Quanta libertà dare a figli e partner? Molti pretendono sempre più spazio. Tante persone si lamentano di sentirsi imbrigliati e costantemente sotto controllo.

I figli, per crescere, hanno bisogno di imparare a gestire la propria libertà e, tra partner, è necessario lasciare degli spazi anche per se stessi.

Ma, fino a che punto è bene lasciare questi spazi? Esiste una misura oltre la quale si eccede?

Dare libertà ai figli piccoli

I genitori dovrebbero comprendere che se hanno difficoltà nel gestire la libertà di figli adolescenti, è spesso dovuto al fatto che hanno gestito male la libertà quando erano bambini più piccoli.

La libertà non è una cosa che pianifichi a tavolino.
A volte mi scrivono chiedendomi: “fino a dove devo concedere” ma non posso dare una risposta precisa perché ogni genitore è unico e ogni bambino è diverso per temperamento e bisogni.

Diciamo comunque una cosa: il bambino ha bisogno di avere delle libertà che gli consentono di esplorare il mondo e, contemporaneamente, ha bisogno di regole che gli facciano comprendere il rispetto della libertà altrui.

Il bambino, ad esempio, ha bisogno di routine fisse perché le costanti all’interno della quotidianità lo fanno sentire al sicuro e gli danno tranquillità, quindi, come ho già scritto in altri articoli, si pone il problema di dove tracciare il confine tra il dare libertà e il limitare la libertà attraverso delle regole.

A volte devo ricordare a qualche genitore che i bambini non ci hanno chiesto di essere messi al mondo. Quando fai dei figli occorre mettere in conto che avranno bisogno del tuo tempo, del tuo spazio, delle tue energie. Sarai stanco? Resisti. Non hai voglia di giocare? Gioca ugualmente. I bambini non vengono DOPO i bisogni dei genitori.

Perché ti dico questo? Perché è sacrosanto che i figli abbiano delle limitazioni alle loro libertà, ma questa limitazione deve essere data per il bene dei figli e non per comodità dei genitori

La libertà di un bambino deve essere il più ampia possibile perché per crescere, evolvere, imparare utilizza la propria esperienza. Non ha altri strumenti: non sa ancora leggere, non riceve l’esperienza attraverso il racconto di altri e solo il suo provare, giocare, toccare, vivere lo può far crescere.

Quindi un bambino deve poter fare tutto? No. Grande libertà che si limita quando viene messa a repentaglio la sua incolumità o il suo benessere.

Dare libertà agli adolescenti

Con l’arrivo dell’adolescenza cosa cambia? Molto.

Mano a mano che i figli crescono devono poter testare la loro capacità di prendere in mano la propria vita, di fare le proprie scelte e di mettere in atto le proprie decisioni.

Ovviamente è diversa la libertà che possono godere a 10-11 anni rispetto a quella di cui avranno bisogno a 17-18 anni ma, mano a mano che crescono, devono essere sempre più padroni del proprio vivere.

Questa libertà sempre maggiore ha in sé il messaggio: “Ti CONCEDO libertà; ripaga la mia fiducia” e, se usa bene la sua libertà avrà maggiore libertà, se usa male la sua libertà occorrerà attendere che maturi un altro po’.

Ma attenzione: mi disse molti anni fa un formatore “La fiducia è una cosa che si dà prima. Se la dai dopo non è fiducia, è una constatazione di fatto”. Sento spesso i genitori dire “Se mi dimostra di meritarla, gli darò fiducia” ma non è così, perché la fiducia la dai prima, testi, metti alla prova e, in seguito, constaterai se era all’altezza, se era già in grado di gestirla.

La responsabilità di chi ha la libertà

È chiaro che quanto più un bambino è piccolo tanto più la responsabilità è dei genitori. In un neonato la responsabilità è dei genitori al 100% e poi, mentre i bambini crescono, la responsabilità, come i granelli di sabbia di una clessidra, scivolano dalle nostre vite, verso le loro.

Più crescono più devono essere responsabilità di ciò che fanno, decidono e scelgono.

Quindi, il limite quando sono più grandicelli, è dato dal carico di responsabilità di cui possono farsi carico, tenendo conto che anche in questo caso vorranno fare esperienze, vivere situazioni che li possono anche spingere a testare il loro grado di capacità.

Più i figli crescono e più escono dal tuo controllo.
Lo puoi solo accettare.
Non puoi fare altro.

Ci sono cose che puoi decidere e ci sono cose che puoi solo accettare.

Un bambino piccolo gravita attorno a te, alla tua persona e vive principalmente nei pressi di casa tua o dove tu stabilisci che debba stare e mano a mano che cresce, esce dal tuo controllo e certe cose non le determini più tu: i luoghi che frequenta escono dal tuo controllo, gli amici che frequenta escono dal tuo controllo, gran parte delle cose che fa in tua assenza escono dal tuo controllo ed è un dato di fatto, lo puoi mettere in conto, lo puoi prevedere e lo puoi solo accettare.

In molti casi ti dispiacerà vedere che i figli stanno facendo una scelta che li porterà verso una frustrazione. Puoi avvisarli ma non puoi decidere per loro perché non puoi pensare di fare il cane da guardia ad un 16-18enne. Se lo facessi sarebbe estremamente frustrante per lui e per la sua crescita.

E infine, ma non MENO importante, libertà all’interno del rapporto di coppia… si potrebbero dire moltissime cose…

Ogni persona deve crearsi una proprio zona di autonomia per non dipendere (ne abbiamo parlato alla prima diretta quando abbiamo parlato dell’essere coppia e se vuoi, se non l’hai vista, la puoi recuperare perché è a disposizione come tutte le dirette… )… una coppia dove uno dei due dipenda dall’altro, lo consideri Dio o Dea al punto da affidarle la vita, l’organizzazione, le scelte etc… non sta vivendo un rapporto in equilibrio e quindi non va bene.

La libertà nel rapporto di coppia

Ci tengo a dire che con la vita super stressante e stracolma di impegni che ognuno di noi ha, avere una propria zona di autonomia e libertà, è indispensabile per poter recuperare delle energie psicofisiche. È necessario avere uno spazio personale di “rigenerazione mentale” e di amore verso se stessi che non può e non deve essere impedito.

Qual è il limite tra spazio personale utile per rigenerarsi e il prendersi troppo spazio, in modo egoistico, fregandosene dell’altro o dell’altra parte della coppia, o della famiglia, non essendoci mai con la scusa del “ne ho bisogno”? Perché, da una parte ci può essere un bisogno di avere dei momenti per sé ma, se senti una viscerale spinta a stare sempre per i fatti tuoi, significa che non hai interesse nei confronti di chi condivide la casa con te.

È sempre una questione di equilibrio: un po’ di spazio personale è utile, vitale e sano; troppo spazio per sé significa che è meglio se stai per i fatti tuoi e non continui a dire che ti interessa la coppia o la famiglia.

Uomini e Donne hanno bisogni di libertà diverse

Negli esseri umani ci sono 2 forze dominanti:

  1. il bisogno di intimità vicinanza, amore, condivisione
  2. il bisogno di autonomia, solitudine, staccare dal resto del mondo e fuggire

Queste 2 forze si alternano negli esseri umani ma (ovviamente sto generalizzando) tendenzialmente le donne, quanto più si immergono nella coppia e quanto più aumenta il bisogno di occuparsi di intimità, vicinanza, amore, condivisione. La maggior parte delle donne sentono che il rapporto di coppia le appaga e non avvertendo, o solo in parte, il bisogno di fuga e autonomia. Questo stato d’animo tende a riemergere solo quando si accorgono che il rapporto è logoro.

Al contrario, nell’uomo queste 2 forze tendono a essere cicliche come se pulsassero e tendono ad alternarsi tra loro: c’è un periodo dove avvertono una forte propulsione a stare accanto, condividere, avere momenti insieme, fare coppia, cercarsi ma, dopo un po’ che vivono questa condizione, hanno la sensazione di “soffocare” e si accorgono di avere bisogno di più spazio e più autonomia. Ma, dopo un po’ che vive nell’autonomia e distacco l’uomo sente la nostalgia di quella vicinanza, di quel calore, di quell’essere insieme e quindi tende a riavvicinarsi alla partner che però, avendo vissuto con sofferenza il suo atteggiamento di freddezza e distacco, tende a rifiutare il suo “ritorno” sentendosi “usata” da lui.

La maggior parte degli uomini non capiscono perché le partner si mostrino ostili. Non hanno consapevolezza di aver mostrato distacco e hanno l’impressione di non aver fatto nulla di strano e nulla di male.

Come si risolverebbe? Con un sano dialogo. Con la capacità e possibilità di esporre con sincerità i propri bisogni, i propri dubbi e i propri malesseri.

Questo atteggiamento è principalmente maschile ma, ora che i ruoli sono sempre meno definiti, capita di incontrare sempre più donne che nutrono l’esigenza di periodi “stare un po’ in pace” vivendo il distacco che ho appena descritto.

 

Fabio Salomoni