Come vengono descritti i giovani di oggi?
I giovani di oggi sono spesso descritti come irrispettosi, menefreghisti, offensivi, senza ideali, con nessuna visione verso il futuro ed orientati al “tutto, subito e senza fatica”.
Osservo i molti post sui social, e capita di vedere numerosi video di ragazzi che compiono atti di vandalismo, o che, attraverso i social, dimostrano di non aver alcun senso morale.
Vedo i video, leggo i post e ascolto i TG che descrivono con numerosi particolari quanto è accaduto alla bimba morta a causa della sfida di TikTok, di quel gruppo di adolescenti che hanno violentato una ragazza, e anche della ragazzina gelosa dell’amica e che, per questo, l’ha aggredita riducendola in fin di vita.
So benissimo dei ragazzi che durante la D.A.D. chattavano tra di loro, o quelli che fingevano di non avere il microfono funzionante, o di un fantomatico problema della linea internet per potersi collegare, o che hanno appeso sul muro dietro lo schermo tutti i bigliettini che in classe non avrebbero potuto nascondere durante le interrogazioni o i compiti in classe.
Credo che su questo argomento sia doveroso porsi 2 domande:
1) Come sono i giovani di oggi?
Fatta questa doverosa premessa, occorre però farsi una prima domanda importantissima: questi episodi sono rappresentativi della totalità dei giovani d’oggi? Anzi, desidero essere ancora più specifico: sono rappresentativi della maggior parte dei giovani d’oggi o rappresentano una netta minoranza?
La mia impressione è che il peggio faccia clamore e notizia, ma che la maggior parte dei giovani d’oggi non sia molto differente da quelli delle generazioni precedenti.
Certo, differiscono per mezzi e opportunità. Quando ero adolescente non c’erano gli smartphone, i genitori non potevano rintracciarmi se ero in giro con i miei amici e, se volevo chiamare a casa, dovevo ricorrere alla cabina del telefono.
La playstation era anticipata da 2 piccole stanghette che facevano rimbalzare un puntino simulando il gioco del tennis.
Non avevo YouTube o Instagram, ma la televisione mi offriva i cartoni animati (Goldrake, Lady Oscar e Jeeg) e le serie televisive (Saranno famosi, Arnold e Supercar) che mi catturavano e appassionavano.
I genitori di allora dicevano che i figli di quel tempo erano con poca grinta, demotivati, che stavano crescendo “nella bambagia”, e che pretendevano di avere sempre ragione mostrando poco rispetto.
Socrate, nel 470 a.c. scrisse: “La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, si burla dell’autorità e non ha alcun rispetto degli anziani. I bambini di oggi sono dei tiranni. Non si alzano quando un vecchio entra in una stanza, rispondono male ai genitori. In una parola sono cattivi”.
Quindi, passano gli anni, le civiltà, le generazioni e l’impressione è che i figli siano sempre peggio di quel che eravamo noi, ma la verità è che hanno lo stesso comportamento.
Qual è il problema con i giovani?
Ci sono però 2 problemi con i giovani:
1) Quei bambini che guardano i genitori come punti di riferimento, che si fidano e affidano alle figure di riferimento, poco a poco iniziano a pensare in modo proprio.
Prima il genitore poteva esprimere una qualche autorità nei confronti dei figli e si poteva imporre ottenendo una soddisfazione che chiamava “rispetto”. Ma con il crescere, con l’arrivo dell’adolescenza, quei giovani iniziano a fare una cosa terribile: pensano, giudicano ed hanno un proprio punto di vista, diverso da quello dei genitori.
Questo è, per molti adulti, destabilizzante.
Per molti genitori iniziano a materializzarsi considerazioni che portano alla rovina del rapporto con i figli: “Mi contraddice sempre. È chiaro che non ha alcun rispetto per me” come se “avere rispetto” significasse dare sempre ragione. “Ha idee diverse dalle mie, quindi si sbaglia” come se noi avessimo sempre e solo ragione.
“Non ascolta, non gli importa di ciò che ho da insegnargli” infatti i ragazzi lamentano proprio che i genitori non ascoltano e vogliono solo impartire lezioni.
Intendo dire che il cambiamento di rapporto e comunicazione che avviene con i figli, da quando sono piccoli e mano a mano che crescono, è per molti genitori difficoltoso al punto da considerarlo e viverlo come affronto personale. Questo crea lo scontro generazionale ma, mentre il loro cambiamento è ovvio e dovuto alla crescita, il nostro può essere solo un’evoluzione consapevole.
2) L’altro problema che porta a considerare un “disastro” le nuove generazione è dovuto al fatto che oggi, i media, creano l’impressione che più conviene loro.
Quando hanno una notizia la cavalcano, si cercano altre notizie simili, le si fa apparire come una costante, un comportamento usuale, e la gente si arrabbia, stizzisce, indigna.
Quanti sono i giovani che aggrediscono un passante? Quanti sono i giovani che compiono atti vandalici? Un numero estremamente esiguo che appare come la maggioranza. Scalpore.
Gli stessi comportamenti erano presenti anche con i giovani delle generazioni precedenti ma non avevano una cassa di risonanza così veemente.
2) Come sono i genitori di questi giovani?
Dopo aver guardato il comportamento dei giovani, è doveroso considerare il comportamento dei loro genitori.
Il nostro ruolo è in gran parte esercitato attraverso l’esempio che forniamo con il nostro comportamento e atteggiamento.
È vero che i genitori, più esperti e preparati, hanno un importante bagaglio di nozioni da passare e tramandare alle giovani generazioni. Ma è altrettanto vero che i ragazzi ci guardano, osservano e giudicano anche in base alla nostra congruenza tra ciò che diciamo e ciò che realmente mettiamo in atto.
Cosa imparano i giovani osservandoci?
“Questi giovani sono refrattari alle regole” dicono gli adulti. Poi, osservando proprio coloro che fanno questa affermazione, noti che alla regola dell’indossare la mascherina tanti padri e madri si sono opposti. Tanti sono scesi in piazza in piena pandemia affermando che era tutta un’ invenzione (e senza alcun rispetto delle regole vigenti).
Che dire di coloro che parcheggiano in seconda o terza fila? “Solo un momentino” dicono a chi suona con fastidio ma, intanto, la regola è stata infranta. Chi cerca di passare davanti quando si è in fila? Chi non paga le tasse o ne froda una parte?
Vogliamo parlare della violenza? Quanti sono quegli adulti che urlano e sbraitano con i fornitori, i colleghi, che inveiscono con i clienti, che insultano il o la partner.
Vogliamo parlare delle menzogne? Quante volte capita che, con i figli seduti sul sedile posteriore, ci si accorga di essere in ritardo e si dica tra coniugi “Beh, diremo che c’era traffico o una interruzione per lavori”. Una menzogna da niente, cosa vuoi che sia. Quante sono in una giornata queste menzogne da niente? I figli quale insegnamento ricevono attraverso ciò che vedono e registrano?
Vogliamo parlare di rispetto? Chi parcheggia l’auto senza considerare le linee tracciate a terra, debordando nel parcheggio accanto ed impedendone l’uso? Quanti sono gli adulti che parlano di rispetto ma che disapprovano ogni genere di minoranza che esprima usi e costumi differenti dai suoi?
Non ne faccio un dramma
Quando faccio notare questi comportamenti mi viene detto “Ma che cosa vuoi che sia. Non lo faccio mai… per una volta che accade, non occorre farne un dramma”. Non ne faccio un dramma.
Ma quei figli che ci guardano, osservano e memorizzano i nostri insegnamenti (più attraverso l’esempio che con le parole) cosa possono dedurre dal nostro comportamento? Che le regole valgono solo finché non ci infastidiscono. Che quando una regola limita la nostra libertà d’azione la si può aggirare. È lecito. Lo fanno gli adulti… quindi si può fare.
Questo insegniamo con superficialità attraverso una moltitudine di “chiudiamo un occhio” “solo per questa volta” “Cosa vuoi che sia per una volta” e non ultimo “lo fanno tutti”.
La responsabilità dei genitori
Dico fino allo sfinimento “I figli sono come sono anche perché hanno i genitori che hanno”.
Nelle case dove regna la serenità crescono quasi sempre figli sereni.
Nella famiglie dove si respira apertura mentale e accettazione, non avvengono scontri generazionali.
Nelle relazioni intrise d’amore e fiducia, è normale la collaborazione e la stima reciproca.
Quando mi scrivete che vorreste poter essere genitori migliori e più utili per la crescita dei vostri figli, mi riempite il cuore di gioia e fiducia per il futuro.
Ma i figli meritano anche “genitori preparati” e questo lo si può solo apprendere e acquisire.
Sei un esempio per i tuoi figli
Dovrebbe essere normale per i figli vedere i genitori leggere, studiare e imparare con gioia, al punto da farlo essi stessi come atto del tutto normale di quotidiana pratica felice.
Invece i genitori non leggono, non studiano, guardano un video di 5 minuti e credo di aver più o meno capito tutto… il mio corso base per i genitori è di 4 ore e qualcuno mi scrive che sono troppe, che non si può dedicare un pomeriggio a questi argomenti. Sul serio? Dovrebbe essere una pratica quotidiana l’apprendimento e la crescita di se stessi.
Se non siamo disposti ad agire noi, perché mai dovrebbero farlo i nostri figli?
Se la generazione è improntata sul “Tutto, subito e senza fatica” darei uno sguardo ai molti adulti che sono alla ricerca di soluzioni facili per problemi complicati.
Non lamentiamoci dei giovani; sono il riflesso dei loro genitori.
Fabio Salomoni