Succede spesso che le persone mi scrivano o contattino quando il padre è il primo a non rispettare le regole che vengono imposte ai figli. Di solito iniziano la conversazione con la frase “Come riuscire a far capire al marito che…”.

Senza polemica, senza accusa, con reale spirito di chi desidera comprendere meglio la situazione, la prima risposta che mi viene da dare è: perché non sei tu a capire che…?

Perché sento la necessità di porre questa domanda?

Perché la loro affermazione si appoggia su un presupposto: “il mio punto di vista è quello corretto e LUI deve cambiare il suo” e allora, è lecito chiedere da dove arrivi la convinzione che sia quello suo ad essere sbagliato.

Non sono stupido, ormai ho un bel po’ di esperienza, e quindi so la risposta che ti viene da dirmi: “Perché è palese che io abbia ragione…” e non ti do torto.

Sono convinto che tu abbia ragione. Avrai ponderato tutti gli aspetti e tratto le tue conclusioni valutando tutto al meglio. Ne sono certo! E, attenzione, non sono qui a fare il giudice e a dire chi abbia ragione e chi abbia torto. Non è importante e non è utile.

Capisco chi mi scrive dicendo che il proprio partner non è coerente, ad esempio, impartendo regole ai figli che poi non è disposto a rispettare lui stesso.

Capisco quando mi si scrive: “Se la regola è <<appena entri in casa si tolgono le scarpe>> e il papà resta con le scarpe fino a che va a letto, l’incoerenza è palese.

Le domande per stabilire chi abbia ragione

Capisco che se la regola è <<prima di mangiare ci si lava le mani>> e lui non le lava mai e si fionda sulla cena, è incoerente. Se la regola è <<non si urla>> e lui urla per ogni cosa, c’è indubbiamente un problema di incoerenza, ma allora mi chiedo: queste regole, chi le ha messe?

Mi pongo anche altre domande: sono importanti per il partner? Sono regole condivise o sono state enunciate perché sono le regole di sempre, di qualunque casa e quindi le avete messe anche voi?

Sono le prime domande da porsi, perché è chiaro che è difficile rispettare una regola nella quale non ci si crede realmente e sarà difficile farla rispettare agli altri, in questo caso i figli.

Quindi ci vuole una disamina tra genitori per capire “Quali regole vogliamo? Siamo d’accordo entrambi? Perché sono importanti? Sono importanti al punto da rispettarle noi stessi per essere un vero esempio?” e qui si fa una prima scrematura.

Altre considerazioni importanti: se lui non rispetta queste regole, e non è congruente, può essere che non siano sue regole? Molto probabilmente sono regole che hai deciso tu e alle quali non si è opposto quando tu le hai istituite ma, non si è opposto a parole per non creare dissapori, peccato che poi, nella sostanza, dica con il suo comportamento che la tua regola non gli va bene, o gli sembra troppo restrittiva, o non gli sembra necessaria.

Il padre è il primo a non rispettare le regole – Chi ha voluto questa regola?

Infine, la domanda delle domande: tu credi sia una regola giusta! Ottimo.
Lui pensa sia una regola sbagliata e non la rispetta, non ci crede.
Chi dice che tu abbia ragione e lui debba adeguarsi alla tua convinzione? Dov’è scritto? E se avesse ragione lui e quella regola fosse inutile? Se fosse vero che è un inutile fastidio?

Ti faccio un esempio: poniamo il caso che ad una moglie dia fastidio che la giacca, quando si rientra in casa, la si metta sullo schienale della sedia in sala. Comprensibile.

Poniamo anche il caso che a suo marito dia però fastidio dover mettere la giacca nel guardaroba, sempre pieno e dove, spesso, non riesce a trovare una gruccia libera per la sua giacca e lui, al rientro a casa, non ha voglia di stare a fare la caccia al tesoro per trovare la gruccia mancante.

Quindi, per lui, dal suo punto di visita e per le sue ragioni, è più comodo e meglio, mettere la giacca sullo schienale e, la regola della moglie gli crea fastidio.

A lei, dal suo punto di vista e per le sue ragioni, è fastidioso se non insopportabile vedere la giacca non al suo posto (ha definito lei che ci sia un posto giusto e uno sbagliato).

Non è che la giacca poggiata li crei un danno psicologico, economico, fisico ai familiari, giusto? È per estetica? Ok, se viene qualcuno il marito la sposterà, ma se non viene nessuno la lascia li.

Perché tenderà ad avere questo atteggiamento?

Perché è una regola che non hanno concordato, non hanno condiviso, non si sono parlati e confrontati, lei l’ha decisa e l’ha imposta credendola ovvia e giusta.

Tutto questo è solo un esempio per far capire che spesso A NOI le regole sembrano ovvie ma questo non ci pone dalla parte della ragione perché è solo la visione dal nostro punto di vista. Nell’esempio, lui ha le sue ragioni per comportarsi così e lei ha le sue ragioni per preferire che la giacca venga riposta nel guardaroba: ecco perché non entro nel definire chi abbia ragione e chi torto.

È importante sapere chi ha ragione?

Perché ti ho parlato i questo aspetto? Per farti comprendere che nella vita, come sai benissimo, ci sono tanti punti di vista e sono tutti validi a secondo di cosa prendi in considerazione.

Nessuno, nemmeno tu, prende in considerazione ogni aspetto. Anche se lo credi, non lo fai. Il tuo partner fa lo stesso ragionamento.

Quindi tu non hai ragione, non sei in possesso dell’unica visione possibile, dell’unica considerazione possibile, non sei completamente, totalmente, assolutamente e inconfutabilmente nella ragione e, attenzione bene perché la prossima frase è il centro di tutto: fino a che il tuo approccio sarà del tipo “io ho ragione e tu hai torto” non ne esci, perché diventa un problema su chi abbia ragione e chi abbia torto ma questo è un falso problema.

Il vero punto è che se il padre è il primo a non rispettare le regole risulta incoerente agli occhi dei figli

Questo è il solo vero obiettivo: non importa dimostrare di avere ragione, ma se tu la metti sul piano di “Devi cambiare perché hai torto a comportarti così” non fai che porti nel ruolo di saccente e accusatoria creando una reazione di non ascolto da parte del partner.

Il padre è il primo a non rispettare le regole – C’è un problema

Quindi è necessario uscire da questo schema.
Non è più un problema di “io ragione – tu torto” ma è necessario concentrarsi su “io ho un problema”.

È necessario imparare a spostare la questione sul livello “Io ho un problema…” e da qui parti a parlare.

Il vero sforzo consiste nell’imparare a rivolgere il faro su di te e non più contro di lui perché, di fatto, il problema è che tu hai un problema.

Tu hai il problema nel far rispettare alcune regole ai figli.
Tu hai il problema nel vedere i tuoi figli che violano le regole facendosi forza dell’alibi che il padre gli fornisce.

Ma occorre rendersi conto che questi sono tuoi problemi; perché se ci fosse la regola “Prima di mangiare si deve mettere il pigiama” e tuo marito non lo facesse, ma i tuoi figli, prima di mangiare, si mettessero il pigiama senza problemi, a te, dell’incongruenza del tuo partner, non ti fregherebbe nulla.

Non te ne accorgeresti neppure.

Sai quante incongruenze ci sono tra le regole che diamo ai figli e quello che facciamo noi? Migliaia.
È normale che un adulto non abbia le regole dei bambini.
Ci fosse la regola <<alle 21, 21:30 a letto>> sarebbe una regola per i bambini. Non è che un adulto per coerenza debba andare a letto alle 21:30, giusto?

Regola per un figlio di 15 anni: <<Se esci devi essere a casa entro le 19:00>>. Non è che se il genitore esce con gli amici per un aperitivo, se non rientra per le 19 si prende una sanzione.

Quelle sono regole per i bambini e, di questi esempi ce ne sono mille: non si bevono alcolici, ma a tavola i genitori un bicchiere di vino o birra se la bevono contraddicendo la regola perché è una regola per i bambini.

Quindi il vero problema non è l’incongruenza del genitore ma il fatto che il suo comportamento costituisca un alibi per i figli che non riesci a gestire.

Tu, hai un problema nel non riuscire a far rispettare loro una regola o alcune regole. È da questa consapevolezza che devi iniziare il dialogo con tuo marito, abbandonando l’abitudine di iniziare il dialogo con il classico “tu sbagli…” oppure “tu dovresti…”.

Il padre è il primo a non rispettare le regole – Quali errori evitare con tuo marito

Se affronterai la questione da questo punto di vista, lui non si sentirà sotto accusa, non si sentirà minacciato o messo in discussione e potrete, finalmente, parlarne.

Al contrario, se tu ti poni come colei che è dalla ragione ponendo lui come colui che è nel torto, non ne caverai un ragno dal buco.

Se dici in modo diretto a tuo marito “non sei coerente” ti ritrovi di fronte ad un muro comunicativo e quindi non è una buona strategia.
Quante volte ho scritto negli articoli precedenti “Mai parlare dell’identità delle persone. Mai dire “tu sei” o “tu non sei”?” Significa stimolare oltremodo l’altrui suscettibilità e se lo fai, gli altri si riparano, si difendono, tirano su il muro, contrattaccano o rifiutano il dialogo.

La cosa più semplice, quella che consiglio sempre, è parlare. Perché se il padre è il primo a non rispettare le regole c’è un problema. E come tale, va risolto, per garantire una serenità in famiglia.

Parlate tra voi, in modo pacato, spiegando la tua difficoltà invece che la sua colpa o la sua mancanza.
Parlagli della tua difficoltà, nel far rispettare le regole ai figli, ma è chiaro che, se tu hai difficoltà a far rispettare una regola che non è condivisa dal tuo partner, che non approva, che è valida e importante solo per te, dovrai prima di tutto chiacchierare con lui su quali siano le regole e perché le ritieni importanti.

Come parlare perché non si attivi la sua suscettibilità? Per ottenere il suo supporto? Come riuscire ad innescare una collaborazione?

Per queste e altre risposte ti aspetto al prossimo appuntamento al corso in diretta Web.

 

Fabio Salomoni