L’autostima… è un argomento enorme che riguarda la maggior parte delle persone e che spesso mi viene richiesto parlando di figli, o di sé stessi, “Ho poca autostima”… poche volte mi viene richiesto parlando del partner.

Iniziamo con il dire cos’è l’Autostima: la stima è una misurazione e l’autostima è la misurazione di sé stessi, è l’idea che abbiamo sul nostro valore.

Cosa consideri per misurare il tuo valore?

Alcuni misurano il proprio valore tenendo conto principalmente delle considerazioni personali, e si dice che siano persone tendenzialmente auto-referenziali, altri misurano il proprio valore sulla base delle considerazioni altrui, e si dice che siano persone tendenzialmente etero-referenziali.

Quindi dobbiamo iniziare a capire se il partner, oppure i figli o noi stessi, siamo tendenzialmente auto-referenziali o tendenzialmente etero-referenziali.

Sottolineo sempre il termine “tendenzialmente” perché non voglio applicare alle persone delle etichette assolute.

Se le persone con le quali abbiamo a che fare sono tendenzialmente auto-referenziali, perché accettino più favorevolmente il nostro tentativo di dar loro importanza, dovremo far spesso riferimento al loro auto-giudizio “come tu ben sai” “Come tu hai certamente capito” “come hai senz’altro compreso” etc.

Se invece le persone con le quali abbiamo a che fare sono tendenzialmente etero-referenziali, per aiutarle a modificare l’idea di sé dovremo far riferimento alle opinioni altrui “come tutti dicono”, “come molti sostengono”, “come è risaputo”, “come tutti sanno” etc.

In questo modo, le nostre affermazioni verranno più favorevolmente prese in considerazione.

Per l’autostima conta più il fare o l’essere?

Parlando di stima di sé, c’è da considerare anche in base a cosa fai le tue considerazioni? Molte persone prendono in considerazione “il fare”. Il problema è che la stima dovrebbe essere “sull’Essere”.

Una persona potrebbe essere un’incapace con poche qualità ma, per casualità o per “aiutini” vari, ha ottenuto dei successi: sarebbe da considerarsi persona di valore?

Al contrario, una persona potrebbe essere valida, capace, integra, moralmente ineccepibile e con molte risorse, ma le cose non gli sono girate per il verso giusto. Come si può sostenere che non sia una persona di valore?

I due concetti, fare ed essere, come genitori, dobbiamo sempre tenerli ben distinti.
Non è che se prende un brutto voto: “Non vali niente”.

Quindi, una cosa è ciò che fai, altra cosa è il tuo valore.

Il valore di una persona NON è dato dai risultati che ottiene.

Ci sono politici che sono stati eletti, che ricoprono cariche e che, a mio avviso, non hanno alcun valore apprezzabile come persone. Però, se prendessimo in considerazione i risultati, hanno ottenuto consensi e posizioni di prestigio.

Il valore di una persona è dato dall’essere, dalla sua coerenza, dalla sua sicurezza, dal suo essere fedele ai propri valori, dalla sua sincerità verso gli altri e sé stesso/a.

L’importanza di un percorso di autostima

Ecco perché per creare un aumento della propria autostima è necessario un percorso. È un percorso di consapevolezza di sé. Non qualcosa che si ottiene dall’oggi al domani. È un percorso dove arricchisci, tassello dopo tassello, un magnifico mosaico.

Se si cerca un esercizio che faccia crescere l’autostima si resterà delusi. Se si cerca una frase che improvvisamente elevi l’autostima non la si troverà.
Si parla di identità, e l’identità la si costruisce poco a poco.

Se una persona ha la convinzione di valere poco non basta dirgli “non è vero, sei una persona valida, capace e piena di qualità” perché ti risponderà semplicemente che lo dici per farla contenta, perché sei sua amica o mamma o moglie: quindi non si scalfisce con una affermazione di fiducia o apprezzamento la convinzione di valere poco.

Le convinzioni sono profonde. Le convinzioni sono solide. Non sono vere, sono solo il proprio punto di vista, ma la sensazione è che le proprie convinzioni siano indiscutibilmente corrette.

Diventano ferree perché si consolidano attraverso le considerazioni che facciamo, la riprova che abbiamo quotidianamente. Peccato che siano conferme e riprove che dirottiamo per confermare la convinzione.

Se credo di essere simpatico, la mia osservazione andrà solo sulle persone che sorridono quando dico loro qualcosa e ciò che noterò avvalorerà la convinzione creando un loop che si autoalimenta. Se sono convinto di essere antipatico, ogni volta che mi dicono di non poter accettare un mio invito perché sono occupati, trarrò le conclusioni che stiano confermando di trovarmi antipatico, e non prenderò in considerazione quella volta che all’appuntamento sono venuti o che hanno sorriso alle mie battute perché “era solo un caso” “non fa testo”.

Si può agire per modificare le convinzioni delle persone?

Si può agire per modificare le convinzioni depotenzianti delle persone? Sì. Se lo desiderano è più semplice perché si impegneranno in prima persona, ma possono aiutarti anche tutta una serie di strumenti di coaching e PNL (questi sono gli strumenti che uso io poi magari altri professionisti utilizzano altre tecniche e strumenti e sono altrettanto validi) che vanno a scalfire le convinzioni auto-svilenti.

Del resto, le convinzioni sono ciò che determina il 90% della nostra vita e se si vogliono ottenere situazioni differenti, occorre sempre agire sulle convinzioni.

Quindi, come poter aiutare il partner ad aumentare la propria autostima? Facendogli fare un percorso con un professionista, con appuntamenti che vadano a creargli certezze diverse su di sé, sul proprio valore, senza dubbi e senza il bisogno di mettersi continuamente alla prova per confermare a se stesso e agli altri, che vale.

 

Fabio Salomoni