Si può discutere per ogni parola? Tuo marito fa notare che usi parole sbagliate? I tuoi figli cavillano su ciò che dici?
Hanno un senso le loro osservazioni?
Ci piaccia o no, le parole sono importanti e possono avere degli effetti su chi ascolta, possono lasciare dei segni ed avere delle conseguenze.
Proprio nei giorni di guerra in Ucraina vediamo come le parole siano state studiate a puntino per fare propaganda nel migliore dei modi, cioè, per veicolare un certo concetto, un certo messaggio che faccia apparire le rispettive parti nel giusto piuttosto che sbagliato.
Le parole ti influenzano
Nel nostro cervello le parole arrivano e creano immagini.
Dalla fine del 1800 è nata la filosofia del linguaggio o grammatica della retorica che si basa proprio sullo studio dell’impatto che hanno le parole su chi ascolta e, prima ancora, Demostene e Cicerone si occuparono dell’arte della retorica scoprendo che una stessa cosa, a seconda di come la si diceva, aveva un diverso impatto su chi ascoltava.
Anthony Robbins, tra i più conosciuti divulgatori nella Crescita Personale, in uno dei suoi primi libri raccontò di come le parole manipolano le emozioni e la percezione della realtà. Si accorse che le parole che utilizzavano due suoi amici erano coerenti con l’aspetto che avevano: uno diceva “Sono furente per quello che è successo” e mentre lo diceva era paonazzo e gli si vedevano le vene del collo che pulsavano dalla rabbia, mentre l’altro diceva che la cosa lo aveva stizzito e il suo aspetto era molto più composto. L’uso, partecipato, della parola “furente” agevolava il sentirsi fortemente arrabbiati, mentre l’uso della parola “stizzito” portava ad un’emozione di rammarico.
Parole che contano
Le parole contano, sia quando le utilizziamo nel soliloquio di quando si parla tra sé e sé, sia quando ci riferiamo ad altre persone.
Se dici a una persona “sei uno stronzo” è molto probabile che si offenda, se la prenda, quindi le parole assumono un significato che determina delle reazioni.
In alcuni miei corsi o quando accompagno attraverso i percorsi di coaching, spiego quanto possa fare la differenza, nel comunicare efficacemente, anche un semplice utilizzo corretto di “ma” o “però” creando messaggi del tutto diversi alla percezione di chi ci ascolta.
Quindi, quando un/a partner o dei figli fanno notare che si stanno utilizzando parole errate, non hanno tutti i torti e, purtroppo, la maggior parte delle persone semplicemente parlano, dicono cose, senza rendersi conto degli effetti che quelle parole possono avere.
Le tue parole e le colpe che hai
Se le nostre parole hanno delle conseguenze, allora una parola sbagliata, può determinare delle conseguenze di cui avremo delle colpe?
Come prima cosa ci tengo a sottolineare che il termine “colpa” non mi piace (visto che stavamo parlando dell’importanza delle parole).
Io la sostituisco con la parola “responsabilità” perché chi è responsabile è protagonista, è attivo, chi è colpevole è sotto accusa, è incolpato, subisce e a me non piace. Invito quindi ad uscire dal concetto di colpa su tutto ciò che concerne i figli.
Condizioni i tuoi figli ma non li determini
Come genitori siamo certamente responsabili di gran parte del loro sentire e vivere e, più sono piccoli, più la nostra presenza, le nostre azioni, il nostro atteggiamento, incidono su di loro.
Incide, ma non determina chi sono e chi saranno i figli al 100%.
Si racconta spesso la storia dei due fratelli gemelli che avevano un padre sempre invischiato nelle risse, le uniche sue frequentazioni erano spacciatori ed attaccabrighe e che finì più volte in prigione per furti e vari altri reati.
Dei suoi due figli, uno ha seguito le orme del padre, anche lui sempre in mezzo alle risse, tossico dipendente, e dentro e fuori dalla prigione; l’altro fratello ha studiato, si è laureato, ha messo su famiglia, con 3 splendidi figli che sono andati al college e ha poi avuto un ruolo di rispetto nella comunità in cui vive: hanno chiesto ai due fratelli “perché hai fatto la vita che stai vivendo?” e entrambi i fratelli hanno risposto “che altro potevo fare con un padre così?”.
Questo dice che il comportamento dei genitori condiziona, in fondo ha condizionato entrambi i figli dell’esempio, ma ciò che traggono i figli dal nostro insegnamento ed esempio è in gran parte una loro responsabilità.
Mio nonno era un uomo vecchio stampo nato ai primi del ‘900, di quelli che per educare prendevano la cintura in mano per darle di santa ragione ai suoi 3 figli.
Mio papà credo mi abbia sculacciato un paio di volte in tutta la sua vita, forse proprio per evitarmi le sofferenze che ha vissuto sulla propria pelle, ma avrebbe potuto crescere con l’idea della violenza e gonfiarmi di botte dalla mattina alla sera.
Quindi, con il tuo comportamento e atteggiamento influisci sulla vita dei tuoi figli? Sì. Determini la vita dei tuoi figli? No.
Noi dobbiamo solo fare del nostro meglio per cercare di invitare, con l’esempio e la congruenza, i nostri figli a crescere al meglio delle loro possibilità. Si può fare moltissimo per questo; tutti i corsi che tengo, tutto il coaching che faccio, ha questo scopo.
È più facile criticare gli altri che se stessi
Altro punto: osservare ai raggi X ogni parola. È giusto? È corretto? No.
È sfinente perché si ha l’impressione di essere sempre sotto esame.
Oltretutto, con quali competenze si fanno le osservazioni e si rimarcano gli errori altrui?
Oltretutto, le persone che sono così attente a sottolineare le parole che reputano sbagliate hanno anche la capacità di mettere in evidenza quando utilizzi parole corrette e utili o stimolanti?
Perché quelle giuste non vengono premiate?
E aggiungo, è facile correggere le parole ritenute sbagliate dette da altri ma si ha la stessa capacità di notare le proprie parole fuori luogo o rivedibili?
Discutere per ogni parola: come porre fine alle discussioni?
Infine, il punto centrale della questione: come porre fine a queste discussioni sterili?
Una possibile soluzione è frequentare un percorso serio, ben fatto, dove puoi acquisire delle nozioni utili e utilizzabili che ti permettano di evitare alcuni errori e di saper controbattere con competenza alle osservazioni altrui.
Oppure è molto utile decidere di effettuare un percorso di coaching dal quale puoi entrare in possesso di tutta una serie di strumenti che ti aiuteranno giorno dopo giorno ma voglio attaccare la risposta alla domanda “come porre fine a queste sterili discussioni” alla domanda finale che mi viene posta spesso quando le coppie hanno difficoltà: se questa è la situazione, se questo è ciò che accade ogni giorno, c’è ancora amore all’interno della coppia?
C’è ancora amore tra una coppia che discute continuamente?
Ci sono coppie che discutono tantissimo e sono innamoratissime; è il loro modo di dirsi le cose con schiettezza e non lascia strascichi perché sono entrambi così, non c’è risentimento, non c’è permalosità ma, altre coppie, discutono una volta e qualcosa si incrina.
Allora discutere molto o poco non è indicatore di amore presente o amore finito, non ci dice nulla, posso però dire che quando si è nell’inverno della coppia anche la frase più banale viene interpretata con astio e con estremo fastidio.
E se non stessimo a discutere per ogni parola?
Come cambierebbe la situazione se alle parole di tuo marito che hanno causato in te risentimento, tu avessi reagito con curiosità?
Chissà come cambierebbe la scena, se quando lui ti dice che “dire che è una brutta giornata è sbagliato perché è una espressione negativa” e “sarebbe meglio dire che è una giornata nuvolosa” tu reagissi dicendo “Urca, interessante, non ci avevo mai pensato… mi puoi dire di più?” e iniziasse una conversazione libera, arricchente e di scambio che vi ri-avvicina: la sua stessa frase, interpretata da te diversamente, ti avrebbe fatto rispondere diversamente e le conseguenze sarebbero state diverse.
Siete al punto che ciò che si dice fa saltare subito la mosca al naso? Allora occorre correre ai ripari.
Quando si è al punto che le parole del o della partner sembrano essere sbagliate, il suo tono sembra essere sempre errato, i concetti che vuole esprimere appaiono come impropri, tutto è una potenziale scintilla, ma non perché lo sia realmente, è una interpretazione delle coppie che hanno bisogno di lavorare sul proprio rapporto.
Alcune parole feriscono l’uomo, alcuni atteggiamenti feriscono le donne, se non lo si sa, le donne continuano a usare le parole che feriscono gli uomini e gli uomini continuano ad avere quegli atteggiamenti che feriscono le donne.
Non avviene per cattiveria ma perché ognuno agisce in buona fede facendo disastri, il matrimonio si sgretola e piano piano tutto crolla.
Occorre darsi da fare al più presto perché gli esperti possano aiutarti a rimettere a posto i mattoncini della costruzione.
Fabio Salomoni