quando, ad esempio, un figlio racconta una propria difficoltà o problematica?” beh, pensa quante volte dicono qualcosa e si sentono rispondere “Beh, ma la fai troppo grossa per una cosa da nulla…” oppure “mi sembra tutta un’esagerazione”.

E magari è realmente un’esagerazione, ma solo dal nostro punto di vista e con quella frase ecco che hai criticato la sua percezione della realtà perché, se per lui o lei è una cosa importante, penosa, straziante, per noi magari non lo è ma non la stiamo neppure vivendo in prima persona e quindi meriterebbero maggiore rispetto del loro percepito.

E se i figli criticano i genitori?

Parlando di critica, non posso evitare di affrontare anche il tema dei figli che ad un certo punto iniziano ad essere critici nei confronti dei genitori.

È una cosa che manda in bestia la maggior parte dei genitori: “Tu, piccolo, giovane essere che sei al mondo perché ti ho fatto io, osi ora giudicarmi… ma che ne vuoi sapere tu, della vita, dei problemi, delle decisioni importanti, che ne sai tu piccolo e giovane essere delle ferite della vita. Tu ti permetti di giudicarmi? Di criticami? Adesso sei tu a dire se IO faccio bene o faccio male?”.

Eh sì, è così, devi accettarlo, perché ad un certo punto, quel piccolo bambino/a che si fidava e affidava a te, inizia a guardare il mondo con i suoi occhi e non più attraverso i tuoi, inizia a valutarlo, a soppesarlo dal suo punto di vista, con i suoi parametri, inizia a fare le sue considerazioni, inizia a mettere in discussione ciò che prima dava per scontato.

È necessario, per creare una mente critica che possa portarlo all’età adulta.

So che a noi genitori dà fastidio essere giudicati negativamente, anche perché “ma come, a te dà fastidio essere giudicato e criticato e poi, tu giudichi e critichi me?”.

Meno critiche e più comprensione

Spesso i genitori non si rendono conto che quel che per un adulto può apparire come una sciocchezza, per un adolescente è il mondo, e noi non dovremmo sminuirlo.

Così, una volta diamo una risposta che minimizza e non comprende, un’altra volta diamo una risposta che giudica o rimprovera e loro, i figli, imparano che stare sulle proprie è meglio piuttosto che esporsi, si corrono meno pericoli.

I figli e partner che subiscono spesso delle critiche, ritengono di essere sotto potenziale minaccia di commenti negativi o di guai e preferiscono nascondersi dietro ad un muro che crea distanza.

Come vi dico spesso, quel muro lo creiamo noi, anzi, il muro lo creano i figli o i partner ma siamo noi ad indurli a costruirlo.

 

Fabio Salomoni