Le aspettative sono una delle ragioni che più spesso portano ai dissidi con i figli e tra partner.

L’aspettativa cos’è?  È la previsione di come DOVREBBERO andare le cose. Tutti noi abbiamo nella testa le nostre abitudini, i nostri punti di vista, il giudizio di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e di ciò che è bene e ciò che è male, ciò che è prioritario e ciò che non lo è. Tutti abbiamo nella nostra testa queste cose, ben chiare e formano le nostre convinzioni.

Le convinzioni hanno il terribile difetto di sembrare così “ovviamente” certe, che non le si mettono in discussione, non ci si pone il dubbio e le aspettative sono delle conseguenze che noi ci aspettiamo per certo: “Non può che andare così… è ovvio”

Quando gli eventi evolvono diversamente da come ci saremmo aspettati, ecco la delusione dell’aspettativa infranta.

Ogni persona ha delle aspettative: tu, io, mia moglie, il tuo o la tua partner, i figli ed i genitori. Tutti.

Chi tradisce le aspettative ha ragione o torto?

Coloro che mi scrivono lamentandosi del comportamento del partner o dei figli non mentono. Ognuno di loro ha ragione quando mi descrivono il marito che non aiuta, il figlio che promette ma poi non fa o della moglie che ha manifestato un certo tipo di reazione.

Ogni racconto è reale e veritiero.

L’inganno sta nel fatto che è solo un punto di vista. Vengono prese in considerazione solo alcune considerazioni. Una parte della realtà viene minimizzata ed un’altra parte viene sottolineata con enfasi.

Ogni racconto esprime la verità, ma è sempre la verità di un solo punto di vista. Non potrebbe essere diversamente.

Considera, che ogni racconto ha in sé la delusione. Nell’esprimerlo, si sprecano i “ogni volta”, “sempre” e “mai” che hanno il solo scopo di enfatizzare alcuni aspetti, accrescerli, renderli inaccettabili anche per chi non li ha vissuti in prima persona.

Più si rivivono e si descrivono gli eventi in quel modo, e più ci si convince che gli altri siano totalmente manchevoli nei nostri confronti, alimentando la nostra rabbia, il nostro rammarico, la nostra frustrazione distruggendo i sereni equilibri del rapporto di coppia o con i figli.

Devono cambiare, perché tradiscono le tue aspettative

Molte persone, quando mi contattano per iniziare un percorso di coaching mi dicono: “Se il percorso lo faccio solo io, non serve” e vorrebbero che il marito, il figlio, la moglie, la figlia si impegnassero in un percorso riparatore per giungere alle stesse considerazioni, per accorgersi delle stesse cose e arrivare alle stesse conclusioni.

La mia risposta è sempre la stessa: “Se siete convinti di farlo in 2, partner o genitori-figli, tanto meglio, ma se il/la partner non è interessato o convinta, se i figli non vogliono perché credono che il problema sia tu, è controproducente costringerli, tanto, il percorso non ha lo scopo di far capire agli altri che sbagliano. Se decidi di fare un percorso lo fai per capire TU, cosa cambiare.

Perché dico questo? Perché purtroppo le persone si creano le “aspettative” che, avendo fatto insieme il percorso, avendo entrambi capito alcuni passaggi, avendo compreso il perché di alcune dinamiche, debba essere OVVIO che entrambi ci si impegni perché le cose cambino.

E invece no.
È tutta, solo, soltanto, una tua aspettativa e, come tutte le aspettative:

  1. creano obbligo nell’altra persona, che si sente costretta e che ha la sensazione di essere sotto ricatto o minaccia.
  2. creano delusione ogni volta che l’aspettativa viene infranta: c’è delusione, c’è amarezza, c’è frustrazione e, infine, rabbia.
  3. Pongono gli altri sul banco degli imputati: tu sei sul gradino più alto di chi si sente giusto e immacolato e additi gli altri, accusandoli, di essere venuti meno al loro dovere di assecondare la tua aspettativa.

Eppure, se ci pensi bene, quell’aspettativa te la sei creata tu.

Ogni aspettativa tradita è un amore mancato

Il tema delle aspettative si collega a quello dell’amore: cosa ti aspetti di ricevere dalle persone che ami?

Perché, in fondo, il vero pensiero che i più formulano è: “Se mi ama, dovrebbe…”

Partner o figli “Se mi amano, è OVVIO che debbano fare quella certa cosa”.

Ognuno ha la propria lista.
La lista delle cose che SECONDO NOI è impossibile che manchino tra persone che si amano, che si vogliono bene.

Peccato, che la tua lista non è uguale a quella loro.

Noi abbiamo la nostra idea di amore e siamo convinti che sia l’idea anche degli altri, quindi diamo amore per come lo vorremmo ricevere: al figlio o al partner dai l’amore che secondo te, secondo ciò che vorresti tu, OVVIAMENTE, vorrebbero, desidererebbero, si aspetterebbero loro ma, molto spesso, nonostante le buone intenzioni, stai dando altro rispetto a ciò che si aspettano.

Tu dai il tuo amore secondo i tuoi parametri, loro lo ricevono ma, dentro, sentono che quel bisogno d’amore espresso secondo la loro modalità e aspettativa, non è stato soddisfatto. Ecco che si apre una voragine. In molte persone si fa strada la sensazione di essere stato amati, ma non abbastanza.

Agisci per dovere o per piacere?

Spesso, si ha la sensazione di aver dato molto al proprio rapporto e di non aver ricevuto abbastanza.
Ma qui si apre un meraviglioso discorso sul “volere” e sul “dovere”.

Tutto quello che fai per i tuoi figli, tutto quel che fai per il tuo partner lo fai per avere qualcosa in cambio? La risposta dovrebbe essere “no”.

Però, ormai ho una certa esperienza e quindi so la risposta: “No, ma… non è che posso dare, dare, dare e non ricevere nulla in cambio”.

Giusto.
Lo comprendo e non fa una grinza. Hai totalmente ragione.

Considerazione

Ora faccio una considerazione: il tuo “dare, dare, dare” è una tua scelta? Se la risposta è si, se non ti ha obbligato nessuno, perché devi aspettarti qualcosa in cambio? Se è così, con ogni probabilità lo hai fatto e lo stai facendo perché senti che è la cosa giusta, utile, amorevole, ma, anche in questo caso, è tutto dentro di te.

Con ogni probabilità, nessuno ti obbliga ma tu lo senti come un obbligo, senti che è doveroso e, anche in questo caso, è un tuo bisogno che ti spinge a dare, dare, dare. Se è così, perché gli altri dovrebbero farsi carico del tuo bisogno di dare, dare, dare per sentirti bene con te stesso/a?

Se hai la sensazione di spenderti troppo all’interno delle relazioni con il tuo partner o con i tuoi figli, è necessario imparare a tirare una riga di confine tra il “fin qui ti do” e il “oltre questo non do più e ti arrangi”.

Molto spesso quando le persone mi dicono “io devo…” io rispondo “e chi ti obbliga?”. È una domanda importante perché se comprendi che la risposta è “nessuno. L’obbligo lo sento dentro di me”, è un tuo senso del dovere, è un tuo bisogno di fare ciò che ritieni doveroso fare, ed è tutto nella tua testa.

Invece di “dare, dare, dare” potresti semplicemente “dare” riducendo la tua sensazione di spenderti eccessivamente senza ricevere nulla in cambio.

Io, tutto ciò che faccio per mia moglie ed i miei figli lo faccio perché ne sento il desiderio, e se qualche volta non ho desiderio di andare loro incontro, dico semplicemente “oggi non me la sento”. Lo stesso è permesso a loro e in questo modo nessuno ha la sensazione di spendersi inutilmente.

Non tutti si aspettano ciò che ti aspetti tu

C’è un’errata generalizzazione che proviene dalle sacre scritture: “Fare agli altri quello che vorresti fosse fatto a te…”.

Certo, se vuoi che ti trattino bene tratta bene le persone, se sei collaborativo le persone saranno più collaborative con te, se sei ben disposto le persone saranno ben disposte con te, questo significato della frase lo comprendo e approvo.

Ma, nelle dinamiche familiari, è spesso uno sbaglio quando ci si riferisce agli affetti.
La frase giusta dovrebbe essere “Fai agli altri ciò che LORO si aspettano e di cui hanno bisogno”, perché se io ho sete potrei erroneamente dare a tutti da bare senza prendere in considerazione che loro potrebbero avere freddo.

Le aspettative ti rendono giudice

Le aspettative creano un modo di pensare che porta troppo spesso alla delusione perché ci fanno dividere il mondo in “giusto e sbagliato”: giusto, se fanno come da nostre aspettative e sbagliato, se agiscono diversamente dalle nostre aspettative.

E se fossero sbagliate le aspettative?
Se ne avessi troppe?
E se le tue consuetudini che hanno creato quelle tue aspettative fossero sbagliate?

Molti comportamenti che per i miei genitori erano ovvi, anche per me lo sono diventati. Poi ho conosciuto mia moglie, e mi sono accorto che non era così per tutti. Esperienze portano a considerare “ovvie” cose diverse.

I figli non potranno mai essere una nostra aspettativa, non possono essere atleti perché tu sognavi di essere un campione dello sport, non è detto che diventino grandi matematici perché tu hai avuto la professoressa Numeretti che ti ha fatto innamorare della matematica. I nostri figli hanno avuto genitori diversi da te, hanno avuto insegnanti diversi d te, hanno incontrato amici e persone diverse da te, in un’epoca diversa dalla tua ed è quindi impossibile che possano vivere la vita che hai avuto tu o quella che avresti voluto vivere.

Non per questo, possiamo etichettarli come “sbagliati”.

Allo stesso modo, in moltissime situazioni hai pensato, agito e scelto diversamente da come avrebbero fatto i tuoi genitori e, ogni volta che etichettavano come “sbagliato” il tuo comportamento o le tue scelte, non eri d’accordo.

Il fatto che per te siano ovvie, non rende le tue aspettative come leggi divine scritte sulla pietra sacra. Sono solo il tuo punto di vista e, gli altri, hanno il loro.

 

Fabio Salomoni