Ti fermi mai per fare il punto della situazione familiare o della tua vita?
Molte persone attendono il nuovo anno per stilare l’elenco dei propri propositi e ipotesi di cambiamenti per migliorare le situazioni.

Ti sei mai fermato a considerare la tua realtà familiare?
La maggior parte delle persone lo evita: meglio non farsi domande per non darsi risposte spiacevoli.
Nascondono la testa sotto la sabbia come gli struzzi, ma così facendo non si affrontano e risolvono le difficoltà.

Quali domande porsi per consapevolezza?

  • Qual era il tuo rapporto di coppia ideale?
  • Come vorresti che fosse?
  • Quali aree del vostro rapporto non ti soddisfano pienamente?
  • Come vorresti che fosse e con quali risultati, il tuo ruolo di genitore ed il rapporto con i tuoi figli?
  • Cosa dovrebbe cambiare perché il rapporto con i tuoi figli diventi come lo hai sempre desiderato?

Molti evitano di fermarsi e fare queste considerazioni, per non prendere coscienza delle aree di insoddisfazione; altri, ci pensano brevemente e poi liquidano frettolosamente il tutto cercando di auto-convincersi che, purtroppo, non c’è nulla da fare.

Eh, destino amaro.
Come ripete spesso mia mamma tra sé e sé: “Siamo nati per soffrire”.

Evitare di guardare in faccia alla realtà fa vivere felici e soddisfatti?.
No. Possono decidere di sopportare, ma non è gioia e felicità.
Perché la vita che non vogliono vedere è la loro, ed il tempo che trascorrono nell’insoddisfazione, è il loro.

Qual è la vita familiare peggiore?

Sai qual è la situazione familiare, con partner o figli, di più difficile soluzione? Quella del “più o meno”. È quella situazione nella quale ci si accorge che l’insoddisfazione e la sofferenza non urlano: sono solo un sussurro, continuo, costante, fastidioso, ma un sussurro.

Perché è la più complicata? Perché quando la situazione è disastrosa, quando ci si accorge di aver toccato il fondo, è più semplice decidersi all’azione perché qualcosa cambi. Ma quando si “galleggia” lentamente alla deriva, si soffre ma senza un dolore acuto, ed ecco che il pensiero, nei momenti di consapevolezza, diventa: “Beh, faccio finta di niente, chiudo un occhio, la vita è così… sofferenza”. 

Sì trascinano giorno dopo giorno
perché il dolore non è poi così straziante
da obbligarli ad intervenire.

E il tempo trascorre, sfugge, se ne va.

La questione è tanto seria quanto semplice:

  1. In quali aree della situazione familiare non fai “Wow!” 
    Lascia stare chi ti dice che è normale che sia così.
    Lasciali nella loro insoddisfazione.
    Io do retta solo a coloro che mi insegnano come essere felice, non  ai professori del come accettare di essere frustrati. 
    Quindi, quali aree? Ascoltati, pensaci. 

    Dopo che le hai trovate, puoi passare al punto 2.
  2. Quella sfera della tua situazione familiare, è importante per te? È un aspetto importante nella tua vita? Avere un rapporto migliore con i tuoi genitori, o con i tuoi figli, o con te stessa, o con il tuo partner, o qualunque altra cosa che riguardi la tua realtà quotidiana, è importante? 

    Se la risposta è sì, hai fatto un enorme passo di consapevolezza, assolutamente non ovvio, perché la maggior parte delle persone preferisce fare come gli struzzi; ma tu hai deciso di guardare.

    Puoi quindi passare al punto 3.
  3. Cosa sei disposta a fare per migliorare la questione? 
    Questa è la nota dolente. 
    I più non fanno nulla o fanno dei tentativi “come capita”.
    I più preferiscono pensare “tanto è tutto inutile” per non darsi da fare, ma significa che hanno mentito al punto 2: non è poi così importante per loro essere felici in famiglia. Chi se ne frega della famiglia, della coppia, dei figli.

Se arrivi qui e poi decidi di continuare come stai facendo, hai deciso di non essere felice, e la trovo una scelta lecita, ma amara.

Essere felici è una scelta difficile

Dovrai decidere se agire o continuare a lamentarti.
Anzi, se decidi di non fare qualcosa perché le cose cambino, non dovresti più neppure lamentarti, perché è una tua scelta continuare a stare nell’insoddisfazione e nella frustrazione.

 – “Ah, ma devo venire fino a Milano?”

 – “Per risolvere la mia complicatissima situazione, non può semplicemente consigliarmi un libro, che se posso, lo leggo?”

 – “Costa meno di €100 al giorno? Ma non può farmi uno sconto?” 
 – “Il corso è di 2 giorni. Ma se vengo ad un giorno solo pago la metà? E se vengo solo un pomeriggio posso pagare 1/4?”

Queste sono alcune delle domande che spesso mi vengono poste. Cosa ti dicono? 

Che non hanno compreso l’importanza di ciò che stanno perdendo.

Non ti sono simpatico io?
Non ti sembro preparato?
Non sono abbastanza accattivante?
Vai da altri!

Ma fai qualcosa, senza se, senza ma, senza scuse e senza aspettare che siano altri a doversi muovere per te.

Smetti di dire “Ci ho provato” e “Le ho provate tutte”: semplicemente hai provato nel modo sbagliato.

La buona volontà non basta.

Chi ha voglia di uscire dal problema e agire per la soluzione, semplicemente si alza, si sposta, fa, decide, agisce, cerca e trova il modo.

Poiché la vita è questa, ed è una, secondo me merita di essere vissuta con gioia, passione, energia e felicità.
Ma occorre scoprire su cosa agire e come perché il cambiamento avvenga.

 

Fabio Salomoni