Il conflitto tra genitori separati è un argomento noto. In fondo, anche oggi l’articolo è dedicato al rapporto di coppia ma, questa volta si tratta di coppie di genitori, quei genitori che non sono più coppia e che purtroppo hanno un pessimo rapporto tra loro.
Ripeto fino alla nausea che i genitori, per svolgere al meglio il proprio compito, devono essere una squadra. Che siano coppia o che non lo siano più, i genitori devono essere una squadra per lo meno agli occhi dei propri figli. Una squadra coesa, non una squadra dove ognuno va per i fatti suoi, ed è necessario per il bene dei figli accantonando i propri sentimenti di rabbia ed il desiderio di vendetta.
I figli non sono un’arma contro gli ex
I figli non devono essere usati per colpire l’ex partner.
Purtroppo, vengono spesso usati per colpire l’ex moglie o l’ex marito, come? Dicendo loro, quando sono a casa con lui o lei, che la loro madre o il loro padre sono degli incapaci, oppure non perdendo occasione per sottolineare alcune mancanze.
A volte le mancanze vengono addirittura inventate, perché è facile stravolgere i fatti, ed è facile far credere un qualcosa alla mente di un piccolo o una piccola figlia. Altre volte sono lamentele o accuse vere e proprie: “Quello là, che non paga neanche gli alimenti”, oppure “Tua madre, che pretende di avere sempre ragione”.
Spesso si arriva anche a gettare in pasto ai figli la “colpa” della fine della relazione: “È tua madre (o tuo padre) che se n’è voluta andare (o che mi ha buttato fuori di casa)…” ed i figli, che hanno provato sofferenza per la separazione dei propri genitori, individuano il/la colpevole della fine della relazione e ne provano rancore.
L’interesse dei figli viene prima del bisogno di vendetta
Perché un adulto, si comporta in questo modo? Per vendetta.
Non ho altre spiegazioni. Per vendetta.
Non sono il giudice e non entro nella questione di chi sia la “colpa” per la fine della relazione, l’unica questione che affronto io è: i figli meritano d’avere la sensazione di avere due genitori a modo.
Quindi, ogni volta che si parla male, che ci si lamenta, che si getta fango, sull’altro genitore, si commette un atto molto grave nei confronti dei propri figli.
Se per un proprio bisogno di vendetta o rivalsa si agisce contro gli interessi dei figli, si mette in campo un comportamento non da genitore.
I figli non sono e non devono essere uno strumento di vendetta. Si può covare astio ed avere veleno nei confronti di un o una ex partner, ma non va riversato sui figli, i quali, devono avere l’idea di avere la fortuna d’avere 2 genitori che si sono separati ma che, per quel che riguarda loro, sono due ottimi genitori.
L’Ex è la peggiore persona del mondo
Detto ciò, alcune persone separate o divise o divorziate, mi vorranno dire: “Ma il/la mio ex è terribile, parla male di me, non paga gli alimenti e non arriviamo a fine mese, mi invia messaggi minacciosi e le telefonate sono sempre una litigata…”. Si, non dico che la vostra dinamica sia meravigliosa.
Non dico che tu abbia a che fare con una splendida persona a modo. Dico che, per il bene dei figli, ogni motivo sacrosanto che hai per lamentarti, te lo debba tenere per te. Se vuoi il bene dei tuoi figli, te lo tieni per te e smetti di far notare le mancanze e i comportamenti scorretti dell’altro genitore.
Poi, se vuoi, ricorri agli avvocati; se vuoi, se ti va, se ritieni sia il caso agisci per vie legali ma, ai tuoi figli, tutto questo non deve arrivare.
Cosa fare quando l’ex si rivela un pessimo genitore
Quando l’altro genitore disattende gli impegni nei confronti dei figli?
Quando deve venire a prenderli e non si presenta?
Quando dovrebbe telefonare e non telefona?
Puoi essere molto arrabbiato/a, ma non deve trasparire.
La tua collera non la devi far notare. È difficile? Impegnati e impara a farlo, proprio come dici ai tuoi figli quando vanno a scuola e fanno fatica con una materia: “Impegnati, impara”.
Qual è il tuo compito come genitore? Il tuo compito è molto difficile perché devi stare accanto ai tuoi figli che provano delusione, e magari covano rabbia, ma non devi abbattere l’altro genitore.
Devi forse dire che il genitore che ha disdetto all’ultimo o che neppure ha avvertito, ha fatto bene a comportarsi così? NO, mai dire cose palesemente non vere.
Immaginiamo che un genitore avrebbe dovuto portare da qualche parte i figli e non si è presentato/a oppure ha chiamato all’ultimo dicendo che per impegni vari, non poteva fare quanto era stato deciso: è chiaro che i figli proveranno amarezza, delusione, rabbia.
Il tuo 1° compito consiste nel dare comprensione per quanto provano.
Sono ottime le frasi come:
- “Capisco che tu possa provare delusione. Ci tenevi molto a fare questa cosa con lui/lei… “
- “È naturale provare delusione. Ti aspettavi di fare questa cosa e non puoi più. Mi sentirei così anch’io”
Avrai notato che in queste frasi c’è comprensione per ciò che provano i figli, per i loro sentimenti, ma non c’è nessuna condanna per il loro genitore. Neutralità.
Non ho scritto:
- “Hai ragione a sentirti così perché si è comportato in modo indecente”
- “Capisco che ti senta arrabbiato perché siamo alle solite, fa sempre così”
No, nessuna accusa anche se ce ne sarebbero tutte le ragioni, perché il nostro obiettivo è fare il meglio per i figli e quindi:
- dare sostegno e comprensione al loro stato d’animo
- mantenere intatto l’immagine che hanno, l’illusione, d’avere 2 genitori a modo
Quando si viene messi in cattiva luce da ex partner
Detto tutto questo e sapendo cosa accade in moltissime dinamiche tra ex, sono sicuro che molti di coloro che vivono situazioni come quelle descritte o peggiori mi vorrebbero dire: “Ma, se lui/lei parla male di me con i miei figli?”.
Hai ragione, è un problema.
Come ripeto spesso a coloro che seguono i miei lavori, non puoi decidere da dove debba soffiare il vento: puoi solo saper manovrare le vele di conseguenza.
Certo, se il vento soffiasse proprio nella direzione che desideri tu, verso la tua meta, sarebbe semplice, facile e veloce, ma non è quasi mai così.
Quindi occorre fare il meglio, nonostante tutto.
Il tuo o la tua Ex, agisce svolgendo male il proprio compito genitoriale perché parla male di te quando si trova con i tuoi figli? Male, pessimo e sbagliato; ma non puoi impedirglielo, non puoi sperare che cambi il suo modo di agire, non puoi basare la tua azione in reazione al suo comportamento.
L’obiettivo, lo ricordo, è il bene dei figli; non è vincere sull’Ex o sulla Ex che sbaglia.
Sii coerente con ciò che insegni ai tuoi figli
Sono certo che quando un amico o un’amica dei tuoi figli ha fatto qualcosa di sbagliato e loro gli sono “andati dietro” invece che opporsi, tu hai detto ai tuoi figli: “Se un amico fa una cosa sbagliata non puoi fare anche tu una cosa sbagliata. Se un amico sbaglia non è un buon motivo per sbagliare anche tu”. Ottimo consiglio.
Allora mi sento di dirti: “Lo insegnate ai vostri figli e poi non siete disposti a farlo voi in prima persona e agite sull’onda emotiva della rabbia, del rancore e del desiderio di vendetta?”.
Ecco che, ancora una volta, occorre essere coerenti per essere buoni genitori. È difficile? Sì. Ci vuole tanta pazienza? Sì. Avresti voglia di strozzarlo/a o di dirgliele quattro? Sì, ma non è il comportamento corretto per il bene dei tuoi figli.
Capisco la difficoltà, perché quando si è arrabbiati è difficile mantenere l’autocontrollo per gestire al meglio le situazioni. Capisco la difficoltà quando si vede la delusione o la rabbia negli occhi dei figli a causa di chi non ha agito come avrebbe dovuto. Lo capisco ma, se vogliamo essere buoni genitori, è questo il lavoro che dobbiamo arrivare a fare su noi stessi, piaccia o non piaccia, facile o difficile che sia.
Non puoi far ragionare chi vuole solo litigare
Ricordati che il tentativo di far ragionare chi vuole semplicemente litigare porta solo a perdere tempo e arrivare al litigio. Mangiati l’orgoglio, ingoialo. È per il bene dei tuoi figli, ha lo scopo di detendere la situazione.
L’altra persona, con ogni probabilità si aspetta una tua opposizione e questa reazione lo/la sorprenderà.
Molto spesso occorre far passare il messaggio: “da parte mia, ho deciso di sotterrare l’ascia di guerra con te…”.
Se vuole essere arrogante, avrà le sue ragioni e tu non c’entri.
Se vuole tracimare rabbia, avrà le sue ragioni e non serve dirgli/le che si sbaglia. Non dirgli più che si sbaglia, che è in errore, perché tanto non ne caverai un ragno dal buco.
Inizia a pensare che se l’Ex si comporta così è certamente perché ha le sue ragioni e lo accettiamo. Dice che sei tu a sbagliare? Va bene, rispondi che se lo pensa, certamente ha le sue ragioni e forse ha ragione.
Non rispondere alla guerra con la guerra.
Comprendo che in molte situazioni monta la rabbia. È proprio in questi momenti che devi lavorare su di te per riuscire a gestirla, per agire nel modo più corretto, altrimenti sei in preda a quello che viene chiamato “sequestro emotivo” e, invece di agire per ciò che è meglio, inizi ad agire per ciò che ti viene di fare sull’onda della rabbia.
Occorre scegliere tra il pretendere d’aver ragione e l’essere felici
Ricordati che si ottiene di più blandendo, si ottiene di più dando ragione, si ottiene di più facendo buon viso a cattivo gioco piuttosto che contrastando e ribattendo colpo su colpo.
Una volta ad un corso sentii una frase che mi rimase in testa per giorni: “Nella vita, spesso devi scegliere se pretendere le tue ragioni o essere felice”.
Capisco che dimostrare di aver ragione, riuscire a zittire l’altra persona, capisco che fargli rimangiare le parole o fargli ammettere che sbaglia, possa dare un’immensa soddisfazione ma, se per cercare di ottenere queste cose (che comunque NON ottieni) danneggi i tuoi figli, stai andando in una direzione sbagliata dal punto di vista genitoriale, educativo, di esempio, di ricerca della serenità all’interno della casa etc.
L’atteggiamento accondiscendente e accomodante occorre averlo sempre? È necessario dire sempre sì? Ovviamente, no.
Non c’è una regola, non esiste un metodo che vale in ogni occasione. Le situazioni vanno valutate di volta in volta ma posso assicurare che su 50 telefonate o incontri, in almeno 2/3 dei casi, si può cercare di uscire dal clima di scontro ed evitare di scendere in battaglia.
Tutto questo è necessario per il bene dei figli e, semplicemente, perché lo scontro non porta a nulla, non ne vale la pena, non ne ricavi nulla di utile.
Qual è l’obiettivo? Portarlo/a dalla tua parte per il bene dei figli. Non hai altri obiettivi perché l’idea che possa rinsavire e che ammetta quanto è in errore e quanto tu sia una meraviglia, è un’assurdità che non si realizzerà mai.
Fabio Salomoni