Tuo figlio fatica a salutare? Alcuni genitori si spazientiscono o preoccupano, notando che i propri bambini, tendono a non salutare le persone che incontrano.

A volte capita con persone che vedono per la prima volta, ma spesso avviene anche con persone che conoscono bene e i genitori provano un certo imbarazzo.

Serve ben a poco spiegare che il saluto è un segno di educazione e rispetto. Possono anche comprenderlo, ma all’occasione successiva, il comportamento non cambia.

Ovviamente, dovessero mai dare una spiegazione al loro comportamento, direbbero semplicemente che sono timidi.

Tuo figlio fatica a salutare, e quindi?

Quando i genitori mi contattano descrivendo situazioni di questo tipo, la frase che credo sia il punto centrale della questione è: “Onestamente, la situazione mi mette a disagio”, quindi il problema non è ciò che fanno o non fanno i bambini, non è ciò che dicono o non dicono, ma è il fatto che il loro comportamento crea ai propri genitori un problema.

Quando si è genitori, chi è al centro del palcoscenico? Questa è la domanda da porsi. Questa è la sola domanda che meriti di prenderci del tempo e a cui dobbiamo dedicare le nostre attenzioni. Chi sono i protagonisti? La risposta dovrebbe essere: “i nostri figli”. Non il padre, non la madre, non i nonni o gli zii.

In situazioni come queste abbiamo un bambino che si sente insicuro, che sente di essere timido, che vive la costrizione di dover salutare come una violenza personale. Perché dobbiamo obbligarlo ad andare contro tutto questo? Perché non dobbiamo tutelare il suo sentire, per mettere al riparo noi stessi dal nostro disagio?

Realmente i genitori temono che se i propri figli non salutano oggi le persone che incontrate per strada, cresceranno senza la capacità di salutare anche quando saranno adulti?

Veramente vivono il timore che incontreranno i clienti e non li saluteranno?

Come nasce l’idea che quando usciranno con la persona di cui sono innamorati non la saluteranno?

Timori di pura follia. Ad un certo punto vinceranno la loro ritrosia e inizieranno a salutare.

Tuo figlio fatica a salutare, che timore ti incute?

Oppure, il vero timore dei genitori è rivolto a quel che possono pensare le altre persone quando non vengono salutate dai loro figli.
Io, se un bambino non mi saluta non mi importa più di tanto. Tu?

Te lo leghi al dito e pensi immediatamente che i suoi genitori non sono stati in grado di insegnargli l’educazione e che sono dei pessimi educatori?

Non ci credo e allo stesso modo, se gli adulti incontrano te in compagnia di tuo figlio, se lui non li investe di parolacce e oscenità o osserva più o meno silenzioso, se non interrompe continuamente la vostra conversazione e non si rotola sull’asfalto restando immerso nel mondo dei suoi giochi, non credo si stizziscano perché non sono stati salutati, anzi, probabilmente lo considereranno un bambino educato.

Dobbiamo rispettare, su alcune cose, i tempi dei nostri figli.
Il problema del nostro vissuto non è un reale problema.
Ricordi? Non siamo noi i protagonisti. Il riflettore, l’occhio di bue, deve essere rivolto sui figli non su di noi.

In tante occasioni faccio notare queste situazioni:

  1. Quante mamme si interrogano sul proprio figlio che pretende di dormire nel lettone? Quando si indaga su quale sia il problema cosa emerge? “Mi dicono che lo sto viziando!” ma chi se ne frega di quello che dicono gli altri. Sei solo tu, loro genitore, la sola persona in grado di percepire le reali necessità dei tuoi figli.

  2. Quante volte i genitori non riescono a far rispettare le regole ai propri figli? Poi, spesso io chiedo loro: “Perché avete istituito questa regola?” e mi rispondono “Perché è giusto che sia così!” “Sì, ma perché?” “Perché è giusto!” ma non sanno qual è la vera ragione. Forse è perché i loro genitori avevano messo quella stessa regola e i loro nonni prima ancora, per generazioni; ma ora, gli attuali genitori, applicano regole che non sentono, che non capiscono o, peggio, che non servono.

Io, quando mio figlio Alessandro era piccino, vivevo un po’ quello che vivono questi genitori. Quando andavamo in giro a volte salutava a volte no e, anche quando salutava, non era con entusiasmo, era un palese sforzo, e la cosa mi infastidiva. Così, gli chiedevo di salutare con maggiore apertura, con più espansività. Perché lo volevo? Per fare bella figura. Per fare bella figura io. Per far vedere agli altri che bravo genitore fossi nel crescere mio figlio felice e sorridente. Solo in seguito mi sono reso conto che stavo facendo nei confronti di mio figlio una pretesa che non teneva conto di lui e del suo sentire.

Permettimi di darti alcuni buoni consigli:

  1. Fregatene di ciò che potrebbero pensare le altre persone
  2. Non fare ciò che è meglio per te, ma ciò che è meglio per i tuoi figli
  3. Rispetta le emozioni dei tuoi figli ed il loro sentire

Mettiamo i figli al centro del palcoscenico.

 

Fabio Salomoni