Come comportarsi se ci si accorge che la relazione non sta funzionando e se il marito, nonostante tutti i tuoi tentavi, non si impegna per salvare la coppia?

Solitamente, all’interno della coppia, uno dei due si rende conto che qualcosa non sta andando per il verso giusto.

È la consapevolezza.
È il risveglio dall’anestesia della routine quotidiana.

All’inizio si fa finta di niente. Si spera che sia solo un periodo passeggero.

Ci si accorge che la situazione non migliora, anzi, le difficoltà sono sempre più evidenti.

Si cerca di parlarne con il partner. Molto spesso non si ha la reazione che ci si aspetta.
Si vorrebbe dialogo, comprensione, impegno perché il rapporto torni ad essere soddisfacente, e invece si ottiene una reazione infastidita, non coglie l’urgenza dal vissuto, minimizza, fugge.

Qualcuna si arrende e accetta di trascorrere il resto della vita nell’insoddisfazione.
C’è chi decide di terminare il rapporto e imboccare una nuova strada della propria vita.
Qualcun’altra invece decide di impegnarsi e lavorare per ricostruire la coppia.

Da me, arrivano queste ultime persone.

Il rapporto di coppia è fatto di condizioni

Nel rapporto di coppia ci deve essere un equilibrio tra dare e avere, tra cedere e conquistare, tra andare incontro ed essere irremovibili.

Se vivi da sola, spesso scendi a compromessi con te stessa.
Se vivi in coppia, oltre ai compromessi tra sé e sé, ci sono anche quelli con il partner. È inevitabile che sia così.

Quanto devo andare io incontro a mia moglie e quanto deve lei venire incontro alle mie esigenze? Non c’è una regola. La risposta non c’è. La risposta è in te, nel tuo sentire.

Immaginiamo di essere tu su una riva del fiume e il tuo partner sulla riva opposta e, come possibile strumento di avvicinamento, un ponte tra le due rive. Ottimo, quindi per riavvicinarvi, dovrete venirvi incontro camminando lungo il ponte. Tu dovrai avanzare verso di lui e lui dovrà avanzare verso di te.

Questi sono i compromessi. Accettare di rinunciare a un po’ del proprio perché il bene della coppia è un bene superiore.

Ma, quanto devo andare incontro? A quanto devo rinunciare?
La teoria dice spesso “metà e metà”, 50% e 50%, procedete insieme sino a ritrovarvi al centro del ponte.

È solo teoria.
La realtà non è mai questa.

Se vogliamo l’illusione possiamo aspettarci questo, ma se parliamo seriamente della realtà, notiamo che non ci si ritrova al centro del ponte: uno dei due rinuncia più dell’altro e uno dei due compie meno passi, o almeno, questa è la sensazione dal proprio punto di vista.

Se il marito non si impegna per salvare la coppia – Valorizzare gli sforzi

Quando un partner fa dei passi verso di noi, dobbiamo imparare a valorizzare quei passi.

Come ho scritto già tante volte, so bene che vorresti che facesse altri 70 passi, e invece ne ha fatto soli 5, ma, 5 passi verso di te non sono 0 passi verso di te.

Quei 5 passi denotano un’intenzione, denotano una voglia, e vanno valorizzati.
Se lo saprai fare, con il tempo quei passi aumenteranno, poco a poco.

Ne farà quanti nei compi tu verso di lui? Boh, chi lo sa cosa avverrà nel futuro.
Magari non avanzerà quanto fai tu verso di lui ma, farà un tragitto oggi impensabile.

In alcuni casi, addirittura, mi sono sentito dire “oggi fa più rinunce lui di me…”, quindi non si può sapere.

Se fa 5 passi e gli diciamo che non ne fa alcuno, gli stiamo dicendo che il suo sforzo non è sufficiente e siamo nella pretesa: ti ritroverai che il partner retrocederà e dovrai ripartire da capo e con maggiore sforzo.

Stabilisci le regole del rapporto di coppia

Perché ho fatto tutto questo preambolo?
Perché ognuno deve sentire, comprendere e percepire in sé quanto gli va bene rinunciare per essere felice come coppia.

Stabilisci le tue regole.
Determina fino a dove sei disposta e fin dove non lo sei più.

Ora mi dirai “Se rinuncio a ciò che desidero, come faccio ad essere felice?”
Lo sei se la cosa che ottieni con la rinuncia è di un valore più elevato per te.

Ecco perché chiedo sempre a chi si rivolge a me se ritiene che ne valga la pena impegnarsi per ricostruire la coppia.

Ne vale la pena?

La risposta l’hai solo tu.
Se ritieni che la rinuncia personale sia eccessiva per qual che se ne ricavi, hai la tua risposta: non rinunciare a nulla.

Aggiungo: non rinunciarvi perché se lo facessi poi lo faresti pesare, poi creeresti un disequilibrio del tipo: “e io, con le rinunce che ho fatto per te!” e il rapporto che si basa sull’accusa e sul senso di colpa, non è sano.

Proprio come avviene con i figli quando hanno le loro pretese o i loro comportamenti di richiesta: stanno facendo la loro parte esprimendo il proprio mondo. A te genitore sta il compito di stabilire dove sono i limiti.

Nella coppia è uguale: lui esprime le sue volontà, i suoi bisogni, le sue necessità: è lecito? Sì. Perché dovrebbe reprimerlo? Sarebbe giusto reprimere se stessi? Cioè noi non vogliamo reprimere e silenziare le nostre ambizioni ma l’altro deve reprimere le proprie idee?

Nel gioco delle parti, tutto è lecito.

I figli chiedono e i genitori valutano e decidono se acconsentire oppure no.
Nel gioco delle parti, il partner esprime le proprie convinzioni e tu stabilisci dove accettare e dove essere ferma sulle tue posizioni.

Non è uno scontro.
È qui che inizia il dialogo della coppia.
È così che si inizia a conoscersi.
In questo modo si inizia a creare un vero rapporto di coppia di due individui che iniziano a conoscersi in modo più vero e profondo.

Se il marito non si impegna per salvare la coppia

Spesso accade che il partner, per assecondare il desiderio della partner che manifesta il proprio malcontento, accetti di iniziare un percorso per riavvicinare la copia.

Non ne sente il bisogno, non ne vede il motivo, ma lo accetta per quieto vivere.
Cosa avviene? Che non si attiva con impegno ed entusiasmo.
L’aspettativa viene infranta.
La delusione cresce e, con esso, lo sconforto.

Perché il partner non si impegna con lo stesso entusiasmo e abnegazione?

  1. La risposta è: perché svolgere i compiti richiede fatica.
    Ricordate il ROI? Il ritorno dell’investimento: ogni volta che si introduce un cambiamento, è più facile dar seguito con i fatti se ne sentiamo fortemente il bisogno e se lo abbiamo deciso in prima persona.

    Quando vi iscrivete al mio corso sulla coppia, o quando decidete di fare il percorso in Dinamiche Familiari, io dico sempre: “Se siete convinti di farlo in due, tanto meglio ma, se il vostro partner non è convinto, non è un problema. Non è il corso per far capire a lui che sbaglia e dove sbaglia, è il corso per capire TU, cosa cambiare.

    Perché dico questo? Perché so che altrimenti ti creeresti l’aspettativa che, avendo fatto insieme il corso, avendo entrambi capito alcuni passaggi, avendo compreso il perché di alcune dinamiche è ovvio che entrambi ci si impegni perché le cose cambino.
    E invece no.
    È tutta, solo, soltanto, una tua aspettativa e, come tutte le aspettative, da una parte creano l’obbligo nell’altra persona, e dall’altra parte creano delusione quando viene infranta.
  2. Non ha ricevuto sufficienti lodi, apprezzamenti, nei primi giorni, quando si è impegnato.
    Ha profuso uno sforzo nonostante fosse poco convinto, e non ha ricevuto segnali che gli dicessero “il tuo sforzo ne vale la pena”.
    Questo avviene quando si hanno molte aspettative, dando tutto per ovvio e scontato, e si pretende che anche l’altro percorra lo stesso percorso, alla stessa velocità, con le stesse intenzioni.

    Si pretende uno sforzo 100% e se il partner fa i famosi 5 passi, non si guardano quindi, nonostante il suo impegno (per te minimo, ma per lui è stato un impegno, uno sforzo) ha ricevuto solo pretese e segnali di incapacità che lo fanno desistere. Come dice il detto: “chi troppo vuole, nulla stringe”.
  3. Un altro motivo che potrebbe portare il marito a non impegnarsi nel migliorare il rapporto di coppia, è il non credere che sia utile allo scopo quanto viene proposto di fare.

    L’uomo, se ha un problema lo deve risolvere e, di solito, cerca di farlo in autonomia, da solo. Quando la soluzione gli viene prospettata da un’altra persona lo vive come una sconfitta personale e tende a rifiutare l’aiuto. Diciamo che, per salvare l’immagine di se stesso, l’uomo tende a mettere a repentaglio il sistema, in questo caso la coppia o la famiglia.

    Inoltre, se non trova, tra sé e sé la soluzione al problema, tende a non agire. Il cervello maschile tende a pensare: “Se trovo la soluzione mi do da fare per risolvere il problema, ma se non trovo la soluzione o la considero di scarsa efficacia, meglio non perdere tempo, non agisco neppure, tanto non avrebbe funzionato”

Se il marito non si impegna per salvare la coppia – Come migliorare il rapporto

Se desideri che il tuo rapporto di coppia migliori:

  1. Smetti di pretendere il miglioramento del tuo partner e lavora con fiducia sul tuo cambiamento. I risultati arriveranno.
  2. Stai più attenta ai suoi piccoli piccoli progressi e riconoscili, altrimenti il bicchiere sarà sempre vuoto.
  3. Non aspettarti che lui agisca e reagisca come te.
    Tu non sei lui e viceversa.

Si può fare molto per ridare soddisfazione al rapporto di coppia.
Ci vuole metodo e impegno.

 

Fabio Salomoni