Capita anche a te di ritrovarti a ripetere sempre le stesse dinamiche di coppia o con i figli? Devi sapere che tutto ciò ha un nome: coazione a ripetere.

Cos’è? In modo semplice la descrivo come la zona di comfort, cioè il ripetere sempre gli stessi pensieri che portano agli stessi comportamenti che portano a creare sempre le stesse situazioni e a ritrovarsi sempre nelle stesse dinamiche.

Non è un meccanismo razionale. Consapevolmente potresti anche sapere che quella certa dinamica è per te distruttiva ma, qualcosa spinge ad andare in quella direzione.

Cosa avviene nella coazione a ripetere?

La domanda tipica di chi si trova in un meccanismo di questo tipico è: “Perché attraggo solo questo tipo di persone?” oppure “Perché mi ritrovo sempre in queste situazioni?” e, la domanda, arriva dal fatto che si ha la netta impressione di essersi già ritrovati più e più volte in situazioni simili (ovviamente situazioni spiacevoli) e non se ne capisce il motivo.

La coazione a ripetere è la tendenza a rimettersi sempre nelle stesse situazioni dolorose senza rendersi conto di mettere in atto dei meccanismi che portano a quelle stesse situazioni. Il copione si ripete.

Gli attori della tua vita possono cambiare, invece di Paolo c’è Michele, invece della fregatura con l’amica Tiziana arriva la fregatura dall’amica Lucrezia, ma la rappresentazione teatrale resta sempre la medesima.

Di solito, inizialmente va tutto bene, l’amore è il grande amore, il lavoro è il lavoro che piace, l’amicizia è appagante e nulla lascia presagire che le cose possano andare male. Però, impercettibilmente, ogni giorno si pongono le basi perché si ripetano le condizioni delle volte precedenti, oppure, anche se non lo si vede all’inizio, anche se non ci si accorge all’inizio, le persone con le quali si è allacciato quel certo rapporto hanno sempre determinate caratteristiche che porteranno inevitabilmente alla condizione di sofferenza.

Perché si innesca la coazione a ripetere?

Possiamo dare a tutto ciò diverse spiegazioni:

  1. possiamo dire che, proprio come la zona di comfort, il ripetere delle stesse condizioni delle volte precedenti è favorito dal fatto che si resta nel conosciuto. Quelle dinamiche, per quanto distruttive o di sofferenza, sono dinamiche che già si conoscono ed è più facile farsi attrarre, per alcune persone, da situazioni note piuttosto che addentrarsi in dinamiche differenti, sconosciute, totalmente diverse dalle precedenti. Inconsapevolmente, è come se la sicurezza della dinamica nota attirasse verso di sé; come il canto delle sirene, ammalia e, piano piano ci si ritrova ogni volta, nella tela del ragno… ma il ragno siamo noi stessi che ci andiamo a ri-infilare sempre nelle stesse situazioni.

  2. Un’altra spiegazione è legata a situazioni irrisolte del nostro passato che, in qualche modo, chiedono di essere risanate e per farlo ci mettono alla prova immergendoci sempre in certe situazioni.

  3. Altra spiegazione che è stata data e che mi affascina molto è che ci ritroviamo sempre nelle stesse situazioni a causa, sì di ferite del passato che ci mettono alla prova spingendoci ad affrontarle e risanarle, ma non sono ferite che appartengono alla nostra vita bensì ad eventi legati ai nostri avi: c’è un libro molto interessante che si intitola “Non è colpa tua” di Mark Wolynn e descrive, con dati e descrizioni di sperimentazioni, come, alcuni vissuti di genitori e nonni lascino degli strascichi nei figli e nei nipoti, anche se questi non hanno conosciuto i loro nonni, ma, e il libro lo descrive bene, quando si vive un trauma si secernano ormoni e sostanze che vanno a marcare il dna che poi viene trasferito alle generazioni a seguire che potrebbero innescare determinati comportamenti. Leggendolo mi ha molto colpito e mi sono anche chiesto se non sia anche uno splendido alibi: faccio ciò che faccio non per responsabilità mia, delle mie scelte, delle mie azioni, ma perché mio nonno ha vissuto un trauma.

  4. Può anche essere che la coazione a ripetere sia semplicemente la strategia appresa per evitare di avere ciò che si desidera. Leggendo questo articolo immagino che ti chiederai: “Ma come… se è ciò che si desidera, che paura ci dovrebbe essere?” Molte persone hanno paura di essere felici perché la felicità credono di non meritarla, altri hanno paura ad essere felici perché la felicità potrebbe terminare. Non tutti agiscono andando incontro alla felicità, molti la boicottano, inconsapevolmente, e attivano tutti quei meccanismi che poi si ritrovano, ad esempio, nelle profezie auto-realizzanti, dove ci si aspetta che le cose vadano in un certo modo e in qualche maniera si agisce proprio perché le cose vadano come si era previsto e temuto: temo che il/la partner mi possa lasciare e lo/la sfinisco con la mia gelosia fino a che non decide di lasciarmi e poi dirò “Ecco, vedi, lo sapevo, lo sapevo fin dall’inizio che mi avrebbe lasciato/a” ma il comportamento ottenuto è stato indotto dal proprio comportamento o atteggiamento.


L’obiettivo è di trovarsi in situazioni già vissute che, anche se dolorose, proprio perché già vissute e conosciute, danno un certo grado di sicurezza ed ecco quindi che si ripetono le stesse strategie comportamentali, si ripetono i modelli di comportamento che già in passato avevano portato alla sofferenza, si ripetono gli stessi errori, si innescano gli stessi conflitti.

Sempre le stesse dinamiche… Come uscire dalla coazione a ripetere?

Come si esce da questa situazione? La prima cosa da fare è dire con chiarezza a se stessi che non è sfortuna, non è il caso avverso, non è Dio che ce l’ha con te. No, la prima cosa da fare è assumersi la responsabilità dei risultati, delle situazioni nelle quali ci si è infilati. Come dico sempre durante i miei corsi o durante il coaching , il 1° passaggio è la consapevolezza.

Poi, dipende da quale strada si vuole seguire: psicanalisi? Significa dedicare alcuni anni e molti molti soldi (perché a 50-70 euro settimanale per 5 o 10 anni significa investire dai 10 ai 30 mila euro). Oppure ci sono altri tipi di terapeuti, poiché gli approcci psicologici sono ormai infiniti e molto differenti tra loro. Poi, c’è il coaching che ritengo essere un approccio più pragmatico, che lavora meno sulle cause e molto di più sul raggiungimento dell’obiettivo. Non è ne meglio ne peggio; è semplicemente diverso.

È possibile risolvere da soli la coazione a ripetere?

Si può affrontare e risolvere da soli questa situazione, senza ricorrere ad una figura esterna? Sì, è possibile, qualcuno ci riesce, con molto lavoro su di sé, molta pazienza, molti passi avanti e tanti tonfi, ma è possibile, come si può escluderlo.

È chiaro che un coach ti inviterà ad attivare azioni differenti, uscendo dalla zona di comfort, significa iniziare ad agire meno con l’istinto e più con la ragione, significa iniziare ad agire in modo diverso da come saremmo portati a fare e questo richiede un enorme sforzo (ecco perché è complicato farlo da soli) perché istintivamente conosceresti quella persona non l’altra, istintivamente frequenteresti quel luogo non l’altro, etc.

È chiaro che agire diversamente dalle abitudini e da come l’istinto ci indurrebbe a fare, significa vivere il disagio di compiere azioni che escono dalla consuetudine e questo può spaventare un po’.

La coazione a ripetere vale solo in amore?

Il ritrovarsi sempre nelle stesse dinamiche riguarda solo il rapporto di coppia? Assolutamente no. Le abitudini portano a ritrovarsi in situazioni spiacevoli in ogni possibile campo della vita umana: può avvenire nelle amicizie, può avvenire con i figli, può avvenire sul luogo di lavoro.

Un consiglio sulla coazione a ripetere

Se posso dare un consiglio… quando ci si accorge che alcune cose si stanno ripetendo occorre rallentare e prendere un poco le distanze. Faccio degli esempi: incontri un uomo e senti di essere innamorata di lui e vorresti frequentarlo come tuo solito con tutta te stessa? Se questa è la tua abitudine, occorre prendere la cosa con più calma, osservare gli sviluppi, non buttarsi come si è fatto nelle relazioni precedenti a capofitto. Oppure, ti rendi conto che quella amicizia sta prendendo una piega che hai la sensazione di aver già vissuto? Occorre che inizi a relazionarti con questa amica in modo differente da come vorresti fare o come ti sentiresti di fare. In poche parole, appena hai il sentore che qualcosa sia già noto, occorre rallentare e agire differentemente.

La vita può migliorare ed è possibile uscire dai meccanismi a ripetere della vita. Occorre il desiderio di impegnarsi, occorre decidere di lavorarci e affidarsi a qualcuno che sappia accompagnare nel cambiamento.

 

Fabio Salomoni