Ad un certo punto i figli vanno a vivere da soli: sono grandi e cresciuti e decidono di andare per proprio conto, lontano dal tetto genitoriale.

Quei genitori, che per alcuni lustri hanno vissuto prodigandosi per ogni loro necessità, hanno vissuto per un loro sorriso o una loro parola gentile, quei genitori che hanno trovato nei propri figli una ragione di vita, quando sono ormai prossimi a lasciarli andare si chiedono: “Ce la farò a non sentire il suo vuoto?”

La domanda mi fa molta tenerezza e ci tengo a rispondere innanzitutto in modo rapido e lapidario: sentirò il vuoto? Sì.

Ce la farò ad andare avanti nonostante il vuoto? Sì.

Certo che sentirai il vuoto. Hai trascorso 2 o 3 decenni avendo i tuoi figli che gravitavano per casa. 20 o 30 anni sono molti.

Alla faccia delle abitudini. Quando hai un’abitudine che si solidifica in così tanto tempo, avendo i tuoi figli con te, in casa tua, è molto probabile (non obbligatorio ma molto probabile) che quando questa abitudine si viene a interrompere, avrai bisogno di un periodo di assestamento.

Sopravvivrai a questo? Sì, perché la vita va avanti, perché i tuoi figli ti vogliono bene anche se escono di casa, perché sanno che tu gliene vuoi anche se vanno a vivere per conto loro.

I genitori non si preparano

Mentre pensavo agli argomenti da scrivere nell’articolo di oggi, mi sono venuti in mente quelle persone che vanno in pensione e non si sono preparate al momento.

Per 40 o più anni si sono alzate a quell’ora, hanno fatto quei gesti, hanno incontrato quelle persone, hanno fatto qual tragitto casa-lavoro.

All’improvviso, da un giorno all’altro, si ritrovano che la mattina possono stare a letto di più, hanno più tempo libero e, se per qualcuno è la manna dal cielo e sanno cosa farci con tutto quel tempo, lo occupano, hanno le varie attività, gli hobby, etc, per molti è strano, alcuni si sentono inutili, alcuni hanno la sensazione di non avere più uno scopo.

Sapevano che il giorno del pensionamento sarebbe prima o poi arrivato, ma quando è giunto il momento non hanno saputo affrontarlo come avevano immaginato.

Questo paragone non è poi così lontano da ciò che accade a quei genitori che soffrono perché i propri figli vanno a vivere fuori casa: si sa che prima o poi i figli usciranno di casa, anzi, in Italia lo fanno molto tardi per infinite ragioni e, di fatto, escono di casa tra i 25 e 30 anni.

Lo si sa ma diversi genitori vengono colti alla sprovvista: perché? Perché non si sono preparati, proprio come il lavoratore che trascorre quotidianamente 6-8-10 ore al lavoro, un genitore dedica buona parte dei propri pensieri, della giornata e delle azioni ai figli e quando se ne vanno si ha un incredibile senso vuoto che è necessario riempire con altro: con LA TUA VITA.

Sì, non con la sua, con la tua vita, prenditi cura di te, divertiti, hai più tempo libero, sfruttalo.

Così come per il pensionato, le vacanze, le ferie, non sono preparatorie per il momento della pensione, allo stesso modo i figli che vanno in vacanza con i partner o gli amici e stanno via per un certo numero di giorni, non è la stessa cosa. Sai che è un periodo circoscritto, è un momento, e poi torneranno da te.

Per il periodo delle vacanze può essere bello il distacco, ma poi sai che faranno ritorno e questo mette tranquillità.

I figli non saranno i tuoi bambini per sempre

In questo caso è diverso. Verranno a trovarti ogni tanto, ma non saranno più i tuoi bambini.

Nei miei articoli ho spesso affrontato il tema del fatto che i genitori vivono i figli come i loro bambini per sempre e il gesto dell’andare a vivere per proprio conto ha anche questo scopo: è un ulteriore allontanamento dalla supervisone, dalla gestione, dal “controllo” genitoriale, ed è indispensabile per potersi proiettare definitivamente verso il mondo adulto.

Quando io dissi ai miei genitori che volevo andare a vivere da solo mia mamma mi disse “Perché? Ti facciamo mancare qualcosa?”.

Pensava fosse un gesto contro di lei, pensava volessi andare via perché avevo qualcosa da rimproverare loro e invece no, andavo via per me, per il mio bisogno di indipendenza, per il mio bisogno di diventare grande e scoprire se ero in grado d’agire da adulto.

I figli vanno a vivere da soli: i vantaggi

Vorrei condividere con voi una riflessione: quando i figli nascono ci prendono la totalità del tempo.

Quando c’è un neonato per casa molte mamme dicono di non riuscire più neppure a farsi una doccia e di sentirsi sfinite.

Poi i figli crescono e, grazie alla loro maggiore autonomia, noi genitori iniziamo a respirare.

Quando sono bambini si raggiunge un equilibrio che molti genitori considerano perfetto: i figli sono autonomi per le piccole cose ma sono ancora dipendenti dagli adulti, non ci assorbono più il 100% del tempo e delle energie ma abbiamo ancora il controllo su ciò che possono fare, come lo devono fare e quando lo devono fare.

Poi crescono ancora e diventano adolescenti. Per molti genitori iniziano le difficoltà perché i figli pretendono sempre più autonomia che consentirebbe loro di imparare ad essere futuri adulti, ma i genitori vorrebbero mantenere le dinamiche di quando erano bambini. Qui nascono i problemi, gli strappi, le difficoltà di rapporto e dialogo.

Infine i figli diventano adulti, 20, 25, 30 anni, ed è normale che sentano il bisogno di aprire le proprie ali provando a volare da soli, ed è importante che lo facciano quando noi genitori siamo ancora vivi e siamo in grado, nel caso qualcosa andasse storto, di riaccoglierli.

La verità è che quando i figli diventano adolescenti, proprio grazie alla loro autonomia dovremmo renderci conto che noi genitori possiamo finalmente godere di più tempo libero, per prenderci quei piaceri di cui magari ci siamo privati quando erano piccini e ancora più quando diventano adulti.

Con l’arrivo della loro sempre maggiore autonomia non dovresti più farti problemi e se vuoi uscire una sera per una cenetta a 2 e poi andare a teatro o al cinema, ci vai e tuo figlio si arrangia a farsi da mangiare, se vuoi goderti un weekend romantico in una spa o da qualche altra parte, ti organizzi e ci vai, perché quando i figli sono grandicelli, devono imparare ad organizzarsi da soli e tu ricominci ad avere una vita tua.

Quando saranno finalmente grandi e usciranno di casa, è finalmente il momento di prendere in mano la propria vita e agire, divertirsi, rilassarsi e dedicarsi a quelle cose che prima hai dovuto accantonare perché c’era un figlio o una figlia piccoli a cui pensare.

I figli all’estero

Nostra figlia diciassettenne è attualmente in Germania.

Non è una prova solo per lei, non è solo un’esperienza per permetterle di imparare meglio una lingua e non è solo per farle comprendere che ci si deve adattare alle situazioni che si verificano, non è solo per obbligarla a doversela cavare senza mamma e papà: è anche una prova per noi genitori.

Dopo le vacanze o le gite di qualche giorno con le amiche, ecco lo step più provante, che ci mette alla prova con maggiore criticità. Lei è via, per mesi, e se accade qualcosa noi non possiamo intervenire direttamente.
Significa imparare a gestire le nostre preoccupazioni, significa che se eri abituato a non dormire fino a che non rientrava dalla porta di casa quando usciva con gli amici, ora devi dormire perché starà via per 5 mesi e dalla porta di casa non rientrerà per molto tempo.

Significa che devi imparare a fidarti di lei, devi imparare a fidarti del mondo che la circonda e devi fidarti della sua capacità di opporsi agli eventi negativi con i quali entrerà in contatto.

I genitori superano il senso di solitudine?

Quindi, come genitore, sentirai il vuoto quando i tuoi figli andranno a vivere per proprio conto?

Con ogni probabilità sì, ma starà a te riempirlo con tante cose belle.

Sopravvivrai al vuoto? Sì, perché il tempo è una medicina straordinaria se noi lasciamo che agisca.

Come si fa a lasciarla agire? Creando nuove abitudini, adeguando la tua vita alla nuova situazione.

Spesso dico che le coppie sagge sfruttano il diventare grandi dei figli per tornare coppie innamorate perché il tempo che dedicavi ai figli, ora, lo possono dedicare alla coppia, ritrovandola.Quando i figli vanno a vivere lontano da te, non è solo un’occasione per la loro crescita: è anche un’occasione per te.

 

Fabio Salomoni