Le convinzioni, si formano attraverso le esperienze personali. Ed ecco quindi la situazione in cui tua figlia pensa di essere sbagliata.

Un’affermazione di un genitore, magari una battuta, possono lasciare tracce indelebili nella mente dei figli, in particolare se la battuta va a confermare un velato sospetto che il ragazzo o la ragazza già anno di sé.

Anche i compagni di classe sono una fonte di convinzioni.

Il vicino di banco le dice che è grassa, ed ecco formarsi la convinzione di non andare bene, di non piacere, di non essere accettata.

Il rivale dice che non è all’altezza ed ecco insinuarsi poco alla volta, la sensazione di non essere in grado, di non farcela, di non avere i requisiti.

Questi sono solo degli esempi di situazioni del perché tua figlia pensa di essere sbagliata. Ma di questi momenti possono essercene molti altri, e alcuni anche meno evidenti.

I compagni di classe la deridono

Già i bambini non sono sempre “politicamente corretti”. Anche in tenera età, creano già dei gruppi di inclusione ed esclusione, di simpatia e antipatia, e spesso non si fanno scrupolo a dire all’amichetta di non andare bene secondo canoni non ben definiti.

Crescendo, la cosa non migliora, anzi.

Con l’arrivo dell’adolescenza, spesso aumentano le insicurezze e la rivalità.

Non di rado i ragazzi, che detestano essere catalogati, etichettati, definiti, però a loro volta catalogano, etichettano e definiscono la compagna di classe o quello del primo banco, e non ci vanno teneri.

Tua figlia pensa di essere sbagliata – L’importanza dell’autostima

Ecco perché è importante lavorare sull’autostima dei ragazzi.
Significa agire sin da piccoli, preoccupandosi di insegnare loro ad aver fiducia in sé, nonostante gli “attacchi” provenienti dall’esterno.

Da tempo ho dato il via al Percorso in Dinamiche Familiari e, a settembre, terrò il corso sul cambiamento personale, dove spiegherò le tecniche più utilizzate dai mental coach per aiutare le persone nel processo di cambiamento.

Perché è importante e utile conoscere queste tecniche?
Sia per saper aiutare i figli a costruire una propria sicurezza, sia per aiutarli a ritrovare una tranquillità che spesso sembrano smarrire e, infine, per fare in modo che io e le figure come la mia diventino superflue, non più necessarie: quando conosci e sai utilizzare gli strumenti del cambiamento personale, non hai più motivo di mandarmi il marito, il figlio, la figlia perché modifichino alcune loro convinzioni o comportamenti, ma potrai essere tu stessa, se lo vorrai, a mettere in atto i processi di trasformazione e cambiamento.

Come cambiare l’idea che hanno di sé

Uno degli strumenti che più utilizzo è il meta modello.

Di cosa si tratta? Sono domande che aiutano l’altra persona ad acquisire una maggiore consapevolezza.

Il trucco consiste proprio in questo: quando una persona ha una convinzione, non la scalfisci dicendole che si sbaglia, non aiuta neppure farle un ragionamento logico, occorre ben altro.

Sono iscritto a un gruppo Facebook dove mettono le vignette di Linus, Snoopy etc. e qualche giorno fa c’era uno dei personaggi che avendo visto una cosa a terra e si è messo a gridare “aiuto, aiuto, aiuto”. Lucy è accorsa e, guardando a terra, con il suo solito modo un po’ caustico, ha detto: “Ma non è una vipera; è un rametto”. Allora Linus rivolgendosi all’oggetto in terra, stizzito gli grida: “Suppongo che tu creda di essere furba a far finta di essere un rametto”. Ecco, la vignetta spiega in poche parole quello che accade quando cerchiamo di convincere le persone che si sbagliano nei riguardi di una loro convinzione.

Se hai una convinzione non la cambi con una affermazione opposta.

Se credi di essere troppo basso, o troppo grasso, o troppo stupido, non basta che una persona ti dica “non è vero, sei alto il giusto” oppure “sei nella media” etc.

Tua figlia pensa di essere sbagliata – le convinzioni sono solide e profonde

Allora, se le nostre dichiarazioni, le nostre osservazioni, la nostra verità, non scalfisce la convinzione di un figlio in difficoltà, occorre agire in modo diverso.

Uno dei metodi è il meta-modello che ha una forza incredibile perché non intende contrastare le affermazioni altrui, semplicemente fai domande, oculate e specifiche e, in questo modo, riesci ad accompagnare l’altra persona a modificare il proprio punto di vista, da solo, attraverso le risposte che dà.

Non è una cosa che può essere insegnata così su due piedi perché richiede del tempo e ci sono diverse specifiche da apprendere, delle classificazioni.

La capacità consiste nel porre la domanda giusta in base all’affermazione dell’altra persona.

Come ragionano i tuoi figli?

Perché tua figlia pensa di essere sbagliata?

Il cervello compie 3 operazione di stravolgimento della realtà e sono le operazioni che creano le convinzioni:

  • Generalizza la realtà
  • Cancella parte della realtà
  • Distorce la realtà

Quindi, ascoltando quello che dicono i tuoi figli, devi iniziare a capire se quella convinzione è solida nella sua testa, attraverso delle distorsioni della realtà, oppure a causa di cancellazioni che fa, o a causa di generalizzazioni.

Una volta che lo avrai riconosciuto potrai fare le domande di conseguenza per scardinare la convinzione.

Ovviamente, le convinzioni sono profonde e lo scopo non può essere quello che, i tuoi figli ti dicono una convinzione che li fa molto soffrire, tu poni loro una domanda, ed ecco che si illuminano, picchiandosi in fronte e dicono, gridando con gratitudine “Ma sì, era ovvio, hai ragione, mi sbagliavo, è come dici tu!”.

Non avviene in questo modo perché alle convinzioni ci crediamo, ci sentiamo legati, le difendiamo con ostinazione e, quando le nostre convinzioni si sciolgono perdendo di efficacia, è come se morisse una parte di noi.

Quindi, si tende a restare attaccati alle proprie certezze, ed ecco perché lo scopo non è ottenere che dicano “ma si, hai ragione tu, io mi sbagliavo…”.

In che modo modifichi le convinzioni dei tuoi figli?
Come prima cosa ti ricordo che non sei tu a modificargliele, non sei tu a far cambiare loro idea, ma saranno loro stessi attraverso le risposte che ti daranno.

Il tuo scopo è seminare dei semini di dubbio rispetto all’incrollabile certezza della convinzione. I semini poi germoglieranno e andranno a incrinare la convinzione ma, non perché tu gli hai detto che era sbagliata, ci arriveranno da soli a convincersi che la loro convinzione precedente era inconsistente.

Un esempio di come accompagnare nel cambio delle convinzioni

Ti faccio un esempio di come utilizzo il meta-modello: poniamo il caso che mia figlia arrivi da me in lacrime perché non si sente pronta per l’interrogazione del giorno seguente.

L’istinto sarebbe di dirle: “Hai studiato? Sì? Allora sei pronta. Non piangere perché andrà tutto bene”. È un incoraggiamento.

Se avesse bisogno di un incoraggiamento non staremmo parlando di una convinzione; se invece fosse una sua reale convinzione, allora quella frase non otterrebbe alcun risultato.

Allora utilizzo il meta-modello ed inizio con le domande:

Ok, mi spiace che tu ti senta così. Ma, come fai a sapere che andrà male?

e lei “Perché lo so, perché me lo sento

“Interessante questa cosa ma, fammi capire meglio. Come fai a sentirtelo?”

Ho una sensazione…”  e io “Ok. Brava, inizio a capire meglio, grazie e, in passato, ogni volta che hai avuto una bella sensazione poi si è realizzata quella cosa? Oppure, ogni volta che hai ipotizzato una catastrofe, poi si è realizzata? Sempre?”.

Mia figlia ci pensa un secondo, smettendo di piangere mentre si concentra sulla risposta e poi dice: “No, non sempre”

“Ah, ok, a volte si, a volte no, quindi potrebbe realizzarsi anche questa… volta oppure no. Giusto?”

“Penso di sì”

“Ma, fammi capire, quindi la tua sensazione potrebbe non realizzarsi?”

“Si, ma me la sento” (lotta per mantenere la sua convinzione e io le lascio questa illusione, non la forzo)

“Beh, in effetti succede che a volte si abbiano queste sensazioni strane, basate su chissà cosa. Ma tua hai studiato e, di solito, le interrogazioni ti vanno molto bene. In passato è già successo che hai temuto qualche insuccesso e poi sei sempre andata alla grande. E, se non sbagli, ti faccio dire i numeri che usciranno al prossimo superenalotto”. Lei ha sorriso e il tutto è rientrato.

Cerco sempre di arrivare a un sorriso quando arriva disperata.

Come l’ho ottenuto?
Ho fatto osservazioni? No.

Le ho detto che si sbagliava? No.

Ho posto domande in base alle sue risposte per condurla a una considerazione diversa rispetto alla sua convinzione iniziale.

Poiché è una considerazione che fa lei stessa diventa per lei accettabile, non è come quando è un altro a dirti che la tua convinzione è sbagliata e allora ti ostini a mantenerla.

Trovo il Meta-modello geniale e lo uso tantissimo anche durante il coaching.

Non convinco mai nessuno del fatto che si sbagliano sui propri limiti: si devono convincere da soli rispondendo alle mie domande.

Quindi, se tuo figlio viene a dirti tra la disperazione che i compagni di classe o gli amici lo considerano grasso, stupido, nano, antipatico o in tanti altri possibili modi, non serve dire che non è vero perché non scalfiresti la sua convinzione. Sarebbe solo l’osservazione della mamma che gli vuole tanto bene e che lo vede con gli occhi dell’amore.
Non puoi neppure dirgli che essere magri, alti o Einstein non serve, perché staresti confermando che le osservazioni dei loro coetanei sono vere.

Tua figlia pensa di essere sbagliata – I figli si vedono diversamente da come sono

Mi permetto di fare un’ultima considerazione legata al peso dei nostri figli.

C’era una trasmissione alcuni anni fa legata anche al coaching, dove arrivavano persone che non si piacevano: c’era chi si occupava del loro look e chi si occupava della loro autostima. Uno dei passaggi era porre alcune di queste donne davanti ad altre donne di taglie diverse, tutte allineate in ordine di corporatura, in reggiseno e slip e chiedevano alla protagonista di collocarsi tra le due che avevano una taglia in più e una in meno di lei

La cosa interessantissima è che si collocavano tutte sbagliando la posizione: si mettevano tutte tra quelle molto più grasse di loro.

Questo cosa dice? Che si vedevano, si consideravano, di stazza maggiore di ciò che erano in realtà e lo trovo affascinante.

Anche questa è una distorsione: gli occhi inviano al cervello un’immagine che viene elaborata trasformandola in modo non reale.

Come puoi convincere una persona, semplicemente con delle affermazioni, che il suo cervello stia mentendo? Non si può.

Ti aspetto per apprendere il meta-modello.

 

Fabio Salomoni